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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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Frenis Zero  Publisher

     "ATTACCAMENTI". Numero 1 (2011) della Rivista on-line Psiche 

Editoriale  di Mario Rossi Monti

 

 

 

 

 

Questo editoriale inaugura la nuova versione on-line della rivista della S.P.I. PSICHE. Si ringrazia l'autore dell'editoriale per l'autorizzazione concessa a Frenis Zero della riproduzione.

 


 

Rivista on-line PSICHE N.1/2011

Responsabile:
Mario Rossi Monti

Vice-Responsabile:
Marco Monari

Redazione:

Benedetta Guerrini Degli Innocenti
Chiara Rosso
Giuseppe Sabucco
Silvia Vessella


Segreteria di Redazione
Giulia Vicentini
psiche.spi@gmail.com

Indirizzo web: http://www.psiche-spi.it/Psiche/home.html 

INDICE DI QUESTO NUMERO

EDITORIALE
MARIO ROSSI MONTI


1. ATTACCAMENTO TRA STORIA E CULTURA

GENEALOGIA DELL'ATTACCAMENTO
FRANCESCO GAZZILLO

LA RICEZIONE DELLA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO NELLA CULTURA PSICOLOGICA ITALIANA
INTERVISTA A NINO DAZZI

L’INFANZIA DELLA PSICOANALISI: GIRO BREVE NELLA RISERVA INDIANA
STEFANIA NICASI

2. LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO

LE RADICI DELLA MENTE NEL CORPO.NUOVI LEGAMI TRA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO E PSICOANALISI
PETER FONAGY, MARY TARGET

FONAGY OFFRE FOOD FOR THOUGHT
ANNA FERRUTA

THINKING FOR FEEDING THINKING.COMMENTI ERRATICI SUL LAVORO DI PETER FONAGY
VINCENZO BONAMINIO

MODELLI NEUROBIOLOGICI DI ATTACCAMENTO PSICOANALISI CLINICA E TEORIA DELLA REGOLAZIONE
JUDITH R. SCHORE, ALLAN N. SCHORE

ATTACCAMENTO E SESSUALITÀ IN ADOLESCENZA                                                                                                                                                                                                                                      MASSIMO AMMANITI, GIAMPAOLO NICOLAIS, ANNA MARIA SPERANZA

ATTACCAMENTO E PSICOTERAPIA
SERGIO MUSCETTA

L’INCONTRO CON LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO E LA SVOLTA RELAZIONALE DELLA PSICOTERAPIA COGNITIVA
BENEDETTO FARINA, GIOVANNI LIOTTI


3. MALATTACCAMENTI

NOVITA’ SENSAZIONALI E SPASMODICI ATTACCAMENTI
PAOLO ROSSI

LA DISAFFEZIONE ALLA PSICOANALISI INTERVISTE A GIUSEPPE DI CHIARA E ANTONINO FERRO
A CURA DI GIUSEPPE SABUCCO

PERSONALITA' DIPENDENTE  E DIPENDENZA RELAZIONALE: ASPETTI DIAGNOSTICI, DESCRITTIVI E DINAMICI
VITTORIO LINGIARDI


ATTACCAMENTI PERVERSI
BENEDETTA GUERRINI DEGL’INNOCENTI

4.LEGAMI

ATTACCAMENTO ADULTO E RELAZIONE DI COPPIA: SCHEMI DEL PASSATO E DISCONNESSIONI DEL PRESENTE
GIULIO CESARE ZAVATTINI, PATRIZIA VELOTTI

ATTACCAMENTI E LEGAMI: GLI ALTRI ANIMALI TRA AFFETTO E OPPORTUNISMO
ELENA CARLONI

CREARE LEGAMI:L’ATTACCAMENTO IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA
EMANUELA PRATO PREVIDE, PAOLA VALSECCHI

ATTACCAMENTO E COSCIENZA DI LEGAME IN GIAPPONE RIFLESSIONI PSICOANALITICHE
CHIARA ROSSO

NOTE BIO-BIBLIOGRAFICHE

 

 

 

 

            

 

 

  

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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EDIZIONI FRENIS ZERO

 Nuova pubblicazione/New issue:

"Psicoanalisi e luoghi della negazione" a cura di A. Cusin e G. Leo (Editors)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian,  A. Cusin, N. Janigro, G. Leo, B.E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.  Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-4-2

Anno/Year: 2011

Pages: 400

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"Lebensruckblick"

by Lou Andreas Salomé

(book in German)

Author:Lou Andreas Salomé

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-97479-00-0

Anno/Year: 2011

Pages: 267

Prezzo/Price: € 19,00

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"Psicologia   dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 30,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-0-4

Anno/Year: 2008

Prezzo/Price: € 18,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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Novità

La prima novità è che Psiche riprende le pubblicazioni dopo l’ennesima interruzione. L’ultimo numero era uscito nel marzo 2009. Aveva un titolo intrigante: Mutazioni antropologiche. Concludeva una fortunata e importante sequenza iniziata nel 2002 sotto la direzione di Lorena Preta. Una serie di fascicoli che costituiscono un punto fermo, di straordinaria qualità, nella storia della rivista.

