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Scienze della Mente, Filosofia, Psicoterapia e Creatività

Mind Sciences, Philosophy, Psychotherapy and Creativeness

     EVENTS 2004

Le mostre, gli eventi teatrali, gli 'happenings'.... e tanto altro ancora.

 

 VANITAS

LE OPERE E I GIORNI 3 - La Vanitas
Mostra a cura di Achille Bonito Oliva


PADULA (Salerno)
Certosa di San Lorenzo


Fino al 30 settembre 2004

Con le tre giornate inaugurali del 18, 19 e 20 giugno 2004 si è aperta al pubblico la terza e ultima edizione della mostra Le Opere e i Giorni concepita come iter triennale, ideata e curata da Achille Bonito Oliva alla Certosa di San Lorenzo a Padula. Dopo il Verbo e il Precetto, il tema affrontato quest’anno è quello della Vanitas.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino, e si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Campania e della Provincia di Salerno. Anche quest’anno le Opere e i Giorni fanno parte degli Annali delle Arti, un progetto promosso dalla Regione Campania, ideato e diretto da Achille Bonito Oliva e curato da Eduardo Cicelyn.
Le celle, trasformate in “ateliers”, sono state consegnate agli artisti il 29 maggio 2004 e ognuno ha creato la propria opera, sul tema della Vanitas, con i linguaggi più disparati: pittura, scultura, fotografia, video, installazioni e performance, musica, regia, danza, teatro, prosa e poesia.
Anche quest’anno i lavori sono ambientati nei diversi spazi della certosa: granai, cucine, forni, cantine, chiostri, portici, Scalone Monumentale, Sala del Capitolo, chiesa, cappelle.
Oltre cento gli artisti internazionali coinvolti nel triennio, dei quali quarantaquattro invitati nel 2004, che convivono con i partecipanti delle prime due edizioni.
Il progetto relativo alle opere, realizzate ed esposte in Certosa, è di renderle patrimonio permanente per costituire una collezione di Arte Contemporanea, che diverrà il nucleo del nuovo CO.RE. Museo, nato dalla sinergia tra la Regione Campania e la Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Anche quest’anno si è inaugurata la sezione dedicata all’architettura del paesaggio Ortus Artis curata da Achille Bonito Oliva. La mostra consente di ammirare la realizzazione dei progetti, nei giardini delle celle, elaborati da architetti paesaggisti contemporanei di rilevanza internazionale in consonanza con le opere degli artisti.
(fonte www.irmabianchi.it)

 

ELENCO PROGETTI

3ª annualità

 

GHADA AMER Installazione, 2004 (Cella n.12)

L’intervento conferma la discrezione che sempre caratterizza la pratica dell’artista, attenta a dissimulare piuttosto che ad esibire il movente del proprio gesto creativo. Così, è alla superficie ricoperta da nuovo intonaco dei muretti di recinzione delle aiuole del giardino della cella che verrà consegnato il testo, dipinto al rovescio, della poesia di Boris Vian scelta (e tradotta) per l’occasione. I segni consentiranno a chi lo vorrà di leggere i versi del poeta francese, destinati altrimenti a restare segreti, pura traccia che turba appena la quiete del luogo.

ELISABETTA BENASSI Senza titolo, Installazione, 2004

Un orologio di grandi dimensioni (all’incirca 80 cm di diametro) privo di lancette sarà collocato, immobile, silenzioso, inesplicabile, nella zona di accesso al Chiostro Grande. A perturbare ulteriormente lo sguardo una scritta che attraversa il quadrante spogliato della sua ovvia funzione, fuori da ogni ritmo e da ogni riconoscibile utilità.

MONICA BIANCARDI Santi, 2004 (Cella n.7)  

Il lavoro proposto dalla giovane artista napoletana prevede una serie di dieci fotografie in b/n 40x45, ritratti  racchiusi in antiche cornici messe a disposizione dalla Certosa, all’interno delle quali, come sua consuetudine, Biancardi sistemerà dei neon a misura. La teoria di volti si svolgerà nel corridoio della cella, che verrà così pervasa da un’intensa luce azzurra. Nella nicchia di marmo bianco antistante il corridoio, uno specchio serigrafato, quasi un viatico.

BIANCO-VALENTE Installazione, 2004 (Cella n.13)

Da sempre attenta ad indagare il rapporto  tra naturale e artificiale (biologico-tecnologico), interessata a catturare attraverso i linguaggi digitali i mutevoli meccanismi del pensiero visivo ed i processi che strutturano la creazione mentale delle immagini, la coppia Bianco-Valente proporrà al piano superiore della cella un’installazione inedita composta da grandi stampe retroilluminate a cui potrà aggiungersi una videoinstallazione.

