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ESCE IL LIBRO ROSSO DI JUNG

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 Segnaliamo l'uscita del "Libro Rosso" di Jung, riportando una serie di articoli usciti sulla stampa nazionale: l'articolo uscito su "Repubblica" il 18 settembre 2009 e scritto da Luciana Sica; l'articolo di Alessandro Melazzini "Immagini della psiche", uscito sul supplemento domenicale de "Il Sole 24  ore" del 18 ottobre 2009; e l'articolo scritto dal curatore stesso del "Libro Rosso", Sonu Shamdasani, ed uscito sullo stesso numero de "Il Sole 24 ore".

Un'anteprima del Libro è accessibile alla pagina delle NOVITA' ( al link: http://web.tiscali.it/tatianarosenthal/rosenthalnews.htm ) del sito web dedicato a Tatiana Rosenthal e agli "Psychosuiciders", neologismo che abbiamo coniato per indicare gli psicoanalisti e gli psichiatri che, in qualche parte della loro biografia, hanno sofferto di un serio disturbo mentale (alcuni fino all'exitus suicidario). Anche Jung ebbe, proprio in coincidenza con la crisi della mezza età, il suo "confronto con l'inconscio", ossia un vero e proprio episodio psicotico, come si evince dalle annotazioni del "Libro Rosso". La cronologia della crisi della mezza età di  Jung (1875-1961) pare sia stata la seguente <<(...)sperimentò, (...), dapprima quella relazione altamente drammatica con Sabina Spielrein, iniziata nel 1909, poi la relazione extraconiugale con Toni Wolff, anch'essa iniziata come analisi nel 1910 e poi sconfinata fuori dai limiti professionali nel 1911-1912, quindi la rottura con Freud e poi, subito dopo, una vera e propria crisi psicotica (...)>> (Giuseppe Leo, <<La honte et l'age dangereux>>, in corso di pubblicazione presso Penta Editions, Parigi).

 

 




 

Novità - News


 

 

Rivista Frenis Zero

 

C.G. Jung,  "The Red Book", edited and introduced by  Sonu Shamdasani, translated by Mark Kyburz, John Peck and Sonu Shamdasani, WW. Norton & Company Ltd., 2009, 416pp., ISBN 978 0 393 06567 1, £ 120.00.

 

    

   

Maitres à dispenser

 

All'interno del sito web dedicato a Tatiana Rosenthal ed agli "psychosuiciders" è possibile visualizzare un'anteprima di alcune pagine del libro.

Clicca qui
 

 

 

 

 

 

 

                

 <<ESCE IL LIBRO ROSSO DI JUNG "SANTO GRAAL DELL'INCONSCIO"

di Luciana Sica

 

   (da "Repubblica" del 18 settembre 2009)

 

Esce agli inizi di ottobre nelle librerie americane uno dei più favoleggiati inediti di Carl Gustav Jung, il Libro Rosso, 205 grandi pagine scritte in tedesco dal fondatore svizzero della psicologia analitica, tra gli allievi più geniali ed eterodossi di Freud, il maestro amato ma non idolatrato e poi in qualche modo "tradito". Lo scrive Sara Corbett nel prossimo numero del magazine del New York Times in un lungo articolo intitolato "Il Santo Graal dell'Inconscio". L'editore del Libro è W.W. Norton, il curatore è lo storico della psicologia Sonu Shamdasani, indiano nato a Singapore e cresciuto in Inghilterra, coordinatore delle "Philemon series", progetto che punta alla pubblicazione di tutta l'opera di Jung rimasta inedita.

Quel diario privatissimo di Jung raccolto gelosamente in una cartella di pelle rossa, zeppo di decorazioni e disegni in stile Art déco, ne rievoca la celebre e comunque misteriosa "discesa negli inferi", quel periodo di confusione datato tra il 1914 e il '30 segnato dal "confronto con l'inconscio", a tratti da terrificanti esperienze anche di natura psicotica - sogni paurosi, visioni allucinatorie, incontri con folle di spiriti, dei e demoni, suoni sinistri. Un viaggio negli abissi della psiche, come un prolungato esperimento con la mescalina con il gravissimo rischio di una progressiva perdita di sé, che Jung ha annotato dettagliatamente, ma in forma sempre molto riservata, temendo l'esposizione pubblica di un volume che - come lui stesso ebbe a scrivere col senno del poi - <<a un osservatore superficiale sembrerà pura follia>>.

