L'antisemitismo nel XX secolo

Joseph Goebbels, il "dottore", è stato il pilota della grande ed efficace macchina propagandistica del Reich. Nato in Renania il 29 ottobre del 1897 da una famiglia rigidamente cattolica, studiò letteratura ad Heidelberg. Ebbe nei confronti di Hitler un'ammirazione incondizionata, tanto da seguirlo con tutta la famiglia nel suicidio nel bunker di Berlino il 1 maggio del 1945.

Nel novembre del 1940, Goebbels pronuncia a Praga questo discorso, che è molto utile per comprendere lo spirito manicheo presente nell'interpretazione data dal nazismo alla questione ebraica.

Prova a confrontarlo con il brano del Mein Kampf di Hitler e quello di Primo Levi, ricercando le analogie e le differenze, cercando di rispondere a questa domanda: Chi è l'ebreo, secondo loro?.

«L'eliminazione totale [Ausscheidung] dell'ebraismo dall'Europa non è una questione di morale, ma di sicurezza degli Stati. L'ebreo agirà sempre in modo rispondente al suo essere e al suo istinto razziale [der Rasseninstinkt]; non può fare diversamente. Come la dorifora della patata [die Kartoffelkäfer] ne distrugge [zerstört] il raccolto [die Kartoffelernte], perché questo è il suo imperativo [die Mühe], così l'ebreo distrugge gli stati e i popoli. Invece [Dagegen] c'è solo un mezzo e cioè l'eliminazione [Beseitigung] radicale del pericolo [der Gefahr]».

 

 

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