Se al giorno d'oggi servirsi del sarto per confezionare l'abito su misura è quasi un privilegio riservato a pochi (certamente non per i costi, che a parità di qualità sono inferiori, ma per la quasi scomparsa del sarto medesimo), è vero che intorno al 1150 il cremonese Omobono Ticenghi esercitava il mestiere a favore dei poveri, per poter "vestire gli ignudi" dopo aver distribuito tutto il suo patrimonio, divenendo con S. Antonio il protettore dei sarti, i quali, in vari periodi dell'anno, gli rivolgevano una speciale preghiera.
Il mestiere del sarto ha quindi origini antichissime, comprovate da una sentenza del 1147 pronunciata a Milano, nella quale viene nominato come testimone un certo Petrus Sertor. Dalle testimonianze storiche si evince, infatti, come il sarto svolgesse anche l'ufficio di sensale (1300) con diritto di percepire sul prezzo di vendita la mediazione di 4 denari per ogni lira, a condizione che egli cucisse vesti per un mercante o per la sua famiglia.

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