Non a caso il volume è stato tenuto a lungo segreto dagli eredi di Jung, scomparso nel '61. Prima ben chiuso nei cassetti di case private, poi messo al sicuro nel deposito di una banca svizzera, l'United Bank of Switzerland, per ventitré anni. Shamdasani - che considera il Libro Rosso di Jung l'equivalente di Così parlò Zarathustra nell'opera di Nietzsche- ha cominciato a lavorare all'inedito nel '97. <<Il suo è stato un lavoro enorme, dal punto di vista non solo di una corretta traduzione ma soprattutto del rigore filologico, tenendo conto che Jung non ha mai smesso, per tutta la vita, di rimaneggiare quelle pagine>>: a dirlo è Luigi Zoja, analista e studioso junghiano di fama. A lui la Bollati Boringhieri, che pubblicherà il Libro non prima della fine del 2010, avrebbe voluto affidarne la cura ma Zoja ha rifiutato un incarico che considera incompatibile con i suoi impegni.

Quello che sarà interessante capire è come l'opera junghiana potrà essere riletta alla luce della pubblicazione di un Libro così singolare che - in una forma decisamente più letteraria che scientifica - anticipa comunque i grandi temi proposti da Jung al pensiero psicologico del Novecento: il processo di individuazione, l'Ombra e l'inconscio collettivo, gli archetipi e il Sé. <<Certamente - è l'idea di Mario Trevi, tra i teorici più brillanti dello junghismo non solo italiano - questo Libro costituirà un documento imprescindibile anche per chi come me ama lo Jung empirico, critico, ermeneutico, probabilista>>.

Da un punto di vista storico, la "traversata notturna" di Jung sta tutta dentro la vicenda del movimento psicoanalitico delle origini. E' proprio quando si rompe l'amicizia con Freud - un fratello maggiore se non un padre in un certo senso amato e odiato- che si scatena "il magma fuso e incandescente dell'inconscio. Jung che con Simboli e trasformazioni della libido segna i primi contrasti con il fondatore viennese della psicoanalisi - perde un sostegno fondamentale, un amico che lo aveva protetto anche contro se stesso.

Il "torrente di lava" che rischia di travolgere Jung poco alla volta - ci vorranno anni - rientra, smette di debordare, di provocare deliri ad occhi aperti. L'io e l'inconscio, il bellissimo libro del '28, segna in qualche modo la fuoriuscita da un pericoloso tunnel. Di quegli anni in cui lo psichiatra svizzero è stato senz'altro su un crinale, sapevamo soprattutto attraverso l'autobiografia scritta con Aniela Jaffé, Ricordi sogni riflessioni (ad esempio:<<L'intera casa era piena come se ci fosse una folla, totalmente piena zeppa di spiriti...). Ora il Libro Rosso ci dirà più esattamente di che pasta fosse fatta quell'"immaginazione attiva", quella vicenda non solo personale nel segno della più estrema creatività.

 

                  <<IMMAGINI DELLA PSICHE>>

di Alessandro Melazzini

(da "Il Sole 24 ore" del 18 ottobre 2009)

Il Libro Rosso di Jung viene alla luce dopo quasi un secolo dalla sua genesi grazie all'opera di convinzione sugli eredi dello storico anglo-indiano Suno Shamdasani. Ma negli archivi giacciono ancora migliaia di lettere mai pubblicate dello psicoanalista svizzero. Di questo materiale inedito si occupa la Philemon Foundation, costituitasi nel 2003 per curare l'edizione critica delle opere complete di C.G. Jung. Tra i membri l'italiano Giovanni Sorge, che contattiamo al suo rientro da New York dove si è appena tenuta la presentazione mondiale del Libro Rosso , uscito contemporaneamente in inglese e nell'originale tedesco.

<<La stesura di questo volume inizia intorno al 1913, appena dopo la rottura con Freud dovuta alla differente interpretazione del concetto di libido>>, ci spiega lo studioso, ricercatore di storia della psicologia analitica presso l'Università di Zurigo. <<Per Jung è un momento di grande solitudine, che coincide anche con il ritiro dall'attività accademica e dall'associazione psicoanalitica di cui è stato presidente per volontà dello stesso Freud>>. In seguito abbandonerà l'attività psichiatrica in senso stretto dedicandosi all'esercizio dell'analisi privata, annoverando tra i suoi pazienti la figlia di James Joyce e il premio nobel per la fisica Wolfgang Pauli.

Nei primi tempi della stesura del Libro Rosso Jung vive fenomeni parapsicologici, tra cui la visita di un'intera armata di spettri, che riesce ad allontanare redigendo i Sette Sermoni ai Morti, pubblicati nel 1916 con dedica a una benefattrice del suo club psicologico. Sono anni in cui Jung conduce un'esistenza borghese di giorno, mentre la notte è assalito dalle visioni. La moglie e i figli sono il terreno grazie al quale non affonda nella pazzia come invece è accaduto al filosofo Friedrich Nietszche, autore di Così parlò Zarathustra, un testo a cui Jung dedica molta attenzione.

