L’ESISTENZA DI GESU’ - I DOCUMENTI :
Le testimonianze sull’esistenza di Gesù di Nazareth, considerato
solamente come personaggio storico, ci provengono principalmente da autori
coevi. Escludendo i Vangeli e gli altri testi del Nuovo Testamento, testi
profondamente collocati nella storia ma considerati “di parte”, abbiamo
:
Un riferimento nelle Antichità Giudaiche
di
Giuseppe Flavio, il più grande storico ebreo, che scrive verso il
90 d.C.
Una citazione nel Talmud di Babilonia,
una antologia di detti dei rabbini, di notevole importanza per gli Ebrei.
Questo testo risale al 100 d.C. circa. Si noti che i particolari del
processo a Gesù sono contraddittori tra di loro.
Un brano degli Annali di Tacito, uno dei più grandi storici
latini, pagano convinto e non certo un simpatizzante dei cristiani. Ci
riferisce dell’incendio di Roma del 64 d.C. e rivela che a quella data
il cristianesimo si era già diffuso a Roma. A soli trent’anni dalla
morte di Gesù il cristianesimo è una religione diffusa per
l’Impero!
Conclusioni :
Gesù è esistito. E’ vissuto in Galilea al tempo di Erode
Antipa, divenuto re nel 4 a.C.
Fu condannato alla croce, al tempo il prefetto di Roma in Palestina
era Ponzio Pilato, che fu comandante militare della regione dal 26 al
36 d.C.
Morì al tempo di Tiberio Cesare, imperatore di Roma dal 14 d.C.
al 37 d.C.
La sua esecuzione avvenne alla vigilia della Pasqua Ebraica, di un
anno in cui è possibile trovare contemporaneamente i personaggi
sopra descritti.
Riusciamo a stabilire la data stessa della sua morte :
il 7 aprile del 30 d.C. !
( N.B. :Gesù era nato nel 4 a.C., non nell’anno 0. C’è
stato un errore di datazione da parte del monaco Dionigi il Piccolo quando
egli introdusse il computo degli anni divisi in AC e DC).
I MANOSCRITTI DEL NUOVO TESTAMENTO:
Il giudizio degli storici è : nessun testo dell’antichità
è stato trasmesso con tanta accuratezza e abbondanza di manoscritti
come il Nuovo Testamento.
Sono attualmente conosciuti 4680 testi neotestamentari
antichi. Per capire con quale autorità testuale si presenti il Nuovo
Testamento dobbiamo osservare che per gli scrittori greci il tempo che
intercorre tra l’autore e il primo manoscritto in nostro possesso è
di almeno milleduecento anni. Quali dubbi allora potrebbero assalire lo
studioso di Platone che lavora su testi separati dall’autore da 13 secoli
di storia ?