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Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

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Frenis Zero  Publisher

 

     Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione

Numero 18, anno IX, giugno 2012

 

 

 "RIFLESSIONI SULLA FUNZIONE CURANTE DELLE STRUTTURE MEDICO-SOCIALI" 

   di Marcel Sassolas

 

 

 

 


Marcel Sassolas è psichiatra e psicoanalista, ed opera da più di 30 anni nell'associazione "Santè mentale et communautés" di Villeurbanne. In italiano nel 2004 Borla ha pubblicato la seconda edizione del libro "Terapia delle psicosi. La funzione curante in psichiatria". La traduzione in italiano di questo testo è di Giuseppe Leo.

 

            

 

   

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

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AA.VV., "Lo spazio  velato. Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

 

"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

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"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Preface: Alberto Angelini

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011 (2nd Edition)

Prezzo/Price: € 18,00

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"Psicoanalisi e luoghi della negazione" a cura di A. Cusin e G. Leo (Editors)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian,  A. Cusin, N. Janigro, G. Leo, B.E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini Scalmati, G. Schneider, M.  Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-4-2

Anno/Year: 2011

Pages: 400

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"Lebensruckblick"

by Lou Andreas Salomé

(book in German)

Author:Lou Andreas Salomé

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-97479-00-0

Anno/Year: 2011

Pages: 267

Prezzo/Price: € 19,00

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"Psicologia   dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

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"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 30,00

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OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

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 La funzione della psichiatria è la cura psichica. In un certo numero di casi, essenzialmente in coloro che soffrono ndi disturbi psicotici o di gravi  carenze narcisistiche, questa cura psichica necessita, per potersi esercitare, dell'esistenza di dispositivi specifici, alcuni ambulatoriali, altri residenziali.

Tra questi ultimi annoveriamo le strutture medico-sociali. La loro vocazione è duplice: medica (si cerca di curare lo psichismo) e sociale (si tenta di trovare soluzioni alle conseguenze sociali della patologia). Il secondo obiettivo è molto facile da definire e da mettere in atto. Il primo (la cura psichica) è complesso, difficile da delineare e da esplicitare in termini chiari, e soprattutto da realizzare. Esso corre dunque continuamente il rischio di passare in secondo ordine, di essere dimenticato nel quotidiano di questi dispositivi, a vantaggio dell'obiettivo concreto: proteggere, garantire un alloggio, riabilitare socialmente. In quest'ultimo caso, il dispositivo finisce per dedicarsi alla semplice assistenza, dato che a poco a poco si accontenta di sopperire alle manchevolezze o devianze sociali del soggetto rinunciando ad agire su ciò di cui esse sono l'espressione e la conseguenza: i disfunzionamenti psichici.

Mi propongo qui di posare uno sguardo che incroci tali disfunzionamenti psichici e le strutture medico-sociali incaricate di accogliere coloro che sono affetti quotidianamenti da questi disfunzionamenti.

 

Accogliere la cronicità

 

Nei casi più frequenti le strutture residenziali come le "FAM" o i "foyers de vie" accolgono persone le cui capacità di autonomia sono state compromesse da disturbi psichiatrici. Più spesso, è dopo un lungo decorso psichiatrico che vi arrivano. Si dice allora, in modo pudico, che la loro patologia è stabilizzata, che è un modo ipocrita di dire che essi non presentano più dei sintomi eclatanti che necessitino di ricorrere all'ospedale, e che ciò che resta di deviante o di anomalo o di patologico nelle loro intenzioni e nei loro comportamenti resiste all'approccio medico, sia farmacologico che psicoterapeutico. Dei cronici, insomma.

Si tratta quindi di organizzare l'accoglienza di questa cronicità. Prima di andar oltre, è necessario interrogarsi sul senso di questo termine. La cronicità in medicina è un attributo di tale o talaltra malattia, ed esprime il fatto che essa dura a lungo o anche per sempre. In psichiatria, i cronici non sono solo i pazienti portatori di una patologia che dura, ma sono quelli che non evolvono più, il cui stato non migliora o anche si deteriora. In fondo, il cronico è colui che non cambierà più, che è collocato in una ripetizione senza fine. Nel vecchio manicomio, egli si dondolava avanti ed indietro sulla sua sedia, o girava in tondo come un orso in gabbia, come il derviscio rotante su se stesso a causa dell'ebrezza della musica. E' a proposito che ho scelto questa immagine eccessiva e caricaturale. Oggi il modo in cui i pazienti girano in tondo è più discreta, meno terrificante. Ma si pone la stessa questione: si tratta dell'ultima tappa di un'evoluzione patologica ineluttabile oppure l'espressione attuale di un processo soggiacente in atto da molto tempo, che però resta vivo, attivo e mobilizza tutta l'energia psichica di colui che lo vive? C'è tanta energia spesa nella passività, nell'inerzia, nell'allontanamento dal mondo o nella sua messa a distanza attraverso il delirio, che si deve ricorrere al derviscio rotante per mantenere il suo equilibrio di trottola: l'uno e l'altro vanno verso il vuoto mentale, ma i loro obiettivi sono diversi. Il derviscio a partire da questo vuoto è alla ricerca di un'esperienza mistica, il paziente psicotico cerca solo di svuotarsi della propria vita psichica, di evacuarla, dato che essa da tanto tempo lo disturba e lo fa soffrire.

