La rivolta 1860 Daumier (Thephilly Colletion Washington   1848 Parigi si solleva contro Luigi Filippo e Giuzot, Baudelaire è con i rivoltosi: fucile in mano corre alle barricate gridando:"Bisogna andare a fucilare il generaleAupick
l'Hotel Pimodan
Janne Duval, la mulatta amata da Baudelaire, schizzo del poeta

Biografia

 

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Iinizia una vita da snob, di solitudine aristocratica, eccentrico nel modo di vestire e di vivere, creando così quella figura del dandy, che farà moda per molto tempo, e che sarà poi ripresa da Oscar Wilde e da D'Annunzio.Tra i numerosi alloggi che il poeta sarà cotretto a cambiare, prima per capriccio, poi per cronica penuria di denaro e mancato pagamento delle prigioni, c'è l'Hotel Pimodan. Più che alla letteratura si dedica a un'intensa vita da bohéme: "Mi sono preso unicamente dei piaceri, di una perpetua eccitazine; i viaggi, i bei mobili, i quadri le ragazze...". Nell'appartamento di un coinquilino, il pittore Fernand Boissard Boisdenier, partecipa alle riunioni del club des Haschischins, specie di parties alla droga, ai quali partecipano giovani artisti e scrittori come Théophile Gautier e Balzac. E' attraverso l'alcool e le droghe, appunto come l'hascisc e l'oppio, che raggiungere la realtà nascosta della personalità, l'aspetto inconoscibile di se stesso. A pianterreno c'è invece, un antiquario di nome Arondel: è il grande tentatore: la passione per le anticaglie eredita dal padre, esplode in spese pazze: mobilie, quadri antichi (spesso abili falsi), libri rari, stampe. Ma non è tutto, sul bilancio del giovane dandy gravano anche i pranzi con gli amici alla Tour d'Argent, i conti astronomici dei sarti e Jeanne, la "crudele belva implacabile" dei Fiori del Male. E' una mulatta dai facili costumi, di professione comparsa al teatro della Porta Saint-Antoine. Ha risvegliato nel poeta oscure sensazioni, ricordi mai sopiti del suo viaggio verso le Indie (in particolare, l'immagine di una negra nuda frustata per punizione). E' il gusto di un'esotismo fisico, di un'amore puramente carnale. Nel giro di due anni riesce a delapidare quasi tutto il suo patrimonio, così la famiglia, spaventata da tutte quelle follie, ottiene dal tribunale civile l'interdizione. A tutore viene nominato il notaio Ancelle, è un'altro Aupick: un onesto borghese dai sani principi radicati: ha ricevuto dal tribunale l'incarico di proteggere il residuo patrimonio di B. e lo farà fino allo stremo. E' questo, il momento peggiore della sua vita, non ha più soldi per mantenere se stesso e la sua amante, è ormai costretto a una triste esistenza fatta di fughe davanti a creditori sempre più esigenti. Le sue lettere alla madre, dolorosa testimonianza umana, sono costellate di argomentazioni sul denaro: "Non ho soldi per...Non posso lasciare l'albergo perchè non ho pagato la pigione... Mi servono assolutamente trecento franchi per mercoledì...Non ho potuto consegnare il lavoro perchè i manoscritti sono in una pensione dove non ho pagato... Te ne supplico pensa al al consiglio giudiziario. Mi consuma da diciassette anni. Non sapresti credere né capire il male che mi ha fatto... Sembra di portare su di me una piaga vergognosa e che tutti la vedano". Suppliche inutili: quella piaga, B. se la trascinerà fino alla morte. Ma il suo patrimonio sarà salvo: Ancelle sa fare il suo mestiere, i soldi prima di tutto: Suprema ipocrisia. Il "maledetto" peta dei Fiori del male muore ossessionato, in miseria. Ma il suo gruzzolo fruttifica: La morale è salva.
Tutti gli elementi del dramma di Baudelaire sono finalmente in scena: una famiglia ripudiata che a sua volta lo ripudia, un amante famelica che lo tradisce, un tutore onesto e inflesibile, una muta di creditori accaniti, la malattia ereditaria (come lui anche il fratellastro morira di paralisi) aggravata da una sifilide contratta in gioventù. Adesso può cominciare l'azione, l'avventura umana e poetica dell'uomo chiamato ad aprire la nuova era della Poesia. Prima ancora di essere consacrato poeta, B. fa il letterato. Collabora a riviste e giornali: Artiste, Corsaire-Satan, L'Esprit public e altri. Vi pubblica articoli, cronache artistiche e poesie che entreranno più tardi nel suo capolavoro. Nel 1845 e nel 1846 pubblica due illuminati libri di critica artistica su Salons, le grandi esposizioni annuali di pittura e scultura che si svolgevano a Parigi. Si rivela subito il più grande critico del suo tempo, l'illuminato ammiratore-difensore di Delacroix e della nuova pittura. Poco dopo divrenta amico di Couberte, adepto, per breve tempo del realismo. fu grande estimatore di Victor Hugo e di Chatobrian. Nel 1847 ha pubblicato la sua unica novella , forse un tentativo di romanzo stile Balzac: La Farfalo, brillante scorcio di vita parigina, in varie parti scopertamente autobiografico.Non aveva finora avuto nessun interesse per quello che è la storia o la società, proprio come un vero aristocratico, solo nel 1848 (anno di rivoluzione in Italia Ungheria e Francia) quando nascono le sommosse contro la monarchia francese degli Orleans, troppo reazionaria, il poeta partecipa ai moti di piazza per rovesciare Luigi Filippo. Corre sulle barricate gridando, si racconta, "a morte il capitano Aupick", ma fu solo un momento della sua vita, dettato più dall'odio per il patrigno, che per un desiderio di democrazia. Il patrigno aveva fatto una brilante carriera militare ed era stato console a Costantinopoli, Londra e Madrid, morirà nel 1857.Con gli amici Champfleury e Toubin, Baudelaireinizia la pubblicazione di un giornale, Le Salut public, di marca protosocialistacheche non arriverà al terzo numero. Nel 1851pubblica il saggio Del vino e dell'Hashisc , primo nucleo del futuro I Paradisi Artificiali (1860).

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