Il Romanzo Sociale
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Testo 9

CHARLES DICKENS

 

Per limpulso che diede alla narrativa e per la capacità di catturare l'immaginazione del pubblico con trame avvincenti, Charles Dickens fu certamente una delle maggiori figure letterarie del XIX secolo. Nonostante le accuse, da parte di certa critica, di sentimentalismo, riuscì a creare una forma narrativa di straordinaria popolarità. Anche il suo impegno di riformatore è stato criticato perché poco sistematico; tuttavia, con le sue opere Dickens portò agli occhi di molti i più gravi abusi della società ottocentesca, contribuendo a scuotere le coscienze.

Nacque presso Portsmouth nel 1812 da famiglia piccolo borghese, in cattive condizioni economiche. A dodici anni dovette interrompere gli studi e lavorò per sei mesi in una fabbrica di lucido da scarpe (queste esperienze furono poi riversate nel romanzo David Copperfield). Più tardi si dedicò al giornalismo, divenendo cronista parlamentare e collaboratore di giornali umoristici. Nel 1836 giunse di colpo al successo con Il Circolo Pickwick, un romanzo che narra una serie di avventure comiche di numerosi personaggi, pubblicato a puntate dispense mensili, che raggiunsero la tiratura di 40.000 copie. In seguito Dickens si dedicò al “romanzo sociale”, concentrandosi sul problema della miseria, molto sentito nel clima filantropico della società vittoriana (Oliver Twist, 1837-38, Nicholas Nickleby, 1838-39, La bottega dell’antiquario, 1840-41: tutti romanzi che hanno al centro le peripezie di fanciulli perseguitati). Del 1849-50 è il suo libro più famoso, David Copperfield, storia della formazione di un giovane. Con Dombey e figlio (1847-48) ha inizio un nuovo genere di romanzo, con cui vengono attaccati gli aspetti più odiosi della realtà capitalistica nella società vittoriana. Seguono Tempi difficili (1854), un quadro della sconcertante realtà industriale inglese e delle condizioni della classe operaia, e Grandi speranze (1860-61), altra storia di formazione di un giovane, beneficato da un forzato evaso. Nel 1864-65 esce Il nostro comune amico, il romanzo più pessimistico di Dickens, in cui appaiono cadute le illusioni sulla missione progressiva della borghesia e sull’emancipazione del proletariato. Lo scrittore morì nel 1870.