L'occasione che determina l'inizio di un'esperienza importante è sempre il frutto di una speciale alchimia d'incontri e situazioni, che modifica le distanze tra mondi e percorsi che si credevano lontani o s'intravedevano appena

 


 
 
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Le feste teatrali


Gli accampamenti in città


I racconti tra paese e campagna


Il laboratorio di strada per bambini


Lo spettacolo-laboratorio
Per molto tempo, in mancanza di una sala, le nostre prove e i nostri allenamenti si sono svolti nei giardini pubblici della periferia di Bologna, perchè più spaziosi e tranquilli.
Tuttavia, la presenza continua in questi luoghi ci ha permesso di notare e comprendere quanto alcuni di questi spazi fossero segnati da precisi percorsi, abitudini e significati attribuiti loro da assidui visitatori d'età e culture diverse.
Questa osservazione ci era indispensabile anche per l'individuazione del nostro spazio all'interno del giardino.
Per quanto la nostra presenza volesse rimanere discreta, non passava inosservata e dopo qualche tempo veniva assorbita e vissuta al pari di quei luoghi: noi diventavamo oggetto di un'osservazione attenta e quotidiana e parte di un rituale più complesso.
Al termine di uno di questi periodi di prova avevamo ormai un pubblico fisso di bambini e adulti molto attento al lavoro. Familiari alla nostra insolita attività, i più assidui si sentivano autorizzati ad intervenire criticamente sull'esecuzione di una scena, la riuscita di un'azione e addirittura l'orario d'inizio di una giornata di lavoro.
L'incontro aveva suscitato da parte dei nostri osservatori domande e curiosità sul teatro e insieme la voglia di parlarci della loro vita in quel quartiere di periferia bolognese, con la richiesta di vedere rappresentato per loro quello spettacolo di cui conoscevano a memoria quasi ogni passaggio.
Il lento avvicinarsi degli abitanti di un luogo ad un'attività di prova realizzata in uno spazio pubblico, significava disponibilità a far convivere nel proprio territorio gesti quotidiani e gesti teatrali, osservati questi ultimi con l'attenzione di chi sta origliando dietro ad una porta per rubare dei segreti.
L'incontro era reso possibile dal fatto che il luogo scelto per l'azione non era un qualsiasi spazio all'aperto, un contenitore vuoto, ma un ambiente segnato da una complessa rete di relazioni, usi e significati a partire dal quale un gruppo di persone poteva scegliere di riconoscersi come piccola comunità e decidere di ritrovarsi per vivere insieme un'esperienza teatrale.

A partire da tali osservazioni, nel corso di questi anni, abbiamo realizzato numerosi progetti su diversi territori italiani, intervenendo e collaborando con le realtà locali attraverso laboratori teatrali, spettacoli ed eventi speciali.



LE FESTE TEATRALI

Tra il 1997 e il 1999, nell'ambito di un progetto regionale di ricerca e valorizzazione della musica e dei musicisti di tradizione orale abruzzese, l'Associazione Culturale Valfino al Canto ha proposto all'Associazione Il Cetrangolo di partecipare a tre successive edizioni della 'Festa della musica tradizionale', con la richiesta di far reagire i materiali dei nostri spettacoli con le situazioni imprevedibili della festa.
Il progetto, coordinato dall'etnomusicologo Marco Magistrali, si è realizzato in stretta relazione con la Comunità Montana del comune di Arsita (TE) e le associazioni operanti sul territorio.
Per tutta la notte squadre di musicisti, provenienti da diverse zone dell'Abruzzo, percorrevano le vie del paese sfidandosi ad ogni incontro ed improvvisando nuove relazioni musicali, in profonda empatia con l'ambiente circostante, esaltando il carattere ludico e liberatorio dell'istituzione festiva.
Interessati a valorizzare questa capacità di scambio, i curatori del progetto, nei diversi anni hanno invitato anche gruppi appartenenti ad altre tradizioni musicali che con estrema naturalezza sono riusciti a realizzare insospettabili scambi musicali e coreutici con i musicisti del posto.
La presenza degli attori aveva l'obiettivo di innescare micro eventi teatrali senza spettatori nei quali ogni soggetto aveva la possibilità di essere co-protagonista di un'azione collettiva sottratta ad un destino di semplice rappresentazione.
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GLI ACCAMPAMENTI IN CITTA'

