5. Stinchi di santo
Ma i personaggi che Briatore frequenta, quelli
con cui discute di affari, donne e motori, continuano a non essere
proprio stinchi di santo. Tanto che il suo nome finisce dritto in
una megainchiesta antimafia condotta dai magistrati di Catania,
accanto ai nomi di mafiosi dalla caratura internazionale. Niente
di penalmente rilevante, intendiamoci: lui, Briatore, non è
stato indagato; ma la sua voce resta registrata in conversazioni
con boss di rango. Felice Cultrera, uomo daffari catanese
che fa riferimento al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola,
è il centro dellinchiesta antimafia. Stava imbastendo
business di tutto rispetto: la costruzione di 5 mila appartamenti
a Tenerife; lacquisto di quote dei casinò di Marrakech,
Istambul, Praga, Malta, Montecarlo, da usare per riciclare denaro
sporco; la commercializzazione e la ricettazione di titoli al portatore;
lintermediazione di armi pesanti e lacquisto di elicotteri
(con la presenza nellaffare di una vecchia conoscenza delle
inchieste sul traffico darmi e droga, il miliardario arabo
Adnan Khashoggi); lavvio di attività finanziarie
in Spagna, Arabia Saudita, Israele, Giordania, Egitto, Marocco,
Turchia, Cecoslovacchia, Russia, Corea, Hong Kong, Montecarlo...
Un vortice daffari, di contatti, di relazioni. Ebbene, chi
è uno degli interlocutori dellattivissimo Cultrera?
Proprio Flavio Briatore (del resto, il gruppo dei catanesi coltivava
buoni rapporti anche con i fratelli Alberto e Marcello DellUtri
e con il generale dei carabinieri Francesco Delfino). Nel
maggio 1992, dunque, Cultrera e Briatore, intercettati dalla Dia
(la Direzione investigativa antimafia), conversano amabilmente di
affari e affaristi. Briatore chiede consigli: racconta che un certo
Cipriani (è il rampollo della famiglia veneziana),
spalleggiato da tal Angelo Bonanno, aveva cercato di intromettersi
nella fornitura di motori di Formula 1; per convincere luomo
del team Benetton, Cipriani gli aveva squadernato le sue referenze:
«Sono amico di Tommaso Spadaro, sono amico di Tanino
Corallo». Nomi doro, nellambiente: Spadaro
è il ricchissimo boss padrone dei casinò dellisola
caraibica di Saint Maarten; Corallo è luomo che qualche
anno prima aveva tentato, per conto della mafia, la scalata dei
casinò italiani di Saint Vincent e di Campione. Cultrera
ascolta con interesse, poi conferma allamico Briatore che
sì, è tutto vero: Bonanno «È uno pesante,
inserito in una famiglia pesante». Infatti: Bonanno è
un narcotrafficante del clan mafioso catanese dei Cursoti, coinvolto
anche nellindagine sullAutoparco di Milano. Dunque meglio
non contrariarlo.
(5.continua) |