PIETRO CAPOGROSSO Due tarsie, Installazione, 2004
Guardando alla ricchezza e al pregio delle antiche tarsie lignee conservate all’interno della Certosa, Capogrosso ha scelto di realizzare  un lavoro che riprende appunto l’antica tradizione della tarsia, un pannello quadrato (100x100) composto di differenti, preziose essenze (frassino, perobarosa, tulipié, zebrato, avorio brasiliano).

PATRIZIA CAVALLI Sempre aperto teatro, 2004 (Chiesa) 

Per la sua presenza alla Certosa, Patrizia Cavalli, fra le voci più apprezzate della poesia italiana degli ultimi decenni, ha scelto lo spazio silenzioso della Chiesa, dove nei tre giorni di apertura della mostra leggerà versi tratti dalla raccolta Poesie 1974-1992 e dal più recente volume Sempre aperto teatro, entrambi pubblicati da Einaudi, proponendo anche alcuni testi inediti. 

LORIS CECCHINI Installazione, 2004 (Cella n.10) 

Il lavoro di Cecchini, artista sempre disposto ad attraversare nella propria eterodossa ricerca nuovi percorsi, linguaggi, materie, spazi, verrà realizzato direttamente nella camera superiore della cella, per l’occasione ridipinta di luminoso bianco. Qui saranno costruite due opere, due strutture in legno che articoleranno un’installazione complessa in cui verranno inseriti anche arredi appartenenti alla Certosa.

PAOLO CHIASERA Scarface,  Dvd loop 2001 (Cella n.7)  

Chiasera ha scelto di interpretare il tema della Vanitas attraverso un video, proposto in loop nella cella, che offre una sottile e paradossale riflessione sul problema, privilegiato all’interno dell’opera dell’artista bolognese, della strategia. “Scarface - ha detto Chiasera - è un tentativo di crearsi il proprio spazio, di rubare quello dell’altro, di rompere equilibri pre-esistenti per crearne dei nuovi a loro volta demolibili”.

ENZO CUCCHI Secco, 2004 (Cella n.4)

Nella stanza centrale della cella collocherà ( “incastonerà”) la sua immagine della Vanitas, un’opera di grandi dimensioni realizzata utilizzando, tra l’altro, tarsie di cera pigmentata. Ancora una volta per Cucchi il quadro si offre come “deposito provvisorio di energie che suscitano immagini, spessori di materia pittorica ed estensioni fuori dal tradizionale supporto di tela” (Achille Bonito Oliva).

ALVIN CURRAN Installazione sonora, 2004 (Cappella dei Morti - Sala del Capitolo) 

Quello che Curran ha elaborato è un singolare “ritratto sonoro” di Achille Bonito Oliva. L’opera, frutto di un lungo lavoro preparatorio che ha coinvolto direttamente il critico in una serie di registrazioni, è stata pensata per la cappella che già accoglie l’intervento di Michelangelo Pistoletto, dove, accompagnato soltanto dalla presenza di due guantoni da boxe, usati e appesi al chiodo, il ritratto sonoro  si diffonderà in loop lungo il corso dell’esposizione. Inoltre, nei giorni di apertura, Curran proporrà nella sala del Capitolo una performance sonora.

OUSMANE NDIAJE DAGO Femme Terre, 2002

Il fotografo Dago utilizza il sistema della moda come approccio alla realtà antropologica del proprio territorio, quello senegalese, dell’Africa.

MARIO DELLAVEDOVA Se non è vanitas che cos’è arte?.. e se non è arte allora cos’è?, 2004

(Cella n.18)  

L’installazione, concepita per la stanza con corridoio della cella, è un’interpretazione ironica e, assieme, severa del tema antico della vanitas. Su un tavolino con piano di formica verde pastello chiaro stile anni settanta un teschio in ceramica con mandibola basculante posato su due libri. Poco distante, imponente, un cero liturgico.

BALDO DIODATO Camminamento, 2004 (Cella n.16)  

Utilizzando lo spazio antistante la cella, Diodato realizzerà un intervento scandito in due momenti. Inizialmente, stenderà sovrapposte due lunghe tele (m. 10x2,20) eseguendo un frottage che darà visibilità ai tanti segni, ora sottili ora profondi, tracciati dal tempo sulla pavimentazione del chiostro, segni a cui, oltre alle tracce del camminamento, verranno sovrapposte immagini dipinte della vanitas. Dopo qualche giorno, la prima tela verrà rimossa e installata sul muro del corridoio della cella e contornata d’oro, mentre la seconda resterà stesa ad accogliere e registrare i passi dei visitatori.

