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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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     "CLINICA POETICA". Numero 31 (vol.83, 2011) della Rivista di Psicologia Analitica

Introduzione  di Romano Madera

 

 

 

 

 

Questa introduzione è stata scritta dal curatore del numero 31(nuova serie) della Rivista d Psicologia Analitica dedicato alla "Clinica poetica". Si ringrazia l'autore della itroduzione per l'autorizzazione concessa a Frenis Zero della riproduzione.

 


 

Rivista di psicologia analitica 31/2011
Nuova serie n. 31, Volume 83 / 2011
Associazione Culturale "Gruppo di psicologia analitica"
Dir.: Paolo Aite (responsabile)
Romano Màdera, Barbara Massimilla
Clinica poetica

a cura di Romano Màdera, Lella Ravasi
Editore Gruppo di psicologia analitica

314 p. € 20,00

INDICE DI QUESTO NUMERO
Romano Màdera: Perchè clinica poetica.
Clementina Pavoni: Il lavoro poetico.
Eugenio Borgna: La malinconia come parola tematica della psichiatria e della poesia.
Lella Ravasi: L'aritmia e la gentilezza.
Angelo Guarnieri, Angelo Malinconico (e... Alda Merini): La poesia, la psichiatria, Alda Merini: epifanie e nascondimenti.
Maurizio Franco: Cammino su sabbia lavica.
Nicole Janigro: Dove l'altro è.
Daniela Bonelli Bassano: In ricordo di Basilio Reale.
Federica Mazzeo: Leparole per dirlo. Il linguaggio poetico come fune verso l'inconscio.
Raffaella Morelli: Riflessioni su un testo mai scritto.
Dario Borso: Dittico Celaniano.
Mario Ajazzi Mancini: L'ombra e l'anello... di un motivo circolare in Zeitgehoft di Paul Celan.
Maria Teresa Colonna: L'arte della paura. Il giovanotto dagli occhi ardenti.
Tatjana Rosenthal - introduzione di Giuseppe Leo: Karin Michaelis "L'età pericolosa" alla luce della psicoanalisi.
Giuseppe Leo: La vergogna e "L'età pericolosa".
Michelantonio Lo Russo:Freud, Jung, Schreber, E. Otto Gross.
Sandro Manfroni: Ondine e fate: la donna-anima nell'immaginario medievale.
Giuditta Ceragioli: Le emozioni dell'analista nella relazione:l'odio.
Cristiana Cimino: La parola in psicoanalisi tra ripetizione e apertura.
Paolo Mantegazza: La trasparenza del male. Poesia tragica, psiche e filosofia
Luigi Vero Tarca: L'esperienza filosofica come terapia dell'anima.
RECENSIONI.
Nicole Janigro, Luca Ghirardosi: Il terzo Gemello, Antigone 2010 (Pina Galeazzi); Paolo Bartolini: La teoria dei bisogni: Un ponte tra filosofia pratica e neofunzionalismo in psicoterapia, L'orecchio di Van Gogh, 2010 (Stefano Giuliodoro); Moreno Montanari: Hadot e Foulault nelloo specchio dei greci. La filosofia antica come specchio di trasformazione, Mimesis 2009 (Maria Luisa Martini); Angela Giannetto, Nunzio Cosentino: La violenza che uccide. Per una comprensione della psiche e dell'internamento del folle-reo, Aracne 2010 (Maria Teresa Rufini); Rivista di Psicoterapia Psicoanalitica: La necessità di essere creativi. Fratelli e sorelle, Borla gen.-giu. 2010 (Barbara Massimilla).
Gli autori.

 

 

 

 

            

 

 

  

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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Tatiana Rosenthal and ... other 'psycho-suiciders'

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EDIZIONI FRENIS ZERO

 Nuova pubblicazione/New issue:

"Psicoanalisi e luoghi della negazione" a cura di A. Cusin e G. Leo (Editors)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian,  A. Cusin, N. Janigro, G. Leo, B.E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.  Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-4-2

Anno/Year: 2011

Pages: 400

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"Lebensruckblick"

by Lou Andreas Salomé

(book in German)

Author:Lou Andreas Salomé

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-97479-00-0

Anno/Year: 2011

Pages: 267

Prezzo/Price: € 19,00

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"Psicologia   dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 30,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-0-4