Tra la primavera del 1998 e l'estate del 1999 l'Asscociazione Il Cetrangolo ha preso parte ad Accampamento, un progetto coordinato da Marco Bombarda con la supervisione del sociologo Carlo Merlo, realizzato per il Comune di Bologna da un gruppo misto di educatori di strada ed artisti di teatro, in collaborazione con le strutture socio-sanitarie della città.
L'esperienza mirava ad incontrare un territorio circoscritto attraverso la costruzione di un campo attrezzato in due diversi giardini della città, nei quali per due settimane si è vissuto giorno e notte sviluppando in varie forme le attività di competenza dei diversi ruoli artistici e sociali ivi riuniti.
Compito principale del gruppo artistico era quello di tenere in vita il campo (allestimento, cucina, accoglienza, ma anche allenamenti, prove teatrali e musicali) e insieme di "proporre continui significati" su ciò che accadeva all'interno di quello spazio (gli incontri, i commenti, i conflitti) costruendo ipotesi descrittive, narrative e drammaturgiche da convogliare in modo informale nelle azioni individuali e/o collettive realizzate all'interno del giardino durante tutto il periodo di lavoro.
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I RACCONTI TRA PAESE E CAMPAGNA

In collaborazione con la Comunità Montana di Valfino e le scuole elementari di Arsita, nell'autunno del 1999, l'Associazione Il Cetrangolo ha partecipato alla realizzazione della Festa dell'Albero pensata in occasione della piantumazione di arbusti autoctoni all'interno di un'area protetta.
In quest'occasione abbiamo scelto di proporre un percorso di azioni e narrazioni tra il paese e la campagna con gli abitanti del posto, ispirato al testo di Jean Giono L'uomo che piantava gli alberi.
Terminata la benedizione dei piccoli arbusti portati da adulti e bambini, due attori in qualità di testimoni magici dell'evento, conducevano la piccola comunità dalla piazzetta del paese lungo un percorso disseminato di tracce e segnali rinvenibili tra i rami, i rovi, le pietre e la terra, contenenti ognuno parole che s'intrecciavano al racconto sviluppato durante tutto il tragitto.
Il finale dell'azione era l'atto stesso del piantare gli alberi realizzato da tutta la comunità, propiziato da un ricco pranzo imbandito su una tavolata presso il campo.
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IL LABORATORIO DI STRADA PER BAMBINI

Nell'estate del 2000 una nuova occasione per sviluppare ulteriormente l'osservazione e l'esperienza sulle implicazioni legate all'azione del teatro in spazi non convenzionali, si è presentata con il laboratorio Il Mare in Cortile.
Il progetto pilota é stato ospitato all'interno della Rassegna Internazionale di Cinema, Musica, Teatro e Danza Dall'isola dell'isola di una penisola a cura dall'Associazione Culturale Botti du Scöggiü, con il patrocinio del Comune di Carloforte e della Regione Autonoma della Sardegna.
Il laboratorio era rivolto ai bambini dell'isola incontrati in modo informale nei loro abituali spazi di ritrovo. La piazza nella quale sviluppavamo il grosso dell'esperienza era luogo abituale d'incontro anche per anziani e adolescenti.
Il gruppo dei partecipanti si costituiva in modo naturale attraverso i giochi di avvicinamento e i racconti proposti dagli attori.
In brevissimo tempo la notizia della nostra presenza si diffondeva attraverso un fitto passaparola dei bambini stessi che ogni giorno si presentavano all'appuntamento facendosi garanti per nuovi amici e parenti.
Nella sua articolazione il racconto sviluppato dagli attori prevedeva l'uso, per tutti i bambini, di grandi maschere indossate come cappelli e raffiguranti dei pesci.
L' obiettivo era stimolare l'immaginario fantastico di ogni partecipante, facendolo convogliare verso una forma espressiva comune all'interno dei loro abituali spazi d'incontro.
L'esperienza si è conclusa con un'azione teatrale dei bambini nelle vie del paese, realizzata insieme ai conduttori del laboratorio.
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LO SPETTACOLO-LABORATORIO

Tra marzo e maggio 2001 L'Associazione Il Cetrangolo ha realizzato un laboratorio teatrale rivolto ad adolescenti, finalizzato all'apprendimento della tecnica dei trampoli e alla ricerca di una drammaturgia dei luoghi attraverso l'esperienza del teatro di strada.
Il progetto, finanziato con i fondi del programma europeo "Gioventù", è stato realizzato a Carloforte, Isola di S. Pietro (CA), in collaborazione con l'Associazione Culturale Botti du Scöggiü.
L'esperienza ha dato vita ad un evento teatrale realizzato nell'arco di 48 ore in diversi spazi del paese: il teatro, le piazze, le vie centrali, le strade periferiche, il traghetto.
Lo spettacolo, dal titolo RUMORI BIANCHI, è stato realizzato da tutti i partecipanti al laboratorio e da un gruppo di attori dell'Associazione Il Cetrangolo, coinvolgendo realtà locali come gli anziani musicisti "I Tabarka" e cercando la complicità di personaggi locali come quella del capitano del traghetto di linea per l'Isola di San Pietro (che ha ospitato uno dei momenti dello spettacolo).
Questa occasione ha permesso a Il Cetrangolo di mettere in gioco materiali provenienti dallo studio de "Le Argonautiche" di Apollonio Rodio, e di trasformare, e approfondire, il significato di alcune scene per "Approdo nelle città" attraverso l'incontro con il lavoro sviluppato all'interno del laboratorio.


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