Napoli
Napoli Cuore
degli uomini che batte violentemente nudo, sotto l'occhio scoperto del cielo città felice
che calma incanti l'aria ribelle ed il mare
Percy Byssheshelley
Lungo la costa
tirrenica, chiuso tra Capo Miseno e la Penisola Sorrentina, si apre con grande efficacia
spettacolare l'ampio Golfo di Napoli, comprendente un tratto di costa straordinariamente
ricco di bellezze naturali e di testimonianze storiche. Il Vesuvio, il Lago dì Averno,
Cuma, Baia, Pozzuoli, Ercolano, Pompei, Sorrento e, naturalmente, Napoli sono solo alcuni
dei luoghi che hanno eletto il Golfo a mèta prediletta del turismo internazionale sin dal
secolo XVIII, quando i luoghi cittati costituivano una tappa fondamentale del "grand
tour" ( vedi il capitolo iniziale di questo libro ). Rispetto ad allora, questo
tratto di costa ha subito molte modifiche che non hanno certo migliorato il suo aspetto,
come l'urbanizzazione eccessiva, spesso vicina ai siti archeologici, o
l'industrializzazione, nei dintorni di Napoli. Ma la bellezza di questi luoghi carichi di
storia è ancora sostanzialmente intatta e pronta a colpire qualunque turista.
Il capoluogo della Campania si estende lungo il litorale settentrionale del Golfo per
oltre 10 chilometri, fra i Campi Flegrei e il Vesuvio, allargandosi poi sulle colline che
incorniciano la costa, con le funicolari a collegare le parti alte e basse della città.
E' sede del più importante porto del mezzogiorno e di un famoso aeroporto
internazionale (Capodichino); a Napoli convergono le principali arterie stradali e
autostradali del centro e del sud.
ECONOMIA. Napoli è da molti anni uno dei centri industriali del Mezzogiorno (siderurgia,
meccanica, cantieristtica, raffinerie, alimentari), ma da diversi anni l'economia della
città è interessata da una progressiva crescita del terziario che oggi occupa il 75%
della forza lavoro. Molto elevato è comunque il numero dei disoccupati.
Di Napoli e dei napoletani si parla molto, e spesso lo si fa solo per ribadire una
lunga serie di luoghi comuni in cui pregi e difetti rimangono sostanzialmente in
equilibrio: città bellissima ma fatiscente, pittoresca ma sporca, antica ma con troppe
costruzioni moderne, generosa e ospitale ma pericolosa per l'alto tasso di criminalità.
Attaccati alla loro terra ma con poco senso dello stato, molto portati per il canto e la
recitazione ma poco amanti del lavoro, i napoletani sembrano possedere, amplificandoli, i
difetti e i pregi di tutti gli italiani. Molte di queste affermazioni sono fondate, altre
lo sono meno, ma tutte hanno il difetto di essere precostituite e di tener poco conto del
retroterra storico e culturale che hanno portato Napoli ad essere ciò che è.
L'unica soluzione è forse quella di recarvisi e di osservare, superando quel senso di
insicurezza e di disagio che deriva dal degrado ambientale e sociale in cui Napoli versa,
e che penalizza fortemente una città dalle eccezionali potenzialità
turistiche. Feste, manifestazioni, folclore, artigianato e cucina fanno parte del
quadro delle attrattive turistiche della città, che deve anche a questi suoi aspetti una
fama tanto vasta quanto antica.
La cucina napoletana è semplice ma ricca di sapori. Oltre alla pasta e alla pizza, si fa
largo uso di latticini, di verdure, di pomodori e di pesce. Tra i piatti più diffusi
troviamo i vermicelli alle vongole, i maccheroni al ragù, il sartù (un timballo di
riso), la maritata (una minestra di cavoli e carne di maiale), la mozzarella in carrozza,
la zuppa di soffritto, la bistecca alla pizzaiola; tra i dolci, la pastiera, i taralli, i
babà, gli struffoli, le zeppole.
L'artigianato napoletano è famoso per la tradizione plurisecolare delle porcellane, per i
cammei e i coralli che a Torre del Greco sono lavorati fin dal Cinquecento, i guanti, le
statuine per il presepe, di cui si tiene ogni anno nel centro storico un caratteristico
mercato.
Tra le ricorrenze più attese c'è la festa di Piedigrotta, che comprende molte iniziative
fra cui il festival della canzone napoletana, la festa della Madonna dell'Arco e le
celebrazioni a S. Gennaro il cui sangue, conservato nel Duomo in due ampolle, deve
liquefarsi due volte l'anno (prima Domenica di maggio e 19 settembre), altrimenti, dice la
tradizione, la sventura e la sfortuna si abbatteranno sulla città.
La tradizione, quindi, con tutte le manifestazioni della vita partenopea che rimangono
comunque preponderanti nell'idea che si ha di Napoli, è viva assai. Ma le vere
motivazioni di un viaggio a Napoli sono altrove, sono nella storia millenaria che ne ha
arricchito la cultura e che l'ha vista a lungo capitale di un regno. I segni della storia
sono numerosi ed evidenti e risiedono tanto nei monumenti, nelle chiese, nei palazzi,
quanto nel carattere per nulla provinciale della città.
Ogni anno si contano, fra italiani e stranieri, circa 560.000 turisti, un numero non basso
ma che certamente fa di Napoli una città sottovalutata, tanto più se si pensa che nella
maggior parte dei casi si tratta di viaggiatori di passaggio. Da qualche tempo le
autorità cittadine stanno cercando di rilanciare il turismo nella capitale del
Mezzogiorno con provvedimenti tesi a agevolare innanzi tutto la fruizione dei musei e dei
monumenti: già nell'estate del '94, anche godendo dei fondi per il cosiddetto G7,
sembrano accertati i primi risultati positivi.