ISABELLA DUCROT Arazzo (Ingresso del Chiostro Grande - Cimitero Nuovo), 2004  

Muovendo dalla suggestione visiva offertale dalla pavimentazione in selci del cortile su cui insiste l’ingresso della Certosa, l’artista intende realizzare un grande arazzo (5x4m) che riprenda la fitta trama di segni disegnata dalle pietre. L’opera troverà collocazione all’ingresso del chiostro grande, tra le prime due celle, richiamando così un ulteriore intervento pensato dall’artista per le quattro aiuole simmetriche del cimitero, che saranno coperte con materiale cartaceo così da simulare il selciato d’ingresso, divenuto ora, però, tenero e deperibile: vanitas.

MAURIZIO ELETTRICO Il culto di Lily Moore, 2004 (Cella n.9) 

Si tratta di un’installazione di grande complessità, in cui si sovrappongono in sorprendente sequenza oggetti, immagini, reliquie legate all’immaginario culto di Lily Moore, fantomatico artista vissuto in un lontanissimo futuro. Ad essere trasfigurato da incongrue e allusive presenze (sale himalayano, gemme, cristalli iridescenti, decori su carta tailandese) il corridoio della cella, al termine del quale si troverà l’icona del sacerdote artista.

FEDERICO FUSI Modulazione 31: la scultura e l’impegno, 2002; RACE (Radio Arte CErtosa) www.radioarte. it

L’opera, un inedito del 2002, con cui Federico Fusi intende declinare secondo la sua singolarissima prospettiva di radioartista il tema della vanitas è, assieme, un’immagine (stampa lambda su alluminio della figura di un sacerdote), una scultura (sulla superficie della fotografia sono disposti elementi in bronzo patinato) e un’installazione sonora. Fusi, infatti, trasmetterà in webcasting sul sito una “scultura radiofonica” che riprenderà la questione dell’impegno, “contrario della vanitas” e luogo teorico su cui l’artista ha costruito il suo intervento.

ALBERTO GARUTTI Progetto sociale in sito, 2004 (Cella n.4)

Installazione  

Il progetto. Una sottile lastra d’oro, un quadrato di preziosa luce verrà occultato definitivamente all’interno della cella, trasformandone, in maniera invisibile ma decisa, lo spazio che diverrà più “intenso” per la presenza stessa di una ricchezza segreta e inafferrabile. “Ciò che conta nell’arte - ha detto l’artista - è la misteriosità del suo stesso evento”. 

KENDELL GEERS Nature morte, 2004 (Cappella delle reliquie) 

Il lavoro sulla vanità, ispirato a Maria Maddalena, e collocato nella cappella delle reliquie, prende le mosse dall’iconografia tradizionale della santa, sovente raffigurata insieme ad un teschio, simbolo che caratterizza appunto il genere pittorico della vanitas. A questo elemento simbolico si lega, ulteriore memento mori, l'immagine di fiori recisi, elemento che pure interviene nel monumento a Maria Maddalena concepito da Kendell Geers come un reliquiario contemporaneo, una scultura installata tra gli oggetti sacri già presenti nella cappella.

PIERO GOLIA Ogni singolo giorno, 2004 (Cella n.11) 

Il progetto. Nella stanza centrale della cella Golia, come sempre irrequieto e sorprendente nel costante mutare delle sue esperienze di ricerca, ha scelto di intervenire con un inedito lavoro di scultura, un lampadario crollato al centro della cella posto su un incongruo piedistallo.

DINO INNOCENTE Lettere della memoria, 2004 (Cella n.24) 

Composta di 48 piastrelle di piombo quadrate (50x50) disposte sul pavimento della prima stanza della cella, l’installazione che Innocente ha creato per quest’occasione propone una riflessione, anche dolorosa, sulla storia e sulla memoria. Ogni piastrella, il cui numero coincide, tra l’altro, con gli anni dell’artista, reca un’immagine fotografica, un volto o un documento del nostro, più o meno recente, passato da rendere attuale per forza d’immaginazione attraverso la vitalità creativa del ricordo.

