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FRENIS  zero 

Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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Frenis Zero  Publisher

     "Spazio Rosenthal. Tra psicoanalisi e femminile". Numero 17, anno IX, 2012. 

 

 

Editoriale di Laura Montani

 

 

 

Laura Montani è Socio Ordinario  della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) e dell'"International Psychoanalytic Association"(I.P.A.).


 



 



 

 

 

            

 

 

  

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

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 Nuova pubblicazione/New issue:

"Psicoanalisi e luoghi della negazione" a cura di A. Cusin e G. Leo (Editors)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian,  A. Cusin, N. Janigro, G. Leo, B.E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.  Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-4-2

Anno/Year: 2011

Pages: 400

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"Lebensruckblick"

by Lou Andreas Salomé

(book in German)

Author:Lou Andreas Salomé

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-97479-00-0

Anno/Year: 2011

Pages: 267

Prezzo/Price: € 19,00

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"Psicologia   dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 30,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-0-4

Anno/Year: 2008

Prezzo/Price: € 18,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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"Diventare differenti significa decostruire l’immagine della Donna come alterità complementare e speculare dell’uomo, così pure delegittimare l’opposizione dicotomica maschile/femminile, per affermare la complessità di un soggetto incarnato in continua trasformazione,  distante non solo dai ruoli assegnati storicamente al femminile, ma soprattutto in grado di disattivare la coincidenza tra maschile ed universale".

 

Così scrive  Simona Marino, nel suo contributo presentato al seminario su "La trasmissione del femminile", i cui atti ospitiamo con vivo piacere nello "Spazio Rosenthal", spazio nato come "laboratorio" dove mettere in tensione, rielaborare e/o  decostruire  i ruoli e le funzioni, assegnati storicamente dalla  lectio psicoanalitica  alla Donna.
Quello che definirei  un sorta di ‘forca  caudina’ del pensiero psicoanalitico sulle origini, la differenza sessuale, è,  "ab origo", riconducibile  a una  delle metafore archeologiche freudiane più celebri che tutti noi conosciamo, ma che vale qui la pena ricordare, dove la differenza fra i sessi si pone come l’impensabile, l'intrattabile, l’ignoto:

 

"La cognizione di un’antica epoca preedipica nella femmina ha provocato in noi una sorpresa simile a quella che , in altro campo, ha suscitato la scoperta della civiltà minoico-micenea precedente alla civiltà greca.Tutto nell’ambito di questo primo attaccamento alla madre , mi sembrò difficilissimo da afferrare analiticamente, grigio, remoto, umbratile, arduo da riportare in vita, come se fosse precipitato in una rimozioneparticolarmente inesorabile." ( Freud ' 32)

 

Questa metafora  comporta per la psicoanalisi, sia come teoria sia come pratica della cura, una questione epistemica non lieve, se rimaniamo aderenti all’ambiguità segnalata da L. Irigaray  (1974) sullo  "speculare" e alla conseguente inacessibilità diretta a  una qualche rappresentabilità  dell’origine al suo interno, per quanto riguarda la psicoanalisi al suo sorgere, dove la donna  è stata il "luogo cieco di una antica simmetria". 

Ma non solo.

Gli effetti di senso prodotti all’interno delle teorie psicoanalitiche, a partire da Freud, dalla posizione metonimica che  i termini  "origine-femminile -madre" occupano nel sistema della lingua e di conseguenza nel tessuto passionale soggettivo, che nella teoria trova inevitabilmente una risignificazione, sono  i nodi con cui il pensiero psicoanalitico contemporaneo non cessa di confrontarsi, tentando  di riportare nel visibile e nel rappresentabile   quanto al suo interno stesso è "precipitato in una rimozione particolarmente inesorabile".

Questa posizione ,- la contiguità dei  termini  "origine- femminile- -madre -", ha dato luogo nel testo freudiano a  un preciso  ‘passo’ che ripete incessantemente, in tutta la sua scrittura, il gioco del " fort da". Detto in altro modo, il femminile é il corpo assente sulla cui assenza é però costruita tutta l’intera scena della scrittura e su cui si “appoggia” il corpo dell’opera. Scrittura  interamente autobiografica,  dunque, in cui lo speculatore Freud non fa che ricordare se stesso: e dove l’altro, il corpo femminile, pure così essenziale  perché origine del gioco, può comparire solo in assenza, dispositivo autoreferenziale  onestamente riconosciuto da Freud stesso, sia con la  sopracitata famosa metafora archeologica, sia con le dichiarazioni esplicite sul suo ‘non sapere’ niente del desiderio femminile. “Che cosa vuole una donna”? é una domanda a cui  lo speculatore Freud, lo sappiamo, non ha potuto rispondere. La questione del narcisismo si pone nella teoria psicoanalitica nascente, con Freud, in tutta la sua forza.  E’ innegabile che nel  "fantasieren" psicoanalitico il corpo proprio, nella sua accezione di corpo pulsionale, sia il fondo oscuro che organizza la teoria stessa dentro la quale si rispecchia. L’autoanalisi di Freud ne è la riprova. Le analiste dunque, esse stesse dopo Freud, si sono mosse nelle costruzioni teoriche a loro proprie, con un movimento "speculare",  nel  senso più alto di questo termine polisemico.

