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Scorte,
scontro al Senato
Lintervento
di Massimo Brutti,
le repliche del ministro Claudio Scajola
SENATO
DELLA REPUBBLICA
XIV LEGISLATURA
57a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO SOMMARIO
E STENOGRAFICO
GIOVEDì 25 OTTOBRE 2001 (Pomeridiana)
Presidenza del vice presidente CALDEROLI
Svolgimento di interrogazioni a risposta
immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento,
su impiego e distribuzione delle forze di polizia nel territorio
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento
di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question
time) su impiego e distribuzione delle forze di polizia
nel territorio.
BRUTTI Massimo (DS-U). Le organizzazioni più
potenti della criminalità italiana (la mafia, la
ndrangheta, la camorra) hanno la memoria lunga e vi
è una lista nera dei loro nemici. In cima a quella
lista vi sono i nomi dei magistrati che hanno sostenuto
la parte dellaccusa e che hanno ottenuto la condanna
dei capi delle organizzazioni mafiose. Il Governo ha ora
deciso di privare quei magistrati di ogni protezione. Ad
agosto, un attentato è stato sventato nei confronti
di due sostituti procuratori della Direzione distrettuale
antimafia di Reggio Calabria, non adeguatamente protetti
e non vi è stato alcun intervento tempestivo del
Governo; anzi, ad ottobre si è dato luogo ad unulteriore
riduzione: nove magistrati, tra requirenti e giudicanti
sono stati privati della protezione. A Palermo tutti coloro
che hanno condotto le indagini giudiziarie contro i capi
della mafia sono privi di protezione; a Milano la dottoressa
Ilda Boccassini, che si è occupata della strage di
Capaci, è stata privata della protezione; i dottori
Colombo e Greco che hanno indagato sul riciclaggio di capitali
illeciti sono stati privati di ogni protezione. Chiedo il
perché di questa scelta del Governo. Le sembra giusta,
signor Ministro?
PRESIDENTE. Il Ministro dellinterno ha facoltà
di rispondere alla domanda testè posta.
SCAJOLA, ministro dell'interno. Ringrazio il senatore
Brutti della domanda posta perché credo possa dare
lopportunità davanti al Senato della Repubblica
di fare chiarezza su questo tema. Nel poco tempo che mi
è consentito desidero innanzitutto precisare che
lattenzione che il Governo ha nei confronti di chi
è servitore dello Stato e necessita di vedere tutelata
la propria persona è la stessa di tutti gli altri
Governi della storia repubblicana.
(Applausi dal Gruppo FI).
Abbiamo predisposto con grande cura una direttiva indirizzata
ai prefetti affinché fosse valutata con attenzione
la posizione di effettivo pericolo di ogni cittadino di
questa Repubblica, secondo la diversa funzione che svolge
nei confronti della criminalità organizzata, partendo
da unanalisi obiettiva e serena. In questo Paese sono
impegnati per servizio di scorta più di 6.000 uomini.
Il costo del servizio di scorta supera i 1.100 miliardi.
In Paesi ove si registra un fenomeno terroristico e di criminalità
forte, paragonabile e certamente superiore al nostro (Spagna,
con il problema dei Paesi Baschi, Inghilterra con il problema
dellIrlanda del Nord), il costo ed il numero di uomini
impegnati nella protezione delle persone a rischio è
pari al 30 per cento di quello che sopporta lItalia
con un fenomeno inferiore. Questa premessa, senatore Brutti,
è fondamentale per arrivare alla seconda pacata considerazione
che desidero fare anche a chi, come lei, è stato
impegnato con responsabilità importanti nellambito
del Ministero dellinterno e che ha svolto le sue funzioni
con capacità e passione. Abbiamo necessità
di valutare sempre, comunque e dovunque, quando il pericolo
è in aumento, quando è in diminuzione, oppure
quando non cè più; non dobbiamo ritenere
e credere che il servizio di tutela e di scorta nei confronti
di un cittadino italiano debba essere una aggiudicazione
che vale una volta per tutte e che sia una necessità
per tutta la vita. Non è il caso certamente di tutti
i magistrati, né di tutti i "politici" - lo dico
tra virgolette - che usufruiscono di questo servizio che
ha un costo enorme, spropositato e che come ho già
affermato e ripeto in questa Aula agli occhi dei cittadini
è stato ed è considerato una vergogna nazionale.
Abbiamo necessità di tutelare la sicurezza delle
persone esposte a rischio, andando a valutare non più
per leternità, ma per un periodo di controllo
continuo, le loro effettive esigenze. Nella direttiva che
il Ministro dellinterno ha emanato si prevede una
verifica trimestrale della situazione di pericolo oggettivo
di ciascuno. Questo è importante che venga fatto.