Una rivista che ha saputo dare contributi fondamentali alla psicoanalisi e al rapporto con la cultura italiana ma la cui storia è stata anche connotata da una “stabile instabilità”. L’interruzione successiva al 2009 non costituisce purtroppo un evento eccezionale. Psiche non ha mai avuto vita facile. Le tappe del suo travagliato percorso sono descritte nella “breve storia di Psiche” pubblicata sul sito della Società Psicoanalitica Italiana.

Psiche è in primo luogo una rivista – scriveva Roberto Tagliacozzo nell’Editoriale che inaugurava il primo numero di una nuova serie nel 1993 – che consente alla psicoanalisi di essere presente «al di fuori del campo clinico» e di «poter instaurare … un dialogo con le varie discipline». Una rivista quindi che mette «l’orecchio fuori dalla stanza dell’analisi», entrando nel «dialogo culturale» per confrontarsi, quando è necessario anche in maniera accesa, intorno a temi, problemi, discipline e campi del sapere più o meno vicini agli ambiti ai quali la psicoanalisi ha tradizionalmente rivolto la sua attenzione. Con quali discipline in particolare aprire un confronto? «Con altre discipline umane – scriveva ancora Tagliacozzo - che con le loro teorie e modelli operano per creare un ambiente “pensante” sui fatti dell’uomo, sia esso singolo che nell’organizzazione sociale».

Questo, da sempre, è il mandato istituzionale di Psiche.

Da un certo punto di vista potremmo pensare alla «stabile instabilità» di Psiche come al marchio di un’anima borderline: la propensione a collocarsi in aree di confine, costruire ponti che possono essere percorsi in entrambe le direzioni, al di fuori del campo della clinica psicoanalitica. Un’anima borderline che ne fa uno snodo centrale nel rapporto che la psicoanalisi intrattiene con la cultura nel senso più vasto del termine. Questa instabilità ha a che vedere con molti fattori. Ma certamente anche con la difficoltà della psicoanalisi italiana a trovare una stabile collocazione a una rivista di cultura psicoanalitica accanto alla Rivista di Psicoanalisi, organo ufficiale della Società Psicoanalitica Italiana: una rivista scientifica, specificamente dedicata alla clinica psicoanalitica. La necessità di dare a Psiche una collocazione istituzionale salda e duratura costituisce un compito al quale non ci si può sottrarre. Nel ventaglio del progetto editoriale della Società è necessario ritagliare per Psiche quello spazio che si è guadagnata sul campo, grazie alla partecipazione e allo sforzo di tutti i colleghi che ci hanno preceduto e del quale ci sentiamo, momentaneamente, gli eredi.

La seconda novità è rappresentata dal fatto che Psiche, da questo numero, diventa una rivista on-line e a libero accesso. La redazione di Psiche, su mandato dell’esecutivo della SPI, si è impegnata nella realizzazione di questo passaggio, nell’intento di costruire un contenitore stabile che, anche al termine del mandato a noi affidato (fine 2012), possa essere impiegato dalle redazioni che seguiranno in base alle linee editoriali e culturali che vorranno privilegiare. In questo modo Psiche si allinea per tempo alla tendenza dominante in ambito internazionale che fa delle riviste, anche delle più prestigiose in ambito scientifico, uno strumento di dibattito, conoscenza, consultazione e scambio di informazioni a livello qualificato facilmente accessibile. Questo passaggio ha un costo e non è indolore. Rompe con una tradizione nella quale i segnali che vengono dal mondo delle altre discipline, in particolare quelle scientifiche, sono stati guardati con qualche diffidenza. La speranza è che la nuova formula editoriale arrivi a popolazioni poco in contatto con la cultura psicoanalitica, ampliando di molto la possibilità di far sentire la nostra voce nel dibattito culturale.

Contenuti

In linea con una tradizione consolidata, Psiche, a differenza della Rivista di Psicoanalisi, si organizza per numeri tematici, nei quali vengono raccolti contributi che propongono diverse prospettive intorno a un tema dominante.

Per il primo fascicolo on-line la scelta è caduta sul tema dell’attaccamento.