Le pagine calligrafiche del libro segreto che Jung va elaborando in quegli anni riportano svariate illustrazioni, ispirate anche alla pittura sgargiante e bidimensionale dei mosaici di Ravenna, scoperti durante un viaggio in bicicletta nel nostro Paese. <<Quelle di Jung sono illustrazioni che si rifanno ai mandala, raffigurazioni religiose di forma geometrica usate nel buddhismo tibetano e nel tantrismo come strumento di meditazione. Non sono quindi semplici dipinti>>, specifica lo storico, <<bensì la concretizzazione delle innumerevoli figure che popolano il suo inconscio>>.

E tuttavia, nonostante una paziente voglia convincere lo psicoanalista che i disegni tratti dall'esperienza con le profondità della psiche vanno considerati come arte, Jung si ostina a negarlo. <<Egli ha una percezione etica del suo lavoro interiore. Per Jung considerare i suoi disegni come arte significherebbe ridurli a un fatto estetico, quando invece rappresentano un tentativo di conquistare regioni ignote del proprio inconscio, che è anche quello collettivo>>. Sul finire degli anni Venti la stesura del Libro Rosso s'interrompe grazie alla scoperta de Il segreto del Fiore d'oro, un testo di alchimia cinese in cui Jung riconosce una serie di immagini che rappresentano molte similitudini con il suo stesso percorso privato e seminascosto. <<In quel momento lo psicoanalista capisce di non trovarsi da solo nel viaggio di immersione dentro alle profondità della psiche. Già come è accaduto con le immagini premonitrici che anticipano la stesura del Libro Rosso, trovare nell'alchimia i segni di una ricerca compiuta solitariamente lo rassicura e induce a convincersi di non stare rischiando la caduta nella psicosi>>.

Qualche anno più tardi la vicina Germania viene conquistata dall'ideologia nazionalsocialista e inizialmente lo svizzero  C.G. Jung sembra guardare con ottimismo alla potenza hitleriana. <<Nel nazismo e nei suoi simboli, che si rifanno alla mitologia nordica, egli vede una reviviscenza, suscettibile di sviluppo positivo, di quegli archetipi profondi della Germania che sono stati solo superficialmente celati dalla cristianizzazione delle terre tedesche>>. Che tra psicologia e nazismo ci possa essere un incontro positivo lo credono d'altronde anche quei membri dell'Istituto Goering, fondato da un cugino dell'omonimo collaboratore di Hitler, che sulle pareti dei loro studi appendono affiancati Adolf Hitler e Sigmund Freud. <<Negli anni Trenta gli psicoterapeuti nazisti vedono in Jung un leader ariano e sperano di poterlo guadagnare a loro. Egli per un certo periodo collabora allo scopo di salvare la psicoterapia in Germania, ma s'impegna anche per aiutare fattivamente dei suoi collaboratori ebrei>>.

Ma allora quando il professore si accorge che l'esperimento hitleriano genera mostri? <<La piena percezione della follia nazista matura in lui lentamente. Tuttavia già nel 1936, con il saggio Wotan, egli accenna a quel pericoloso stato di psicosi collettiva in cui si è cacciato il popolo tedesco scegliendo di farsi seguace del Fuehrer>>.

 

IL LIBRO DEI SOGNI DEL DOTTOR JUNG

di Sonu Shamdasani

 

C.J. Jung è considerato una delle personalità più importanti del pensiero occidentale e i suoi lavori continuano a dare adito a controversie. Egli ha avuto un'importanza fondamentale nella formazione della psicologia moderna, della psicoterapia e della psichiatria. Ma l'influenza più profonda del suo lavoro risiede al di fuori della cerchia di esperti: Jung e Freud sono i nomi che i più associano pensando alla psicologia, e le loro idee si sono diffuse ampiamente nelle arti e nelle scienze umane, nei film e nella cultura popolare. Jung è anche ritenuto uno dei promotori dei movimenti New Age. Tuttavia è sorprendente che il libro al centro della sua opera, al quale egli lavorò sedici anni, venga pubblicato solo ora.

Non ci possono essere molti lavori inediti che hanno già avuto un'influenza così vasta sulla storia sociale e intellettuale del Ventesimo secolo come il suo Libro Rosso, o Liber Novus. Da lui ritenuto il lavoro che avrebbe contenuto il nucleo della sua opera successiva, esso da tempo è considerato come la chiave per comprenderne la genesi.

