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    Autore: Melania
    Istituto Comprensivo Jesolo 1°

Quella stessa sera Co' e Lina, dopo aver sorvolato il bacino di San Marco e tutta Venezia, si posarono su un mattone di una costruzione vecchia e decrepita.  Ma cos'era? Era un vecchio edificio in località Torre Caligo; era un'alta torre ricoperta da edere e da erbe di tutti i tipi. Tra una chiacchiera e l’altra erano arrivati a Jesolo. Davanti alla torre si affacciava il fiume Sile che proprio lì faceva un'ansa; lungo le sue sponde spiccavano le canne palustri che con i loro pennacchi marroni sembravano voler arrivare al cielo. I dolci riflessi del calare del sole davano alle canne un colore più dorato. Prendeva lo stesso colore anche l'acqua del Sile, che era increspata dalla dolce brezza della sera.                Anche l’erba dei campi, di un verde intenso, ondeggiava con il venticello. Vicino ai campi c’erano tante casette colorate, rosa, gialle, verdi e blu.  Sull’uscio di una casa stava seduto un uomo. In mano teneva una tazza e ogni tanto beveva un sorso. Lentamente entrò in casa, forse stanco per la dura giornata di lavoro. Ma non era l’unico uomo fuori casa; c’era chi finiva di coltivare; chi passeggiava e infine un uomo che tagliava l’erba del suo prato. Il fastidioso rumore del tagliaerba copriva  il dolce cinguettio degli uccellini.
"Co', è veramente un bel luogo questo! Un po’ rumoroso forse, ma bello" disse Lina.
"Lina, guarda che bei colori; non ti danno una sensazione di felicità?" 
"Lo ammetto, sì mi piace veramente tanto questo posto!"
Finalmente l’uomo aveva smesso di tagliare l’erba e si era tornati alla tranquillità. Nel frattempo, un bel germano reale, fermo sulla sponda sinistra del fiume Sile, ammirava il paesaggio.
"Che ne dici Lina, se andiamo da quel germano?"  
"Va bene, andiamo!" 
Il germano reale era una grande anatra. Si stiracchiò aprendo le ali blu metallico; tutto il resto del corpo era bianco e marrone e aveva le zampe arancioni.
"Ciao!" disse Co'.
"Ciao, mat. Sono Mazzorìn. Tu, mat, chi sei? Mat!"  
"Io sono Co', la mia amica si chiama Lina, piacere di conoscerti."
"Mat, il piacere è mio! Mat!"
"Dove stai andando, Mazzorìn?" chiese Lina. 
"A passeggiare, mat. E voi dove andate?" 
"Siccome siamo stanchi volevamo riposare."  
"Bene, allora buon riposo!" E riprese a camminare. 
"Aspetta!" gridò Lina "Ci rivedremo?"  
"Non lo so. Arrivederci. Mat."
E se ne andò.
"Mi mancherà il suo mat" disse Lina. 
Ritornarono verso la torre, la cui sommità era aperta; Co' e Lina entrarono e decisero di passare la notte là dentro.

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