Iinizia una vita da snob, di solitudine aristocratica, eccentrico nel
modo di vestire e di vivere, creando così quella figura del dandy, che
farà moda per molto tempo, e che sarà poi ripresa da Oscar Wilde e da
D'Annunzio.Tra i numerosi alloggi che il poeta sarà cotretto a
cambiare, prima per capriccio, poi per cronica penuria di denaro e mancato
pagamento delle prigioni, c'è l'Hotel Pimodan. Più che alla
letteratura si dedica a un'intensa vita da bohéme: "Mi sono
preso unicamente dei piaceri, di una perpetua eccitazine; i viaggi, i
bei mobili, i quadri le ragazze...". Nell'appartamento di un coinquilino,
il pittore Fernand Boissard Boisdenier, partecipa alle riunioni del club
des Haschischins, specie di parties alla droga, ai quali partecipano giovani
artisti e scrittori come Théophile Gautier e Balzac. E' attraverso
l'alcool e le droghe, appunto come l'hascisc e l'oppio, che raggiungere
la realtà nascosta della personalità, l'aspetto inconoscibile di se stesso.
A pianterreno c'è invece, un antiquario di nome Arondel: è
il grande tentatore: la passione per le anticaglie eredita dal padre,
esplode in spese pazze: mobilie, quadri antichi (spesso abili falsi),
libri rari, stampe. Ma non è tutto, sul bilancio del giovane dandy
gravano anche i pranzi con gli amici alla Tour d'Argent, i conti astronomici
dei sarti e Jeanne, la "crudele belva implacabile" dei
Fiori del Male. E' una mulatta dai facili costumi, di professione comparsa
al teatro della Porta Saint-Antoine. Ha risvegliato nel poeta oscure sensazioni,
ricordi mai sopiti del suo viaggio verso le Indie (in particolare, l'immagine
di una negra nuda frustata per punizione). E' il gusto di un'esotismo
fisico, di un'amore puramente carnale. Nel giro di due anni riesce a delapidare
quasi tutto il suo patrimonio, così la famiglia, spaventata da
tutte quelle follie, ottiene dal tribunale civile l'interdizione. A tutore
viene nominato il notaio Ancelle, è un'altro Aupick: un onesto
borghese dai sani principi radicati: ha ricevuto dal tribunale l'incarico
di proteggere il residuo patrimonio di B. e lo farà fino allo stremo.
E' questo, il momento peggiore della sua vita, non ha più soldi per mantenere
se stesso e la sua amante, è ormai costretto a una triste esistenza
fatta di fughe davanti a creditori sempre più esigenti. Le sue
lettere alla madre, dolorosa testimonianza umana, sono costellate di argomentazioni
sul denaro: "Non ho soldi per...Non posso lasciare l'albergo perchè
non ho pagato la pigione... Mi servono assolutamente trecento franchi
per mercoledì...Non ho potuto consegnare il lavoro perchè
i manoscritti sono in una pensione dove non ho pagato... Te ne supplico
pensa al al consiglio giudiziario. Mi consuma da diciassette anni. Non
sapresti credere né capire il male che mi ha fatto... Sembra di
portare su di me una piaga vergognosa e che tutti la vedano".
Suppliche inutili: quella piaga, B. se la trascinerà fino alla
morte. Ma il suo patrimonio sarà salvo: Ancelle sa fare il suo
mestiere, i soldi prima di tutto: Suprema ipocrisia. Il "maledetto"
peta dei Fiori del male muore ossessionato, in miseria. Ma il suo gruzzolo
fruttifica: La morale è salva. |