L'ARTE di SCRIVERE 
 Sito di arte e letteratura di La Torre Maria Cristina
      
                        
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Saggi 
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              SAGGI 
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     La natura dell’anima 
 
Fin dalle civiltà più antiche l'uomo si interessò alla natura dell'anima, in ogni epoca l'uomo ha dato all'anima una definizione,  una forma, però difficilmente si arrivava alla conoscenza totale, infatti fin da principio l'uomo già sapeva che l'anima era un  qualcosa di non conoscibile, come accadeva per tutte le cose invisibili e ignote, la concezione totale e vera di conseguenza  è sempre stata insufficiente. Arrivati alle soglie del terzo millennio, sembra che tutte le nature invisibili del mondo e in  particolare del mondo interiore dell'uomo, sono ben lontane dalla conoscenza, ancora di più dall'interesse dall'uomo stesso  che oggi giorno si interessa sempre più spesso alla materialità della vita. Nel singolo individuo l'anima può essere identificata  e sentita in diverso modo, ma si può partire da un primo concetto di identificazione universale, l'anima ha una primordiale natura,  ma in ogni uomo può avere delle diversificazioni e sfacettature che possono influenzare e creare un identità unica in ogni uomo.  Nell'analizzare in profondità la natura delle cose che vivono dentro di noi o almeno di quelle cose che inconsapevolmente non vogliamo conoscere. In generale l'uomo non è propenso a sentire o conoscere in profondità la propria anima o il proprio  spirito, la propria coscienza, perché sa già che le cose che chiedono queste nature nascoste, sono diverse da quelle che egli  preferisce vivere, che generalmente sono di natura materiale o fisica. L'anima come le altre nature della vita interiore, è di natura  trascedentale, ha una natura che vive in diverse dimensioni, mentre l'uomo vive nella staticità temporale del proprio corpo,  l'anima vive in dimensioni diversificate, come la dimensione di Dio, l'irrazionalità del tempo e del vuoto, ma al teòpo stesso è legata al corpo dell'uomo in cui ha scelto di vivere, ma che poi alla fine della vita terrena,  quest'anima va di nuovo nel suo mondo primordiale. La natura individuale dell'anima: prima di scegliere il corpo in cui vivere, ha una natura pura, grezza, ma ha già una personalità, una base caratteriale, che è fatta di sentimenti, virtù, passioni, ecc. Poi quando si legherà al corpo, questa base  caratteriale si rafforzerà, si unirà a quella umana, vivrà con l'essere umano che ha scelto, proseguirà verso il destino prescritto  per l'uomo, lo inviterà a scegliere le cose giuste, pretenderà anche le proprie esigenze, poi starà all'uomo se sceglierà i suoi  desideri o se sceglierà altre strade. L'anima in sé ha una tipicità individuale, ha una natura archetipa, improntata nel mito, può  avere sfumature che possono far comprendere la sua natura individuale, può essere lunatica, egocentrica, ottusa, irrazionale, pretenziosa, egoistica, passionale, ecc. Non segue un itinerario determinato, non segue il tempio ordinario della nostra vita  terrena, non tiene conto dello spazio e del tempo ordinario della nostra vita terrena, non tiene conto dello spazio e del tempo  razionale, non tende verso legami temporali e statici, vive in un mondo indefinito. 
 
Per non dimenticare (Esperienze dai Lager). 
 
