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IL MANTO NEVOSO

La cartina sopra mostra: le linee a tratto intero che indicano il limite estremo equatoriale della neve in pianura; le linee a pallini che indicano il limite delle nevicate normali in pianura, e le linee tratteggiate che indicano il limite dei 40 giorni con neve in pianura.

Una volta depositatasi al suolo, la neve forma una copertura più o meno spessa ed estesa, la cui durata h in relazione da un lato con la quantita` e la distribuzione mensile delle precipitazioni e dall'altro con il regime della temperatura, dal quale dipende il periodo entro il quale avverr` la fusione della neve. Inoltre il manto nevoso riveste una particolare importanza dal punto di vista climatologico, perchi esso pur essere considerato in certo qual modo come effetto e causa insieme di particolari condizioni ambientali: infatti se è vero che la presenza di uno strato nevoso a forte albedo favorisce la dispersione dell'energia solare e contribuisce in tal modo alla formazione di anticicloni termici, è pur vero che questi ultimi a loro volta sono causa di tempo freddo e secco.

Il manto nevoso perr assume nei vari luoghi aspetti diversi che dipendono sia dalle condizioni climatiche sia da quelle geografiche dell'ambiente. Tra i fattori climatici sono da ricordare l'abbondanza e la frequenza con cui la neve cade quando il manto nevoso si è gia` formato, l'entita` delle oscillazioni della temperatura e la frequenza del vento; tra i fattori geografici sono da citare almeno i caratteri del rilievo (diverso è l'aspetto del manto nevoso in pianura e in montagna, l'altitudine e la continentalit` del territorio. A questo proposito vi è da rilevare subito che esiste una profonda differenza tra le aree continentali del nostro emisfero, come la Siberia o le parti interne del Canada, e le zone montane come la catena alpina. Nelle aree continentali la quantita` di neve che cade da novembre a marzo h piuttosto scarsa, data la modesta quantita` delle precipitazioni invernali che è propria dei climi di questo tipo; pertanto il mantello nevoso diversamente da quanto generalmente si crede ha uno spessore medio assai ridotto, che non supera i 30-50 cm (in Siberia 40 cm nella zona delle foreste e 20 cm in quella della tundra), ma nonostante ciò esso si conserva a lungo nel terreno a causa del freddo intenso. Un'altra caratteristica notevole di questo manto nevoso continentale è la relativa regolarit` con cui esso ogni anno appare e si scioglie: si forma piuttosto tardi, dopo un autunno generalmente secco, e rimane fino a primavera inoltrata, quando il riscaldamento dell'atmosfera, ormai intenso, determina la rapida fusione della neve, onde ne vengono sconvolti il reticolo superficiale e il normale deflusso delle acque. Le condizioni climatiche sono ben diverse nelle nostre Alpi. La quantita` di neve che vi cade nel semestre freddo è assai notevole (da 4 a 6 m all'altezza di 2500 m) e d'altra parte almeno fino a 2300-2500 m gli inverni non sono da noi così freddi come nelle pianure della Siberia o del Canada; tuttavia la coltre nevosa si mantiene per un tempo altrettanto lungo, se non addirittura maggiore, ma qui non è il freddo quanto piuttosto la massa cospicua della neve caduta che assicura la persistenza del manto nevoso. Particolarmente importanti sono le nevi precoci, cioè quelle autunnali, poichi esse, accumulandosi e comprimendosi, resistono meglio al riscaldamento primaverile. Perciò, a parit` di quantit` di neve caduta, un regime nivometrico con massimo autunnale da` luogo a un mantello nevoso più duraturo di un altro con massimo primaverile.

L'influenza dei fattori geografici appare evidente quando si esamini la variazione della durata della copertura nevosa nelle grandi pianure dell'Eurasia. Ecco il quadro di sintesi: la neve rimane al suolo circa 20 giorni nella Francia orientale Lorena), 50-60 giorni nel bassopiano germanico e oltre 70 giorni intorno a Varsavia. In Transilvania il manto nevoso si stabilizza verso la fine di dicembre e permane fino a marzo nelle colline intorno a Cluj, mentre più a est, presso le foci del Don e del Volga, la neve ricopre il suolo per almeno 70 giorni, malgrado la latitudine meridionale. Secondo il Grande Atlante Sovietico, la durata dell'innevamento supera i 100 giorni a nord-est della linea Riga-Voronesh-Lago d'Aral e i 140 giorni a nord-est di una linea che corre tra Leningrado e Kuibishev e continua poi oltre gli Urali attraverso la Siberia fino a raggiungere i 480 di latitudine al confine con la Mongolia, per cui si pur dire che i tre quarti del territorio dell'URSS rimangono sotto la copertura nevosa per quattro mesi e mezzo all'anno. Questa durata sale a 180 giorni dal Mar Bianco al basso Amur, mentre nel basso corso della Peciora l'innevamento dura 220-240 giorni, come accade al di la` degli Urali sul 640 parallelo. Sulla costa del Pacifico, notoriamente fredda, la neve rimane al suolo per tre mesi in Corea, per sei mesi nella maggior parte dell'isola di Sakhalin e nella Camciatca e per sette mesi nelle coste del Mare di Okhotsk. Sul 710 parallelo si arriva a 260 giorni con neve al suolo, finchi nell'estremo nord la penisola di Tamyr, malgrado le scarsissime precipitazioni che riceve, non rimane libera dalla neve che sei sole settimane all'anno. Un contrasto analogo fra regioni occidentali e regioni orientali si ritrova nel continente americano. Sulla costa del Pacifico, al confine tra gli Stati Uniti e il Canada, la neve al suolo dura solo una decina di giorni all'anno, mentre ad Halifax, sull'Atlantico, il manto nevoso copre il terreno per almeno due mesi. Nell'interno vi sono due aree con lungo innevamento, l'una nelle montagne occidentali (6 mesi al Parco di Yellowstone) e l'altra intorno a Quebec, dove il manto nevoso dura normalmente dalla fine di novembre alla meta` di aprile. Nella sponda nord-orientale del Lago Superiore si superano i 5 mesi, mentre più a nord la durata è maggiore perchè la neve rimane al suolo 7-8 mesi presso le coste occidentali della Baia di Hudson e 9-10 mesi nella maggior parte delle isole dell'arcipelago artico canadese.

Sui rilievi la durata del manto nevoso varia in funzione dell'altitudine, in quanto questa condiziona la temperatura media. Perciò alcuni autori si sono proposti di ricercare per ogni sistema montuoso, l'esistenza di eventuali leggi di variazione della durata della copertura nevosa con l'altezza.