 

Ma allora qual è il nostro ruolo?

Abbiamo solo il compito di aiutarlo a vivere le conseguenze di questa evacuazione mentale, ossia evitare il suo crollo sociale, un po' come i musicisti che attraverso la loro musica ininterrotta proteggono il derviscio rotante dal cadere? Oppure continuando a suonare la nostra musica che lo sostiene e gli permette di non cadere, abbiamo il compito di interessarci al perché ed al come di questo modo di essere al mondo, alle sue variazioni, al suo alternarsi con altri momenti più vivi, più umani - ossia ad interessarci alle risorse che in lui possono permettergli di non crollare se la nostra musica si ferma? La risposta a tale questione non è anodina, dato che condiziona tutto il dispositivo relazionale che andiamo a proporre a questo paziente cronico che viene a vivere al nostro fianco. Nella prima eventualità, organizziamo una situazione di assistenza e di supplenza, nella seconda vi associamo una dimensione di cura psichica.

Per aver lavorato molto e a lungo con tali pazienti, so che al pari del derviscio rotante quando cessa di ruotare, anche ad essi capita di uscire dalla loro testa per incontrare la realtà, i suoi piaceri e le sue paure. E' in tali momenti che si può rivelare la dimensione curante del soggiorno in una struttura medico-sociale. Ancora, bisogna che un tale momento possa esistere, ossia che il funzionamento istituzionale non solo lo permetta, ma faciliti la sua comparsa.

 

Due modalità di funzionamento istituzionale

Quando la vita quotidiana dell'istituzione è soprattutto organizzata per supplire alle lacune ed alle carenze dei suoi utenti, ossia a ciò che oramai si chiama il loro handicap psichico, costoro rischiano di diventare l'oggetto passivo della sollecitudine istituzionale: a loro basta rispettare il regolamento, di introdursi nel posto a loro riservato, e di vivere il tran tran della vita che altri hanno organizzato per loro. Questa psichiatria ortopedica ha il duplice merito di non essere vaga, e di rendere perenne questa stabilizzazione di cui trattavo prima, ossia di evitare il ricorso alle ospedalizzazioni in psichiatria. Ma tale stabilizzazione ha un prezzo: una dipendenza continua, tanto da poter essere considerata come una nuova forma di cronicità.

Ma vi è un altro modo di concepire la vita in tali strutture: associare a questo atteggiamento di supplenza e di assistenza la preoccupazione permanente di sostenere le capacità personali ndel paziente, danneggiate dai processi psicotici. Capacità di prendersi cura di sé, di situarsi nello spazio e nel tempo, di essere coscienti del proprio vissuto, di incontrare gli altri esseri umani - altrettanti modi di declinare un'identità di soggetto. Sostenere queste capacità significa porre come premessa che esse esistano, anche se tutto il comportamento del paziente sembra provare il contrario. L'assenza non è inesistenza. Il genio della psicosi è proprio quello di indurre una tale confusione tra assenza ed inesistenza: questi pazienti sembrano sprovvisti di affetti, di desideri, di pensieri. In realtà tutta la loro energia psichica è utilizzata per distruggere, falsificare o buttare fuori di loro stessi questa vita psichica che essi percepiscono come un pericolo, vale a dire  tutto ciò che rende ciascuno di noi un soggetto particolare e differente: gli affetti, i pensieri, i desideri, i ricordi, le competenze sociali.

 

 

  

 


 


Bibliografia

 

[1] PC Racamier « Le génie des origines »

[1] D.W. Winnicott : « Jeu et réalité » page 99 et suivantes – Editions Gallimard  , coll. Connaissance de l’inconscient.

 

 

 

1.       

22.    

 
 
 
 
   

 

 

 

(fine della prima parte - il testo completo verrà pubblicato all'interno del libro "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione" per le Edizioni Frenis Zero)

 

 

 

 

 

   

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
 

 

   
   
 

 

   
   
   
 

 

   
   
   
   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

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