Prima di dare
l'avvio alla costruzione di Sabaudia venne dato l'incarico ad una équipe di archeologi, guidata da
Giulio Jacopi, di effettuare degli scavi archeologici. Il
committente era l'ONC (Opera Nazionale Combattenti) ed il costo dell'operazione di scavo fu di lire 2.743.017.
Se consideriamo che tale cifra corrisponde a circa il 10% di quello che fu il
costo di costruzione dell'intera città di Sabaudia, possiamo affermare che
l'investimento "culturale" fu cospicuo se paragonato agli attuali
scarsi finanziamenti riservati alle opere archeologiche. Nel breve tempo
concessogli, il giovane Jacopi si impegnò a strappare dal groviglio di radici e
fango i resti di un glorioso passato. Tra le poche notizie a disposizione degli
archeologi vi erano le tavole di un illustre topografo, Giuseppe Lugli, pubblicate
nella sua Forma Italiae del 1929. In effetti gli archeologi rimasero delusi nel
non trovare un gran numero di statue ellenico-romane, così come Jacopi aveva ipotizzato. Il fatto è che tali statue,
circa una trentina, erano già state rinvenute, nel 1798, da Giuseppe Petrini.
Fra di esse il Giovane Satiro con flauto traverso, l'Apollo (oggi
al Museo di Kassel, Germania) e la Statua di atleta (oggi ai Musei
Vaticani). Ancora prima, nel 1771, era stata rinvenuta una statua di sovrano in
stile egizio (oggi al Museo Egizio-gregoriano di Roma).
I principali siti
archeologici riportati alla luce dai lavori di Jacopi furono:
-
La villa di Domiziano
- La Piscina di Lucullo
- La Via Severina
Altri
siti di interesse archeologico sono:
-
La fonte di Lucullo