Per quanto riguarda poi i numeri che sono apparsi - non
nel suo intervento, senatore Brutti, ma sui quotidiani,
in questi giorni - desidero precisare che non abbiamo detto
che si tratta di un conto economico che si deve ridurre
del 30 per cento. E a tutti evidente che ci possono
realtà dove non cè riduzione, realtà
dove questa è del 100 per cento, ed altre realtà
ancora ove questa diminuzione complessiva della tutela viene
modulata. Peraltro ciò può avvenire anche
con forme diverse; non possiamo infatti nasconderci che
vi sono state e vi sono alcune esagerazioni, con persone
che ritengono che il servizio di scorta sia uno status symbol
per affermare la propria importanza nella classifica sociale.
Certamente lindicazione non potrà essere per
categorie, perché la situazione è diversa
da caso a caso, da persona a persona. Credo tuttavia, senatore
Brutti, che anche lei non potrà che concordare sulleccessivo
uso di questo strumento nel nostro Paese. Concludo, signor
Presidente, assicurando che le direttive date per iscritto
attraverso la circolare e direttamente con i diversi prefetti
vanno nella direzione di una valutazione attenta e pacata
di questo fenomeno, garantendo a chi è effettivamente
a rischio il massimo della sicurezza che può offrire
lo Stato.
(Applausi dai Gruppi FI, CCD-CDU:BF e AN).
BRUTTI Massimo (DS-U). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUTTI Massimo (DS-U). Signor Presidente, mi verrebbe
di rispondere al Ministro, che sì, certamente la
scorta è troppo spesso uno status symbol inadeguato.
Ho pensato questo quando ho visto il sottosegretario Taormina
recarsi a Palermo ad un processo, in qualità di avvocato
difensore di un imputato mafioso, portandosi dietro tutta
la scorta del Ministero dellinterno
(Applausi dal Gruppo DS-U).
Questo è uno status symbol ed una ostentazione che
noi deploriamo. Invece, per quello che riguarda i magistrati
di prima linea, quelli che hanno lavorato e hanno fatto
il proprio dovere, la cosa è un po diversa,
signor Ministro. Infatti, credo che la direttiva da lei
menzionata sia fondamentalmente sbagliata per quanto concerne
questi soggetti. Essa infatti stabilisce che vengano protetti
soltanto coloro che hanno ricevuto in epoca recente specifiche
minacce. Ora, signor Ministro, che arrivi una telefonata
di insulti capita a noi, ai politici. Ai magistrati che
hanno lavorato in questi anni e che hanno portato alla condanna
allergastolo capi delle organizzazioni criminali in
Sicilia ed in Calabria non si fanno telefonate, non si lanciano
avvertimenti: quando arriva il momento li si colpisce. Soprattutto
lasciarli soli, come il Governo sta facendo in questo momento,
significa incoraggiare la mafia. State attenti ai segnali
che questo Governo sta lanciando! Quando voi impedite al
Commissario antiracket ed antiusura di svolgere le proprie
funzioni, di adempiere al proprio dovere, quando voi lasciate
soli i magistrati di prima linea, siete responsabili di
questa solitudine, di questo abbandono e il Ministro dellinterno
è personalmente responsabile di tutto ciò
che può accadere a causa di questa negligenza, di
questo abbandono e della solitudine in cui versano i magistrati
che hanno lavorato per il Paese. Essi sono dei patrioti,
caro Ministro! Essi sono dei patrioti, caro Ministro, e
voi dovete considerare che il lavoro che hanno svolto ha
giovato alla democrazia italiana, lha aiutata. Nel
1992 la democrazia italiana era in ginocchio a causa delle
stragi di mafia ed i responsabili delle stesse sono stati
individuati e condannati. Ma i magistrati che hanno ottenuto
la loro condanna oggi sono soli e saranno costretti a prendere
lautobus per andare al lavoro. I magistrati di Palermo
hanno autisti che hanno un orario di lavoro che va dalle
ore 8 alle ore 14 e non hanno più scorta, se verranno
applicate le decisioni assunte dal Ministro, le quali mi
sembra abbiano suscitato riserve motivate dello stesso comitato
provinciale per lordine e la sicurezza pubblica e
dello stesso prefetto di Palermo. Non concepite il maggioritario
come una sorta di contrapposizione ad ogni costo. Prendete
per quello che valgono nel merito le nostre obiezioni e
pensate che, se si liberano dieci uomini in più dai
servizi di scorta, voi potreste liberarne molti di più
altrove. Mi domando se siano stati assunti i 1.200 assistenti
tecnici che dovevano consentire un uso sul territorio di
altrettante unità della polizia; mi domando, dopo
listituzione di nuove 57 stazioni dei carabinieri
che cè stata in primavera, se altre ne siano
state istituite, se altri poliziotti siano stati portati
a contatto con i cittadini. Dovete discutere e trattare
con i sindacati per tirare fuori dagli uffici i poliziotti
e portarli sulla strada. Certo, è più facile
togliere le scorte ai magistrati, ma state attenti, cercate
di limitare questa tendenza a colpire lanello più
debole, perché questo finisce per essere preso, anzitutto
dalla mafia, come una intimidazione nei confronti di quei
magistrati, ed è un gioco pericoloso.
