Flavio Briatore
Vita da Formula1. Una storia italiana

1. La Formula 1 è un business
2. Che playboy, il «Tribüla»
3. Dalle stalle alla stella
4. Donne e motori
5. Stinchi di santo
6. La seconda bomba

 

1. La Formula 1 è un business

«La Formula 1 non è uno sport. È soltanto un business», va ripetendo uno che se ne intende, Flavio Briatore, che ha vinto due campionati del mondo con la scuderia Benetton oggi è accreditato addirittura come il delfino di Bernie Eccleston, che del gran circo è il padrone. Una vita spericolata, quella di Briatore, una vita da Formula 1. Eppure sono due le storie di Flavio Briatore. Una la favola di un giovane brillante e ambizioso che compie un salto dal bollito misto alla nouvelle cousine, che parte dalla campagna piemontese, dalla Provincia Granda, fa mille mestieri, dall’assicuratore Ras al maestro di sci a San Giacomo di Roburent, fino ad approdare al successo: ai trofei di Formula 1 e, ancor più in alto, alle copertine patinate al fianco di Naomi. L’altra è la storia di affari non sempre limpidi, bische clandestine, polli da spennare al poker o allo chemin-de-fer, una latitanza in isole esotiche, bombe e autobombe, cattive compagnie, trafficanti d’armi e boss mafiosi. Le due storie hanno in comune il punto di partenza: Verzuolo, vicino a Saluzzo, provincia di Cuneo. Qui, il 12 aprile 1950, nasce Briatore Flavio, segno zodiacale Ariete, messo al mondo da due insegnanti elementari che sognano il figlio avvocato. Invece a Flavio basta e avanza il diploma di geometra, ottenuto («con il minimo dei voti», dice di sé) all’istituto Fassino di Busca, con tesina dal titolo «Progetto di costruzione di una stalla».

(1.continua)