EMILIO ISGRO’ Padrenostro delle formiche, 2004 (Cella n.15) 

Disposta sulla parete della stanza al piano terra della cella un’imponente “pala” che reca fitte cancellature, segno da sempre proprio alla sottile, raffinatissima pratica artistica e poetica di Isgrò. Attorno, collocati nel vuoto silenzioso della camera, leggii, su cui stanno, aperti, severi ed anche impossibili volumi, opere  pensate per l’occasione e per lo spazio singolare di questa mostra.

ANISH KAPOOR Wounds and absent objects, 2003 (Cella n.3) 

Si tratta della proiezione in loop di un video della durata di 7’33’ su una parete appositamente realizzata. La collocazione di questa nuova parete è tale da ridurre drasticamente l’ampiezza e l’agibilità del corridoio prescelto per l’intervento e il lavoro assume così una dimensione architettonica molto forte, ridefinendo, non soltanto virtualmente, lo spazio della cella secondo una misura ambientale che da sempre caratterizza la ricerca dell’artista.

SOL LEWITT Wall drawing, 2004 (Cella n.1) 

L’artista americano ha scelto di intervenire all’interno della Certosa con un wall-drawing pensato per la prima stanza della cella di cui verranno così ridefinite in maniera radicale - ma non per questo irrispettosa dello spazio e delle sue proporzioni - la luce e le prospettive.

RENATO MAMBOR Forma e contenuti, 2004 

Il lavoro, di grande asciuttezza e rigore formale, si articolerà in cinque pannelli rettangolari, ciascuno dei quali alto 220 cm (la base è di 80), disposti ritmicamente su una stessa parete a formare una sorta di silenzioso polittico.

FLAVIA MASTRELLA Microcosmo, 2004 

Immaginato come luogo di interazione, di segreta complicità fra l’opera e il visitatore, il microcosmo con cui l’artista vuole restituire, leggero, il senso della vanitas è una scultura sferica di due metri di diametro, che si offre al gesto dello spettatore in un ambiente bianco e circoscritto, abitato da luci taglienti e da piccole boe colorate.

MK Danza, 2004 (Cantine)

Prevista per i tre giorni di apertura, la performance proporrà negli spazi scabri delle cantine le esperienze più recenti che il gruppo MK sta conducendo sul corpo, inteso non più come segno, elemento ottico-visuale ma come sostanza sonora, vibrazione, timbro. Incentrato sulla qualità d’ascolto del gesto, il lavoro, che potrà complicarsi di interventi vocali, versi e parole, tenta il paradosso di un’evidenza fisica che nel movimento tradisce il codice visivo e si dà nell’irriducibile pienezza di un’istantanea complessità.

LILIANA MORO con VINCENZO CABIATI Testine di Moro, 2004 (Cella n.11) 

Lavoro interpretato da Vincenzo Cabiati. Quattro testine in ceramica policroma con una tipica espressione dell'artista verranno posizionate nelle aiuole della cella.

PAUL MORRISSEY con VERUSCHKA Vanitas (Veruschka, poesia di una donna), 2004 (granai)

Morrissey, regista fra i più apprezzati del cinema indipendente americano, e Veruschka, artista, modella, attrice di ineffabile, mitica bellezza (“la donna più bella del mondo” l’ha definita Avedon), s’incontrano alla Certosa per un progetto che si articola in due momenti. Un film inedito ed una performance di cui assoluta, intensissima protagonista è Veruschka, la sua immagine perfetta, il suo corpo, opera d’arte crudele e sensuale, ma soprattutto, la sua vita, esperienza dolorosa e splendente di una dolce, invincibile vanitas.

MOATAZ NASR What’s in Between, 2004 (Cella n.23) 

Nella stanza centrale della cella l’artista costruirà un ambiente incongruo rendendo lo spazio decisamente inquietante e comunicando un senso di precarietà che si moltiplicherà grazie a misteriosi, sottili brusii e al rotolare di impossibili uova.

NAM JUNE PAIK Buddha, 1991 (Cappella della Cella del Priore)

Il tema della vanitas si traduce per l’artista fluxus nell’opera intitolata Buddha, un lavoro già noto che il contesto rinnova e rende particolarmente efficace. Si tratta dell’antica scultura dorata di un buddha indiano che fronteggia, quieto e assorto, un vecchio televisore svuotato di ogni tecnologico congegno, di ogni colorata immagine, e riempito soltanto di una semplice candela bianca che si consuma lentamente.

MARIA PIZZI Souvenir, 2004

Per l’occasione l’artista intende realizzare un video di animazione e una serie di elaborazioni fotografiche stampate su carta e su stoffa.