Non al singolare, nel senso della teoria dell’attaccamento. Al contrario, attaccamento al plurale, con l’idea è esplorare a tutto campo il tema partendo dalla teoria dell’attaccamento, nata all’interno del crogiolo psicoanalitico grazie a una creativa convergenza con altre discipline. La teoria dell’attaccamento rappresenta un ambito centrale ma anche parziale del fascicolo. Intorno a essa si sviluppa un discorso in primo luogo di carattere storico che prende in considerazione due aspetti molto distanti tra loro: la figura di John Bowlby da un lato e la ricezione della teoria dell’attaccamento nella psicologia accademica italiana dall’altro. Il nocciolo della sezione dedicata alla teoria dell’attaccamento è tuttavia rappresentato dal contributo di Fonagy e Target che potremmo considerare una sorta di Manifesto della teoria dell’attaccamento in versione aggiornata. Dalla discussione del lavoro di Fonagy e Target da parte di due autorevoli psicoanalisti italiani, prende l’avvio l’analisi di una serie di sviluppi della teoria dell’attaccamento all’interno del campo analitico: il confronto con le neuroscienze, la concettualizzazione della sessualità in adolescenza, la psicoterapia psicoanalitica, la psicopatologia cognitiva.

Ma attaccamento non è soltanto teoria dell’attaccamento nè attaccamento in senso etologico-comportamentale: vuol dire anche attaccamento a sistemi di riferimento, modelli, teorie, visioni del mondo che qualche volta diventa così ostinato da rendere difficile tornare sui propri passi, rivedere criticamente le proprie idee, cogliere sviluppi e nuove possibilità, nel campo della scienza come in quello della psicoanalisi. In che misura ad esempio una quota di dogmatismo è salutare al progresso della scienza? Quando è utile a impedire che una teoria sia troppo frettolosamente abbandonata sotto la spinta delle critiche? In che modo contemperare dogmatismo e innovazione? Quando l’attaccamento a un sistema di idee si trasforma in ideologia o in paranoia e diventa “malattaccamento”, ovvero distorsione dell’attaccamento? Un malattaccamento che riguarda anche la psicoanalisi e che può tradursi in disaffezione alla psicoanalisi.

Attaccamento può significare anche dipendenza relazionale o distorsione perversa dell’attaccamento. E ancora e soprattutto legame: che cosa accade quando si crea un legame solido, che resiste agli insulti del tempo e all’usura di una vita? Che cosa accade in quelle coppie, sempre più rare, che “tengono” e arrivano a invecchiare insieme? Di che natura è il legame di attaccamento negli altri animali o con quegli animali con i quali l’uomo ha stabilito un rapporto privilegiato? Per finire, come si configurano l’attaccamento e la coscienza di legame in culture molto diverse dalla nostra?

Ragioni

Perché “attaccamenti”? Perché Psiche è rivista di frontiera e l’attaccamento è tema di frontiera. Una frontiera sulla quale la psicoanalisi si incontra con altre discipline, come etologia, biologia, neuroscienze, epistemologia, teoria dei sistemi, psicologia cognitiva, antropologia. Ma anche una frontiera interna alla cultura e al movimento psicoanalitico. Nata dal terreno fertile della psicoanalisi freudiana, la teoria dell’attaccamento è invece stata vissuta, fin dalla sua origine, come un corpo separato, come un’area indipendente, la cui appartenenza al mondo della psicoanalisi è stata costantemente messa in discussione. John Bowlby, non c’è bisogno di ricordarlo, è sempre stato uno psicoanalista. Ha ricoperto cariche istituzionali all’interno della Società Psicoanalitica Britannica. Ma questa appartenenza istituzionale, fino alla fine dichiarata, non è bastata a collocare il suo contributo a pieno titolo all’interno del panorama psicoanalitico internazionale. Da una iniziale “freddezza e perplessità” si è passati a un preciso dissenso1 o addirittura a manifesta ostilità per una teoria considerata “meccanicistica, non dinamica e quindi non psicoanalitica”2. Intorno a questa frontiera si sono accese scaramucce e si è combattuta anche qualche battaglia. Il fatto è che la teoria dell’attaccamento, fin dai suoi esordi, si è rivelata capace di sollevare domande radicali e porre questioni cruciali. Domande e questioni che assumono la forma di dicotomie e costruiscono spartiacque, forzando le persone a collocarsi al di qua o al di là dalla frontiera. La teoria dell’attaccamento appartiene o no a pieno titolo alla tradizione psicoanalitica? Si concilia, o meno, con l’eredità freudiana?

Rappresenta una incursione in campi alieni alla psicoanalisi, come etologia, comportamentismo, psicobiologia? E’ utile alla clinica psicoanalitica?