L'esperienza di Primo Levi, nei Lager è una fra le tante di molti uomini, donne e bambini, ma forse è la più conosciuta, forse per  la forza d'animo che ha avuto Levi di raccontarla, Levi si è fatto sentire fra le tante voci inascoltate di quel periodo della storia.  Primo Levi visse in prima persona, come prigioniero ebreo, fu catturato nel 1943 a Torino, aveva 24 anni quando entrò nei campi  di concentramento. Per sua fortuna ne uscì superstite, la sua prigionia durò circa due anni, tutto finì nel 45'. La sua esperienza nel  Lager la scrisse nel libro "Se questo è un uomo", in questa biografia fa un resoconto di tutto ciò che egli passò, finì in un dei peggiori  dei campi di sterminio, ad Auschwitz, che era il centro, da dove tutti gli altri Lager dipendevano. La situazione in quel Lager era molto  pericolosa, forse lo stesso Levi pensò che fosse stato un miracolo che lui si salvò, visto che in quei luoghi, certi giorni morivano  anche 24.000 persone (al giorno). La storia vissuta da Levi in un certo senso è stata emozionante, intensa, da far pensare, mi ha fatto  pensare molto, certe volte ho pianto, la storia dei "dieci giorni" è stato il periodo più atroce dell'esperienza di Levi, l'estrema sofferenza che si viveva in quei giorni, leggerlo, mi sembrò un orrore delirante.  
Dalle descrizioni di Levi sono venuta a conoscenza su come funzionavano i campi di concentramento che da Primo Levi sono stati descritti dettagliatamente. Ma forse ognuno che ha vissuto quella  teribile esperienza, ognuno ha il suo punto di vista, la sua versione su ciò che ha visto e vissuto. Tempo fa avevo delle domande irrisolte, tante notizie confuse su ciò che era successo in quel periodo della storia, sul perché di certe cose che accadevano ma che rimanevano oscure e nascoste, ma anche molti punti interrogativi su tutta la questione degli ebrei e della storia di quegli anni.1) Nella cattura di interi quartieri di ebrei, perché non si ribellarono in massa? 2) Quando furono raccolti nei ghetti, nei campi di  concentramento, non pensarono mai cosa stava veramente succedendo, perché accadeva tutto quello e dove andasse a finire? 
3) Non pensarono del perché tutto ad un tratto vennero trattati come schiavi? 
4) Quando venivano spogliati e mandati nelle camere a gas o nei forni crematoi che erano camuffati da docce, il perché venivano protati  alla fame e all'annientamento come esseri umani? 
Alcune di queste domande vengono chiarite dallo stesso Levi, chi viveva nei Lager, nessuno andava mai a pensare al peggio, nei campi  di concentramento ognuno pensava a se stesso, ognuno doveva stare attento agli altri, perché in quel vivere estremo, ogni cosa, ogni piccola cosa era importante alla propria sopravvivenza. Prima di conoscere più in profondità la storia dell'olocausto e della storia degli ebrei, pensavo come poteva essere il popolo ebreo, credevo che il popolo ebreo fosse un popolo mite, si era evoluto nel campo commerciale, forse non era un popolo guerriero o che gli interessasse il potere. Forse perché nella storia umana, la razza ebrea aveva  sempre vissuto in schiavitù, ha visto abbattersi se di esso pregiudizi razziali e quindi si è evoluto in modo più riflessivo e pacifico.   La questione dello sterminio nei Lager non ha interessato solo gli ebrei ma anche altri, furono catturati anche prigionieri politici, chi era contro la guerra, i stessi tedeschi che erano contrari al regime nazista, ma anche semplici civili di varie nazioni. La liberazione avvenne verso il 1945, tra cui Primo Levi con alcuni superstiti di Auschwitz, pian piano ritornarono alla vita normale. Levi ritornato da quella brutta esperienza vissuta nel Lager, il rienserimento in una vita normale fu difficile, da quella esperienza portò dentro di se, per tutta la vita, le ombre e la sofferenza, la sua esperienza la divulgò tramite i suoi libri e le dichiarazioni dirette, per lui forse tutto quello che ha fatto non fu abbastanza per dimenticare, la sua continua sofferenza privata era percettibile nei suoi occhi, nel suo volto. Per non dimenticare bisognerebbe raccontare, la società del dopoguerra come quella di oggi crede o pensa soltanto che la sofferenza del passato non ci appartenga, la storia del passato non interessa perché non vissuta in prima persona, credono che la  sofferenza altrui non è nostra, ma bisogna che ce ne  occupassimo per non sbagliare ancora. 
 