MARIALBA RUSSO Come una pietra su un ramo, 2004

La vanitas, i suoi simboli e le sue figure, ma anche le luci, i silenzi e le ombre della Certosa trovano sensibile traduzione nella fotografia di Marialba Russo che proporrà tre immagini in bianco e nero, tre foto in grande formato frutto di un paziente lavoro di studio e ricerca condotto all’interno degli spazi certosini.

VIRGINIA RYAN Living go(l)d, 2004 (Corridoio sala Granai)

Trenta immagini fotografiche stampate su tessuto p.v.c., trenta ritratti a mezzo busto di figure maschili, abitanti del Ghana (paese in cui l’artista australiana attualmente vive) ricoperti d’oro, immagini lucenti inquadrate in cornici dorate, anch’esse provenienti dal paese africano: questo il lavoro che Virginia Ryan collocherà nel corridoio e nelle scale che conducono ai granai della Certosa.

REMO SALVADORI L’osservatore non l’oggetto osservato,1981-2004 (Scalone monumentale)

Nel momento, 2004 (sala antistante la biblioteca)

L’imponente scalone è luogo impressionante nella sua bellezza, ma anche estremamente arduo per la sua barocca presenza. L’artista ha scelto l’intervento: “L’osservatore non l’oggetto osservato”. L’opera in rame è collocata alla sua base, a segnare il movimento ascendente dello scalone che si offre come modulo, come indicazione spaziale che unisce interno e esterno della Certosa.

Nel momento. L’opera è composta da dieci elementi in foglia di piombo e occupa l’intera parete della stanza antistante la biblioteca: si raggiunge percorrendo la scala elicoidale con i suoi trentotto gradini.

FRANCO SCALDATI Grazia, 2004 (Cella del Priore)

Il progetto. “Bellezza che sfida la morte e che nella morte rinnova se stessa”: attorno a questo intreccio, carico di risonanze mitiche e simboliche, si svilupperà l’intervento di Scaldati, il cui “teatro senza teatro” sarà testimoniato non soltanto dal corpo e dalla voce dell’artista, presente nei giorni di apertura della mostra con una lettura-performance del testo “Libro notturno”, riscrittura in siciliano di alcuni brani del Macbeth, ma anche da un video di 15 minuti.

GRAZIA TODERI VideoInstallazione, 2004  (cella n.19)

Centro  

Il progetto. L’artista proporrà una proiezione video in cui le immagini siderali dei movimenti di una galassia si offriranno come una preghiera.

FRANCO VACCARI Faville, 2004 (cucine) 

E’ nella straordinaria cucina della Certosa che l’artista ha scelto d’intervenire sospendendo all’interno della cappa del monumentale camino leggeri putti alati, figure sorridenti e vagamente fluttuanti, quasi come se fossero in balia di quel soffio d’aria calda che la cappa un tempo raccoglieva e guidava verso il cielo.

WAINER VACCARI Autoritratto allo specchio, 2004 (Cella n.16)

Nella stanza al piano superiore della cella Vaccari collocherà un suo recente dipinto, un grande quadro ad olio (190x190) con cui l’artista ha voluto misurarsi in maniera singolare col tema della vanitas attraverso un genere, quello dell’autoritratto, frequentatissimo anche nell’arte del nuovo millennio.

FRANZ WEST con TAMUNA SIRBILADZE Installazione, 2004 (Cella n.1) 

Nella cella, nell’ampio corridoio - una passeggiata coperta - che si apre sul giardino, gli artisti proporranno un’articolata installazione orientata a ridefinire lo spazio traducendolo da luogo di passaggio a luogo di permanenza. L’opera, infatti, prevede oltre ad un incisivo intervento sulla parete che prende luce dal giardino, ricoperta per l’occasione da una distesa di arance secche, la presenza familiare di due divani, elementi, questi, che ricorrono frequentemente nel lavoro dei due artisti.

SISLEJ XHAFA Parlamento Installazione, 2004 (Capitolo)

L’artista, che privilegia interventi site specific, ha scelto di lavorare nella Sala del Capitolo, dove ha installato, nella cornice a stucco che sovrasta l’ingresso, la sua opera dal titolo “Parlamento”.

GILBERTO ZORIO Installazione, 2004  (Cella n. 2)

L’abbraccio della grippa americana 

Il progetto. Al tema della vanitas l’artista ha scelto di rispondere con un’installazione in pirex che, sospesa al soffitto della cella, contiene ed esibisce sostanze chimiche di segreta potenza.

 

 

 

 

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 Responsabile editoriale: Giuseppe Leo

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