La psicoanalisi italiana sembra essersi accorta della teoria dell’attaccamento con grande ritardo. I tre volumi di Attaccamento e perdita sono stati pubblicati rispettivamente nel 1969, 1973, 1980. In Italia sono comparsi rispettivamente nel 1972, 1975, 1983 grazie all’editore Boringhieri. Nella Rivista di Psicoanalisi il primo lavoro che fa menzione nel titolo del termine “attaccamento” è del 1983. Si tratta di una recensione ai volumi di Bowlby redatta da Roberto Speziale Bagliacca. Consultando gli indici della Rivista si trovano solo altri cinque lavori nei quali il termine “attaccamento” compare nel titolo. Tra questi, una recensione al libro curato da Daniel Widlocher intitolato Sessualità infantile e attaccamento (Angeli, Milano,2002) redatta da Amalia Giuffrida. Un testo, quest’ultimo, nel quale Widlocher cerca di sviluppare “un dibattito che non è mai avvenuto” intorno al rapporto tra attaccamento e sessualità. Un altro lavoro è in realtà un report relativo a un congresso svoltosi negli Stati Uniti intorno al rapporto tra teoria dell’attaccamento e teoria delle relazioni oggettuali. Se le pagine della Rivista segnalano uno scarso interesse, sul piano della ricerca e della clinica si sono invece fin da subito attivati gruppi di studio e di lavoro. Una distanza, questa, tra ricerca e clinica da un lato, e cultura psicoanalitica ufficiale dall’altro che segnala la difficoltà di integrare nel patrimonio culturale comune della psicoanalisi italiana tutto ciò che gli analisti fanno nella pratica clinica e di ricerca. Una difficoltà che ha probabilmente molto a che vedere con i problemi descritti dalla sociologia dell’impresa scientifica, con i conflitti istituzionali e con la necessità di conciliare la conservazione di una salutare quota di dogmatismo con le esigenze della crescita e della innovazione. Il fatto è che quando qualcuno (o un gruppo) sviluppa un’idea, tende a conservarla con fermezza nella propria mente e a attestarsi a difesa di quell’idea. “Attaccamenti” allora, anche nel senso che la teoria dell’attaccamento pone il problema dell’attaccamento alle proprie idee, alla propria tradizione di ricerca e in particolare a quelle idee nelle quali si deposita l’identità di ciascuno di noi. In questo contesto, modi nuovi di porre i problemi possono essere avvertiti come attacchi alla tradizione e alla storia, capaci di incrinare la specificità della disciplina. Come notava Ignacio Matte Blanco in una recensione scritta sull’International Journal of Psycho-Analysis nel 1971, a distanza quindi di soli due anni dalla pubblicazione del primo volume della trilogia di Bowlby, alcuni concetti psicoanalitici, come ad esempio quello di energia psichica, sono circondati da una coltre di «nebulosa vaghezza» che «non è soltanto fonte di stress, ma a volte di scandalo». E ancora: «Le ragioni per le quali Bowlby non è soddisfatto del concetto di energia psichica sono esposte in maniera lucida e convincente. Di fatto, uno si domanda come sia stato possibile per gli psicoanalisti rimanere attaccati per così tanto tempo a concetti che possono essere così facilmente criticati».

Il problema, scrive Bowlby3, è che «la teoria che ti è stata insegnata, la teoria che applichi, la teoria che insegni diventa a tal punto parte integrante di te stesso che non riesci più a liberartene, non sei più in grado di pensare in altro modo». In questo senso ogni teoria può diventare una sorta di «guscio mentale impenetrabile». Tutti siamo consapevoli di quanto sia necessario uno spazio libero sul quale investire le nostre possibilità di crescita mentale. Da questo punto di vista è opportuno e anche salutare – con Bion - essere sempre scontenti della psicoanalisi, poiché «l’abitudine, in tutti noi, di avvolgerci nelle nostre idee per scacciare il freddo in modo da non avere mai altri pensieri e non lasciarci turbare dai pensieri altrui potrebbe essere molto confortevole, ma non concede spazio allo sviluppo delle idee. E per quello sfortunato che cresce, questo confortevole stato mentale inizierà a diventare restrittivo»4. In che misura il contribuito della teoria dell’attaccamento ci ha fatto sentire «ristretti» o ci ha invece aiutato a rompere gusci impenetrabili e a dare un impulso allo sviluppo di nuove idee? Il dibattito è aperto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autore:

 

1 Muscetta S. (1993). Attaccamemto. Rivista di Psicoanalisi, 39,121-135 

2 Target M. (2005). L’attaccamento: teorie e ricerca. In: Person ES., Cooper AM., Gabbard GO. (a cura di), Psicoanalisi. Teoria, clinica, ricerca, Cortina, Milano 2006.

3 Hunter V. (1994). Psicoanalisti in azione. Astrolabio, Roma, 1996, p.133

4 Bion W.R. (2005). Seminari Tavistock. Borla, Roma, 2007, p.139 e 140.

 

 
 
 
 
   

 

 

 

 

   

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
 

 

   
   
 

 

   
   
   
 

 

   
   
   
   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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