Gonnosfanadiga

Natura e luoghi caratteristici

 

MONTE GRANATICO

Con la recente ristrutturazione si è riportato alla luce lo storico edificio vecchio di 225 anni che per il prossimo
futuro ospiterà il museo etnografico della cittadina.
In Sardegna nel 1775 vi fu la costituzione dei monti
frumentari o monti granatici che servivano da fondo
comune per le semine, del quale tutti gli agricoltori
potevano beneficiare pagando interessi irrisori.
Ogni Monte era amministrato dalla Giunta locale che faceva capo
alla Giunta diocesana presieduta dal vescovo. Nel 1777 una nuova legge
permetteva a Monti di migliorare la propria dotazione mediante
giornate lavorative prestate gratuitamente dai lavoratori
della campagna. Negli anni a seguire esattamente nel 1786 molti
di questi Monti diventarono Monti Nummari e potevano provvedere anche alla concessione di prestiti in denaro con l’interesse dell’1,5 per
cento, normalmente veniva dato agli agricoltori per l’acquisto di
bestiame ed attrezzi da lavoro per il miglioramento fondiario.
L’attività dei Monti ha continuato la sua funzione fino a poche
decine d’anni. Il Monte cambiava nome nel 1928 per prendere
quello di Cassa Comunale di Credito Agrario.

 

GRADINATA

Una della attrazioni che suscita particolare interesse
turistico è senz’altro la gradinata. La lunga scalinata
che si compone di 292 gradini di granitite bianca,
è facilmente individuabile in quanto posta alla fine
della via Porru Bonelli, quest'ultima è anche chiamata
“Rettifilo” perché diritta circa 1 Km. La gradinata non
fu mai portata a termine a causa, pare, di differenza di
vedute tra l’autorità ecclesiastica ed il comitato promotore.
In cima a questa, da dove è possibile godere di una spettacolare
panoramica del paese, sarebbe dovuto sorgere un santuario dedicato
alla Madonna di Lourdes.

 

PARCO PERDA DE PIBERA

 


All'uscita dell'abitato di Gonnosfanadiga il Parco Comunale Perda de Pibera presenta notevoli aspetti naturalistici: alcune specie vegetali sono esclusive del luogo, come l'elicriso del M.Linas; fitti boschi di leccio dominano la zona, insieme a lentischio, corbezzolo e olivastro.
La fauna comprende aquile, sparvieri, falchi pellegrini, colombacci, e cinghiali, mufloni e cervi sardi tra le specie di terra.

PERDA DE SA PIBERA: LA MINIERA

La miniera di Perda de sa Pibera nacque nel periodo fascista al tempo dell'autarchia.Non potendo gli italiani importare prodotti dall'estero dovettero produrli da se. A Gonnosfanadiga il famoso "Concu fadiori" proprietario e gestore dei terreni di Perda de sa Pibera aveva fatto cercare tracce di di un minerale che probabilmente era presente in quel terreno. Tale minerale era il Molibdeno.Questo proprietario cedettel'impresa ad un altro,che non trovando conveniente a causa delle spese troppo elevate la cedette ad un terzo. Il molibdeno serviva per indurire l'acciaio e non potendo comprarlo dall'estero l'incarico di coltivare questa miniera venne data alla Cogne (società che gestiva miniere nel continente). L'opera di realizzazione di tale miniera da parte della Cogne era finanziata dallo Stato. Ne nacque questa miniera,povera di macchinari ma ricca di manodopera (circa 400-450 operai).La molibdenite estratta veniva poi mandata dove richiesta, e questo durò per tutto il periodo della seconda guerra mondiale.Alla fine della guerra e con la caduta del fascismo,una volta terminate le sovenzioni dello stato,il direttore generale della Cogne si recò in galleria,scelse il punto più ricco di minerale e una volta constatato che i ricavi sarebbero stati inferiori ai costi,decise che la la miniera venisse chiusa. (questo documento è tratto da una intervista fatta da me al sognor Enrico Casti autore del libro GONNOS E I DINTIRNI)

