IL GIUDICE RAGAZZINO. Alessandro di Robilant. (Italia
1963. col., 92’)
Con Giulio Scarpati, Sabrina
Ferilli, Leopoldo Trieste, Regina Bianchi, Renato Carpentieri, Paolo De Vita,
Antonio Buscetta.
Gli ultimi giorni del sostituto
procuratore Rosario Levantino (Scarpati), ucciso dalla mafia il 21 settembre
1990 lungo la strada per Canicattì: un giovane riservato e caparbio, che vive
ancora con i genitori (Trieste e Bianchi) e lavora in solitudine, senza
concedere nulla agli “uomini d’onore” del paese, tra cui l’intoccabile
Migliore (Carpentieri). A sostenerlo nei momenti difficili c’è Angela (Ferilli),
un’avvocatessa la quale ha una breve e sofferta storia d’amore. Il film
recente meno pretenzioso e più riuscito sul difficile tema dei giudici in lotta
contro la mafia inspirato all’omonimo libro di Nando Della Chiesa di cui gli
sceneggiatori (Andrea Purgatori, Ugo Pirro e lo stesso regista) ha
opportunamente lasciato decantare la retorica un po’ agiografica. Ne nasce il
ritratto a tutto tondo di un personaggio “vero” e la descrizione di un
contesto credibilissimo, lontani sia dal sensazionalismo televisivo che dà gli
stereotipi spettacolar-romantici di tanto cinema di “genere” (vedi l’uso
sottile dei riferimenti western e il trattamento dei movimenti più sanguinosi).
Notevole l’interpretazione degli attori. |