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" CALARIS "
Anno - 1572
Titolo - " Calaris
"
Misure - cm 15,5
x 23,5
Sta in - " Civitates
Orbis Terrarum, Simonis Novellam et Francisci Hegenbergii manibus expressae.
Libri VI, Coloniae Agrippinae, apud Petrum a Brachel, MDLXXII"
Tav. - 50 |
Questa veduta prospettica di Cagliari fa parta di un grande
tavola divisa in quattro, assieme a Malta, Rodi e Famagosta pubblicata
nel 1572 sul "Civitates Orbis Terrarum" che fu la prima raccolta
di vedute topografiche delle città più famose del mondo ad
opera di Georg Braun per ciò che riguardava i testi e di Frans Hogenberg
che incise le lastre
in rame delle vedute, l'opera uscì inizialmente
in due volumi ed in seguito fu ampliata, fino all'inizio del 600, con altri
quattro volumi. Le incisioni sono per alcune città la prima raffigurazione
grafica, alcune eseguite su disegni di famosi topografi come Georg Hoefnagel
e Cornelius Chaymox, altre derivano da prototipi lafreriani o comunque
da vedute esistenti come questa di Cagliari che ripropone la veduta dell'Arquer
variandone solo alcuni elementi tra cui, l'impianto trilobato quadrato
che rimane trilobato ma rettangolare, forse per maggiore praticità
di impaginazione, dove la maggiore superficie si riempie di campi coltivati
e ondulazioni del terreno; figura una terza porta, che in origine non esisteva,
all'estremo ovest di Stampace; mancano le didascalie dei luoghi e monumenti
mantenendone solo alcuni; in basso a sinistra appare un riquadro ove, in
lingua latina, si riassume sommariamente la descrizione fatta dall'Arquer
nella sua brevis
descriptio . Sul retro della pianta si ritrova
una più dettagliata descrizione di Cagliari sempre in lingua latina
tratta anch'essa dalla descrizione dell'Arquer, così come si legge
alla fine del testo. Oltre a quella di Cagliari, sul retro si trova la
descrizione di Malta e Rodi mentre non appare la descrizione di Famagosta
che si trovava sicuramente nella pagina adiacente. Le lastre in rame, sostituite
negli anni da nuovi esemplari in quanto gli originali furono danneggiati
per il loro uso, alla morte dell'Hogenberg erano in possesso del figlio
Abraham che continuò l'opera iniziata dal padre. Queste lastre furono
utilizzate fino alla metà del XVIII secolo passando prima nelle
mani di Joannes Janssonius, poi di Frederick de Wit, di Pieter Vander A.A.,
di Pierre Mortier ed infine di J. Conves e Cornelius Mortier.
Qui di seguito riportiamo integralmente
la descrizione su Cagliari tratta dalla prima edizione in lingua latina:
CALARIS
Sardinia
maris Mediterranei Insula, frumenti ferax, utcunque populosa, civitates
non paucas habet, quarum præcipua CALARIS, vulgo Cagler, sita in
monte iuxta mare, Africam respiciens, magnum & pulcherrimum habens
portum, in quo semper varia navium genera inveniuntur ultro citroque in
orientem & occidentem volitantia, mercesque portantia. Dividitur in
quatuor partes : media, quæ fortissimo septa est muro, propie vocatur
Calaris : ea verò quæ orientem spectat, novum oppidum : quæ
verò meridiem, la Gliapola, seu la Marina : & quæ ad occidentem
vergit Stampax nominatur. Residet ferè semper in ea Prorex, una
cum Baronibus, comitibus, & multis divitibus. Habet autem civitas ipsa
suam Reipub.administrationem, in quam nec Rex Aragoniæ, neq; Prorex
eius se intromittit, sed ex ipsis civibus, quotannis sorte quinque eliguntur
consules qui soli Rempub.administrant, eiusque redditus, qui multi sunt,
dispensant pro sua prudentia, utentes civium consilio. Habent in quibusdam
casibus legum condendarum potestatem, possuntque poenam mortis, & mutilationis
membrorum statuere. Hæec ex descriptione Sardiniæ Sigismundi
Arqueri, apud Munsterum.
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