MONTE LINAS

 

Il gruppo del Linas sorge a nord-ovest, nella provincia di Cagliari, e comprende la montagna del Linas, del Marganai, dell'Oridda e del Monti Mannu con una superficie totale di 22.220 ha. suddivisa fra i comuni di Gonnosfanadiga, Domusnovas, Flumini Maggiore, Iglesias e Villacidro. Le punte più alte si trovano sul territorio del comune di Gonnosfanadiga infatti a 1236 m. sorge la vetta "Sa Perda de sa Mesa". Il complesso montuoso è costituito da ricchi giacimenti minerari; la vegetazione è costituita da fustaie di leccio, sughereti, tassi e macchia-foresta mediterranea. Di notevole interesse è senz'altro la fauna che vanta la presenza del cervo Sardo e del daino (del quale si sta effettuando il ripopolamento), dell'aquila reale, del falco pellegrino, del gheppio, della poiana e dello sparviero. Sono inoltre presenti la pernice sarda, il gatto selvatico ed immancabile il cinghiale.

TOMBA DEI GIGANTI

Lungo la provinciale Gonnosfanadiga - Arbus,
è possibile far tappa per ammirare il complesso
nuragico di San Cosimo, ancora in buono stato
di conservazione e di sicura
importanza archeologica

Questa tomba è costruita in blocchi di granito lavorati rozzamente, ed ha ancora il pavimento in buono stato. La camera è lunga 26m., ed è scavata sotto il livello del terreno, mentre la sua altezza è di circa 2m., con sezione a trapezio. Il periodo in cui è stata costruita è intermedio nella cultura nuragica, come hanno appurato gli scavi, che sono iniziati nel 1981 ed hanno prodotto molti reperti interessanti, come alcune olle caratteristiche della fase centrale dell' età del bronzo. I reperti sono visibili al Museo Archeologico di Sardara.

 

NURAGHE

 

SIBIRI




Sibiri, un tempo centro minerario fondato all'inizio dell'ottocento non divenne famoso come centro estrattivo, pastori ed agricoltori sfruttarono maggiormente il territorio. Concentrato di bellezze naturali in cui i resti della miniera si integrano perfettamente, rinato con il turismo è oggi uno dei luoghi più suggestivi del territorio Campidanese. Negli ultimi anni sono sorti diversi centri agrituristici accoglienti nello stile che inneggia il sapore di tempi andati avvolti nel verde dei lentischi, ginepri, olivastri , querce come il leccio e rovere e a guardarlo risveglia anche gli animi meno poetici. Il vento culla dolcemente le foglie di querce secolari rendendo il tutto armonico e fiabesco, il profumo degli ulivi aleggia nell'aria arricchisce lo scenario anche la dove i campi non sono più verdi. Passeggiando si possono trovare innumerevoli varietà di funghi e fare piacevoli incontri con i più bei esemplari di mammiferi che vivono la montagna, dal lupo al tasso dalla lontra allo scoiattolo, la donnola la martora e via dicendo non possiamo tralasciare però il cinghiale e il muflone emblema della fauna sarda.

In precedenza ai tempi della miniera e negli anni a seguire Sibiri era un piccolo paese, vi risiedevano operai e pastori, i bambini frequentavano la scuola, un' aula per tutte le classi .Tanti di quei piccoli che hanno passato la loro infanzia in queste montagne ci sono tornati d'adulti costruendosi case che a guardarle paiono villette, senza nulla togliere alla natura

Sibiri è conosciuto dai più giovani soprattutto per la colonia punto d'incontro per i più piccoli fatta costruire da don Cauli negli anni '50. Piacevoli ricordi che fanno tornare agli splendidi momenti dell'infanzia passati a giocare ma anche a pregare nella piccola cappella dove il sacerdote celebrava la messa. Oggi l'edificio non è più in buone condizioni, causa il tempo che logora con il passare e la mano di qualche balordo incapace di apprezzare.

FAUNA

 

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