Jung chiamò <<confronto con l'inconscio>> il periodo tra il 1912 e il 1918. Egli in questi anni elaborò i principi delle sue teorie psicologiche degli archetipi, dell'inconscio collettivo e del processo di individuazione, trasformando la psicoterapia da una pratica dedicata principalmente al trattamento della malattia in un mezzo per lo sviluppo superiore della personalità. La psicologia analitica divenne così una disciplina teorica e una forma di psicoterapia. Al centro di ciò vi fu il Liber Novus. Nell'autunno del 1913 in un viaggio in treno verso Schaffhausen Jung ebbe una visione che racconta così: <<Vidi una terribile alluvione che inondò tutte le terre tra il Mare del Nord e le Alpi. Si estendeva dall'Inghilterra alla Russia e dalle coste del Mare del Nord fino alle Alpi. Vidi onde gialle, macerie galleggianti e migliaia di morti. La visione durò due ore, mi confuse e mi fece star male. Non seppi interpretarla. Trascorsero due settimane, poi la visione tornò, ancora più violenta di prima e una voce interiore disse: "Guardala, è del tutto reale, e accadrà. Non puoi dubitarne". Lottai ancora per due ore con essa, ma mi trattenne con fermezza, lasciandomi esausto e confuso. Pensai di essere diventato pazzo>>.

La reazione a questa esperienza fu un'investigazione psicologica con se stesso. L'introspezione è stata uno dei molti strumenti della ricerca psicologica. Jung diede libero sfogo alle sue fantasie e annotò accuratamente quanto derivato, chiamando in seguito questo processo immaginazione attiva. Egli trascrisse le sue fantasie nei Libri Neri, che non sono diari personali, bensì le registrazioni di un esperimento con se stesso.

Quando scoppiò  la Prima guerra mondiale Jung comprese che una serie di queste sue fantasie furono premonitrici. Ciò lo indusse a comporre il primo manoscritto del Liber Novus, formato dalla trascrizione delle principali fantasie dei Libri Neri, insieme a dei commenti interpretativi ed elaborazioni liriche. Qui Jung cercò di derivare dei principi psicologici dalle fantasie, inoltre cercò di capire fino a quanto gli eventi descritti in esse in forma simbolica presentassero sviluppi futuri nel mondo. Il materiale venne rivisto varie volte, per poi essere ricopiato in una scrittura gotica ornata su un grande volume rilegato in pelle rossa, al quale aggiunse fregi di capoverso, bordi ornati e molti disegni. L'opera era composta sul modello dei manoscritti illuminati del Medioevo. L'insieme dei testi e delle immagini ricorda fortemente i lavori illuminati di William Blake.

Il tema generale del libro è come Jung ritrovi la sua anima e superi il moderno turbamento dell'alienazione spirituale. Questo è possibile permettendo che in essa rinasca una nuova immagine di Dio e sviluppando un nuovo mondo visto secondo una cosmologia psicologica e teologica. Il Liber Novus presenta il prototipo del processo di individuazione, da lui considerato la forma universale dello sviluppo psicologico individuale.

All'inizio del libro Jung ritrova la propria anima e intraprende una serie di avventure di fantasia che formano una narrazione consecutiva. I capitoli seguono un formato particolare, iniziando con l'esposizione di fantasie visive drammatiche. Jung incontra varie figure in molteplici situazioni e conversa con loro. Si trova innanzi a situazioni inaspettate e affermazioni scioccanti. In seguito cerca di capire cosa si è palesato e formularne il significato in concetti psicologici generali. Jung riteneva che l'importanza di queste fantasie consistesse nel provenire da quell'immaginazione mitopoietica che nella moderna epoca razionale è mancante. Il compito dell'individuazione è quello di stabilire un dialogo con le figure di fantasia - o contenuti dell'inconscio collettivo - e integrarli nella coscienza, rivalutando così l'immaginazione mitopoietica.

Nel Libro Rosso sono discussi una serie di temi, tra cui: la natura della conoscenza di sé, l'importanza del pensare e del sentire e i tipi psicologici, la relazione tra virilità e femminilità interna ed esterna, l'unione degli opposti, la solitudine, l'importanza del sapere e dell'imparare, lo stato della scienza, il significato dei simboli e come si deve interpretarli, la pazzia, la pazzia divina e la psichiatria, l'imitazione di Cristo, la natura di Dio e degli dei, Nietzsche, la magia, la natura del bene e del male, il significato del passaggio dal paganesimo al cristianesimo, il rapporto con la morte e i propri antenati.