Anno/Year: 2008

Prezzo/Price: € 18,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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Raccolte nel nome della Clinica Poetica le voci che compongono questo volume della Rivista raccontano l’esito di un lungo percorso che una corrente della psicoanalisi si è trovata a formare, in modo spontaneo, disorganico e disorganizzato, trasversale alle scuole e alle istituzioni : il lento, sofferto e contrastato esodo dalla concezione scientifica del mondo che il fondatore aveva posto come premessa e come esito della impresa psicologica. Sommessamente, senza polemica, quasi lasciando che le parole si scavino pazientemente il loro solco, lo sforzo titanico di portare la storia clinica a ritrovare le tracce perdute della verità storica della patologia, è stato svuotato dall’interno, fino a cadere come uno spinoso riccio di castagna che sta per essere abbandonato dai suoi frutti. Parole evocative, emozioni attuali che trasmettono l’intensità della memoria, costruzioni plausibili che disegnano un senso a tornanti interrotti di discese  dolorose – a questo piuttosto possiamo aspirare, dismessa la pretesa dell’esattezza ricostruttiva. Nel brancolamento del genio che indovina anche le deviazioni che verranno buone quando la traiettoria voluta e preferita si troverà spiazzata, Freud aveva visto, in un breve scritto del 1906, Il poeta e la fantasia, che una inspiegata potenza di presentificare il senso del dramma psichico, degli individui e delle culture, fluiva dalle fantasie ascoltate e coltivate dai poeti. Che i poeti avevano divinato oscuramente, e prima ancora dei concetti per pensarle, le strutture del desiderio e degli autoinganni che muovono e conservano la psiche.

Ora ci troviamo nella scomoda posizione di dover dubitare che la fantasia poetica pre-veda in immagine confusa quel che lo sguardo scientifico saprà mettere a fuoco e analizzare. Forse la fantasia non prevede ma dà nuova forma. E questo ci importa : e se fosse fantasia ad essere  poesia efficace,  cioè a creare lo scenario nel quale l’insensato e confliggente spezzettamento esistenziale potesse essere finalmente messo in figura? E se fosse immaginazione creativa quel che rimescola un angoscioso balbutire e ne provasse una possibile forma dicibile, comprensibile? Com-prensibile perché abbracciabile?

È a questa domanda che la Clinica Poetica risponde positivamente, e forse risponde anche per altri, addirittura per la maggioranza degli analisti delle scuole tradizionali : in una sottrazione alla coazione ad interpretare, in una sottolineatura del clima emozionale, in un rimando continuo allo scambio transferale reciproco, in una attenzione privilegiata al registro immaginale, in una modalità narrativa di empatia e di restituzione, in una infinità di stili emerge una ecumene del “poetico”, sentito più affidabile del vacillante paradigma scientifico.

Significa questo che gli analisti hanno traversato la magica metamorfosi che, in virtù di un ascolto appassionato, li ha trasformati in poetanti dell’oggetto “clinica”? Ovviamente no, poetico qui è la comune potenza della mente-affetto-senso di offrire nuovi modi di vedere, di sentire, di comprendere – di tessere dal confuso e dallo scisso nuovi possibili legami di racconto, di figure, di con-sentire. Siamo alla radice oscura e ordinaria dell’atto poetico, ma ben al di qua della sua fioritura ( se non per eccezioni, delle quali indichiamo qualche esempio) . Non si tratta infatti di comporre poesie, di suscitare arti speciali, ma di esercitare bene, nel suo fondo ancora magmatico, la sola e onnipresente arte di vivere umanamente, incarnata in una tecnica di ascolto e di visione della espressione altrui e del continente inespresso che la sospinge a dichiararsi in molti e incompresi modi. La vicinanza, l’ispirazione che l’arte propria del poeta, narratore, pittore, scultore, architetto, musicista, sa suscitare, risuonano allora nella contemporanea borsa da viaggio dell’analista, diventano uno dei modi eminenti per educarsi, per “farsi l’orecchio” a cogliere le imprevedibili assonanze, i duri affronti delle dissonanze, gli scenari che trovano un luogo possibile allo smarginare.