I pensieri delle analiste che  presentiamo in questo numero della Rivista e pongono in luce importanti questioni legate alla trasmissione del femminile, ne sono valida testimonianza. Questi pensieri riempiono di nuovo senso  quel luogo , il femminile, che nel corpo del testo freudiano era rimasto velato.Ma mentre lo svelano, lo ri-velano, come si conviene alla ricerca della verità, che rimane , per essere tale, sempre, infinitamente aperta.

Il pensiero delle analiste, come mostrano   i contributi che presentiamo qui, nello "Spazio Rosenthal",  si muove oggi all’interno  di un contesto, quello  della crisi attuale che attraversa la divisione dei territori sessuati – maschile femminile - dove la psicoanalisi sembra mantenere una posizione apparentemente salda, una sorta di neutralità in merito, imponendo   di fatto un sistema  di pensiero che va al di là delle diversità, delle società e dell’evoluzione culturale, eccezion fatta per la ricerca spesso dimenticata o messa ai margini di quelle psicoanaliste che hanno messo al centro   della loro riflessione la questione del sessuale femminile. Infatti  quel che Freud (1925a;1931;1932) diceva delle donne, quello che Winnicott (1987) diceva delle donne,  quello che Lacan (1972-1973) diceva delle donne, non ha convinto del tutto le donne analiste. Le donne analiste hanno ricercato, - spesso in solitudine prima degli anni ’60, poi in una rete di ‘comuni sensi’ sempre più allargata, al di là e oltre le enunciazioni che hanno fondato una psicoanalisi dove la donna si  può leggere via via sotto il titolo di un maschietto castrato o di un dispositivo  psichico articolato in un’unica funzione, quella materna -,  accontentandosi non senza una qualche soddisfazione, di essere il Grande Altro, quello che l’apparato teorico speculare di questi grandi analisti non è riuscito a cogliere e quello che eccede la teoria. Figure del femminile in definitiva, quelle di cui sopra, oltre le quali le donne analiste hanno continuato a ricercare, avvertendone nella stanza d’analisi quanto le silhouette che andavano a configurare stringessero il loro pensiero come un busto e ne accorciassero il respiro. La ricerca comunque è stata e rimane insatura (forse altrimenti non sarebbe ricerca), e perché emergano nuovi pensieri è necessario tenere conto di quanto peso abbiano avuto, sul lavoro e nella mente delle analiste donne, quelle figure per così dire classiche, che è molto difficile abbandonare. Il nuovo non si costruisce infatti scollandosi e separandosi da quanto lo ha preceduto, anzi potremmo dire che nessuna sincronia è possibile senza una diacronia. Pertanto, in questo ricercare delle analiste donne, che non si accontenta di risposte troppo forti che limitino e facciano da diga al libero sgorgare del pensiero al lavoro, siamo lieti di accogliere nello  "Spazio  Rosenthal"   i contributi offerti da Julia Kristeva, da Ambra Cusin, da Lidia Tarantini, da Barbara Massimilla e dagli autori delle relazioni del seminario "La trasmissione del femminile" (Napoli, 25 marzo 2011) (Adele Nunzia Cesaro,  Giuseppe Stanziano, Sandra Parrello, Anne Loncan, Simona Marino, Anna Zurolo) per le quali si ringraziano Massimiliano Sommantico e Barbara De Rosa.

 Lo "Spazio Rosenthal"  infatti si è aperto  per accogliere  tutto ciò che emerge come nuovo nella  e dalla stanza d’analisi, nel doppio senso di ciò che affiora, come inedito, ma anche come ciò che, a viva voce, chiede di essere ascoltato come un’emergenza del dolore: quel dolore intraducibile che una ragazza di sedici anni è comunque riuscita ad esprimere lapidariamente nel modo seguente: <<Essere donna è così difficile che solo le donne ci riescono>>[Ludovica, Liceo Margherita di Savoia da "Un secolo di donne, 1908-2008. Il tuo pensiero sui muri di Roma", Comune di Roma].

Questo spazio, inoltre,  mantenendosi aderente  al progetto   strutturato da "Id-entità mediterranee", si apre per accogliere anche quanto  le analiste, utilizzando il metodo analitico per confrontarsi con il disagio   contemporaneo,  vanno sperimentando   in una zona di confine. 

 Zone  segnate da sconvolgimenti traumatici diversi, che vanno  dagli stravolgimenti naturali che percorrono il pianeta (come il terremoto di L'Aquila di cui parla Ambra Cusin),   a quelle  dei conflitti, che  sotto il titolo di  guerre  di "religione"  o "interventi umanitari", lo insanguinano  devastando non solo i corpi ma anche e soprattutto  anime. Come mostra  la comparsa di una "loi foularderie " varata in Francia,  c'è un luogo simbolico (intorno a cui si  levano comunque conflitti armati), che non può non essere interrogato  oggi dalle psicoanaliste  e che insieme le interroga: il velo femminile e  le pratiche discorsive e metaforiche animate dal gesto di velare, svelare e rivelare.

 Se  Freud e  Lacan  hanno contribuito a delineare i tratti della femminilità solamente come mancanza di tratti maschili, lasciando così la sessualità femminile nel vuoto di rappresentazione, le analiste oggi  lavorano  a costruire  un linguaggio o sistema di segni in grado di simbolizzarla.
 La grande  lezione di  "Speculum" è stata "trasmessa".

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
 

 

   
   
 

 

   
   
   
 

 

   
   
   
   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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