(Applausi dai Gruppi DS-U, Mar-DL-U e Misto-RC).
SCAJOLA, ministro dell'interno. Signor Presidente, sulle
assunzioni, cui in parte ha fatto riferimento anche il senatore
Brutti nella sua replica, di personale civile, noi stiamo
agendo in continuità con quanto fatto precedentemente.
Ad oggi sono state autorizzate assunzioni per 533 unità.
Ne stiamo per autorizzare altre 500 per il secondo semestre
2001. E uniniziativa molto importante, perché
alleggerisce i servizi che possono essere svolti da altri
ed immette nuova forza sul territorio. Come ho detto nellintroduzione,
abbiamo pensato di impegnare personale di grande esperienza
e che ha avuto una ottima formazione e che oggi è
attivamente aderente alle organizzazioni dell'Arma dei carabinieri
e delle Forze di polizia in congedo. Avendo queste capacità
e questa formazione, tale personale potrebbe essere utilizzato
- stiamo lavorando in questo senso - nei centri cittadini,
fuori dalle scuole, accanto alle famiglie e ai ragazzi.
In modo che si raggiunga lobiettivo di alleggerire
i compiti delle Forze dellordine, affinché
esse si possano dedicare al loro compito di istituto, che
è quello della prevenzione nei confronti del crimine.
Voglio ancora ribadire che linteresse di questo Governo
è quello di garantire la sicurezza e la tutela di
tutti i cittadini, anche di coloro che, facendo i magistrati,
sono più esposti. Noi a Palermo non abbiamo levato
la scorta a nessuno; noi abbiamo rimodulato il sistema delle
scorte eliminando doppioni, migliorando il servizio, riducendone
i numeri per riuscire ad avere risorse più forti
in un momento come questo, in cui l'attenzione nei confronti
del terrorismo è molto alta e vi è la necessità
di un grande impegno.
GARRAFFA (DS-U). Non è vero!
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro.
SCAJOLA, ministro dell'interno. La ringrazio, senatore
Del Turco, per la sua domanda. Largomento è
stato affrontato allinizio del question time con lintervento
del senatore Brutti e questa è loccasione per
chiarire ulteriormente la posizione del Governo al riguardo.
Non possiamo volere tutto e il contrario di tutto. Abbiamo
bisogno di garantire sicurezza ai nostri cittadini, ma possiamo
farlo secondo alcune priorità. In questo momento
abbiamo due priorità fortissime. La prima: di fronte
al terrorismo folle, al nemico invisibile, dobbiamo dare
più sicurezza possibile allItalia. Questo significa
un grande sforzo delle forze dellordine. La seconda:
dobbiamo recuperare unarretratezza incredibile che
pone lItalia come fanalino di coda in Europa nel perseguire
la criminalità diffusa. Il nostro territorio è
sguarnito ed abbiamo bisogno di risorse da dislocare sul
territorio. Abbiamo provato ad aumentare il numero delle
forze dellordine anche attraverso gli stanziamenti
della manovra finanziaria, ma non è risultato sufficiente;
occorre rimodulare gli impegni delle nostre forze dellordine
laddove riteniamo si siano modificate le condizioni di rischio.
Sulle scorte abbiamo deciso di intervenire perché
è possibile recuperare risorse senza abbassare la
soglia della sicurezza. Affrontare questo tema significa
avere grande coraggio ripeto: grande coraggio - e non
voler togliere la protezione a nessuno; né è
tollerabile che si possa, su questo argomento, affermare
che qualcuno vuole aiutare la mafia o la grande criminalità
di questo Paese.
(Applausi dai Gruppi AN, FI e CCD-CDU:BF).
Questo Governo è un Governo democratico che vuol
garantire la sicurezza a tutti. Si tratta soltanto di usare
al meglio le risorse eliminando, laddove si verificano,
gli sprechi e garantendo sicurezza sbarazzandosi, però,
di abitudini che in questo Paese hanno dato luogo a fenomeni
deteriori che non sono degni di un Paese moderno.
DEL TURCO (Misto-SDI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRUTTI Massimo (DS-U). Se avesse usato questi argomenti
nella mia replica le avrei risposto.
PRESIDENTE. Senatore Brutti, ho dato la parola al senatore
Del Turco e non a lei.
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