Stiamo di nuovo declinando quel fondativo confronto fra le due forme del pensare che Jung aveva messo alla base, già nel 1912 in Trasformazioni e simboli della libido, di una postura non riduttiva nel sondare le voci del simbolico. Rimaneva allora ancora una piegatura di condiscendenza per la superiorità, evolutiva e storica, della forma concettuale-logica, che sembra capace di trascinare il senso di realtà del discorso condiviso fino alla precisione delle terminologie e delle procedure scientifiche. Per certi aspetti questa supremazia sembra oggi svalutata, persino in atto di sbilanciarsi nella corsa compensativa verso l’opposto. Una prudenza perspicace dovrebbe metterci sull’avviso : sarebbe troppo semplicistico e puerile aver tentato di sorpassare le colonne d’Ercole della concezione scientifica del mondo per ritornare a precipizio verso le Sirene, slegando Odisseo dall’albero del vaccino antifascinazione. Come impariamo dalla fine intonazione delle pagine che seguono, nelle quali Psiche intesse duetti o si mischia nei cori dei versi e dei racconti, questa conquista è troppo preziosa per essere assunta come una rovesciata esclusione del logos, dimentica delle sue infinite variazioni, della tavolozza prodigiosa delle sue sfumature, fra le quali l’imperdibile dedizione alla misura, alla proporzione, alla ratio. Seguendo il principio dell’inclusione – quel magistrale et-et di Jung, che forse potrebbe essere addirittura spostato più in alto e più al largo, fino a contenere persino l’aut-aut che gli si vorrebbe avverso – insieme all’orchestrazione di immaginazione poetica e di scavo analitico,  abbiamo dato saggi di un percorso storico, di qualche esito di pionieri poco considerati della storia analitica, che hanno cominciato ad aprire il sentiero delle voci poetanti, abbiamo ricordato poi quel luogo primigenio della nostra cultura che è la filosofia-poesia dei tragici, infine abbiamo presentato un tentativo che ardisce riconsiderare la dimensione logica, trasformata dalle sue stesse esigenze interne, come capace di ospitare un pensiero-affetto-senso  teso ad evocare le potenze simboliche. 

Come accade con i fatti e i sentimenti che stanno alla radice della vita umana, in questo vicendevole misurarsi il linguaggio ordinario, l’accennare del simbolo e il lavoro del concetto, continueranno a descrivere all’infinito le loro possibili traiettorie, apparendo in configurazioni intersecantesi e irriducibili all’una o all’altra dimensione : forse all’analisi rimane il compito di curare la loro reciproca fecondazione, senza la quale l’anima isterilita dell’umano si ammala di una mortifera scissura, della coazione all’unilateralità.

La base poetica della mente ci riguarda come analisti poiché la mente è fondata nel suo fare fantasia, e questo fare è “poiesis”, come ci ricorda Hillman quando ne “Le storie che curano” scrive: “Conoscere la profondità della mente significa conoscere le sue immagini, leggere le immagini, ascoltare le storie con un’attenzione poetica, che colga in un singolo atto intuitivo le due nature degli eventi psichici, quella terapeutica e quella estetica. Le immagini evocano, infatti, l’artista che è nel terapeuta e il terapeuta che è nell’artista. Nell’atto di cogliere l’immagine, la coscienza poetica e quella terapeutica si fondono in un unico punto focale: l’interesse appassionato per l’immagine. Tutti siamo pazienti dell’immaginazione.” Ecco dunque il senso della Clinica Poetica, il nostro desiderio di metterla al centro di una riflessione corale, in cui le tante voci si incrociano in un’avventura polifonica del nostro fare ed essere “poiesis”.

 Infine alcune osservazioni di Lou Andreas-Salomé riportate nel libro “Il mio ringraziamento a Freud” ci raccontano il clima poetico dell’analisi; non possiamo non pensare all’incrocio nella sua vita, al transitare in lei, di Freud, il maestro di cui è una della prime allieve, e di Rainer Maria Rilke, di cui è stata compagna negli anni iniziali dell’avventura in lui della poesia. Scrive Salomé a Freud, ricordando un corso di lezioni da lui tenuto su un caso di nevrosi: “In quell’istante a colpirmi, a colpirci fu la sensazione, la certezza ineluttabile – che si impose senza che Lei l’avesse assolutamente voluto – che la vita umana, o meglio la vita in generale, è poesia. Senza esserne consapevoli noi la viviamo, giorno dopo giorno, pezzetto dopo pezzetto, ma nella sua intangibile interezza, essa ci vive e poeta in noi. Nella controtraslazione dell’analista nei confronti dell’analizzato c’è una sorprendente analogia con il rapporto tra il poeta e le sue creazioni. E’ quel grado di oggettività, di neutralità, sia pure in una dedizione senza riserve, che riposa totalmente – sotterranea e inconsapevole – sull’uguaglianza ultima degli esseri umani… Un’analisi che sia stata pienamente efficace si traduce perciò, per il soggetto guarito, in una visione rafforzata delle proprie possibilità creative. Il ritorno a sé si realizza per lui come il ritorno a qualcosa che egli è effettivamente, ma che è anche qualcosa di più in lui: è una forza che gli si erge a modello affinché tutte le esperienze che ha dimenticato più profondamente e quelle che gli sono più anticamente familiari possano divenirgli solo ora stimolo a una vita personale propria…La guarigione è un atto d’amore.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
   

 

 

 

 

   

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
 

 

   
   
 

 

   
   
   
 

 

   
   
   
   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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