Nella vita 
le cose brutte 
e le cose belle 
col passare del tempo 
il corpo le dimentica 
ma col passare dei giorni 
delle notti 
degli anni 
ci si accorge 
che le cose brutte 
vivono nell'anima 
come fantasmi 
del nostro passato. 
 
 
Legami. 
 
Vi chiedereste voi che cosa siano i legami, certo pensereste ai legami che ognuno ha, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle,  tra amanti e via discorrendo. Ma cosa sono questi legami, certo sono legami parentali, se pur spesso profondi, ma nient'altro  che legami scontati, acquisiti, invalidati dal concetto sociale. Questi legami si possono vivere con felicità o al contrario in modo  negativo fino a quando si è costretti, si è vincolati nel viverli. In certi casi se si osserverebbero questi legami da ogni punto di vista, individuale, quanto ognuno potrebbe essere ipocrita, cinico verso gli altri più di quanto c'è ne rendiamo conto. Tutto questo  è come per scontato, ma questi forse non sono veri e propri legami, ciò che l'uomo ha dimenticato col passare del tempo di  essere un certo tipo di essere umano che dentro di se ha quegli elementi così importanti che sono essi stessi che lo fanno vivere,  questa dimenticanza appare nell'era moderna, nella società moderna in cui tutti noi ormai viviamo. Di cosa parlo! parlo di emozioni, di gioia, di virtù, di amore divino, di amore universale, di sensazioni, di anima...... Nel vivere quotidiano naturalmente si vivono  queste cose, ma hanno dimenticato ugualmente il loro significato. Ma almeno vivono dentro ogni uomo, perché non si spiegherebbe  cosé che ci fa fare cose che in altri momenti non li faremo mai. Cosé che ci fa pensare a qualcuno più delle volte che lo abbiamo  incontrato. Cosé che ci fa amare qualcuno, qualsiasi persona, ma che nessuno lo condivide con noi. Amare qualcuno solo di amore  fraterno e nessuno sa cosa significhi ciò, anche se non ci viene corrisposto. Cosé che ci fa credere cose cui non conoscevamo prima, credere in un Dio. Quando viviamo un amicizia, quando viviamo un amore, quando amiamo qualcosa e la viviamo e diventa come un  legame puro e inseparabile, anche se molte volte finisce, ma quando lo si vive e non si sa quando finirà e cosa ci sarà nel futuro,  questo legame ci fa vedere solo la sua compiutezza e col tempo ci rende felice e quando finisce ricorderemo la felicità che abbiamo  vissuto. L'amicizia, l'amore fraterno, l'amore universale, questi sono legami veri, dove ci sono valori umani, ed è la vita che è dentro  di noi che ci fa vivere quelle profondità inalterabili che ogni uomo ha nel suo essere archetipo. Però questi legami oltre ad essere  pieni d'amore e profondità, possono nascere anche incertezze, delusioni, speranze, quando appaiono questi fattori vediamo tutto sotto  un altra visione. Ma poiché la natura dell'uomo è anche imperfetta, anche su queste virtù così nobili nascono incoerenze, distorsioni  che alterano e speculano sul vero senso dell'amore o dell'amicizia, da un bel pò si dice che con il progresso spariscono ogni sorta  di conoscenza pura, l'uomo dovrebbe ritornare un pò indietro nel tempo e ripensare alle cose che hanno fatto crescere umanamente l'uomo. 
 
Libertà. 
 
Credo che la libertà più forte che ci sia è la libertà della morale, degli ideali, della libertà esistenziale. Forse la libertà fisica  non la si pretende tanto, perché se c'è la libertà individuale c'è anche quella fisica. Si può constatare che la mancanza di libertà  della morale e degli ideali che vivono molte persone sparse in tutto il mondo, dove c'è l'oppressione e le restrizioni che la società  o il costume implicano ad ogni individuo che vede le proprie idealizzazioni o i propri desideri di manifestare e interpretare le  proprie proprie volontà di esprimersi, questi uomini vedono davanti a loro un muro fatto di intolleranza, di ipocrisia, la democrazia  sparisce e spesso tra questi uomini a cui è stata negata libertà di pensiero e di parola, tra questi spesso ci sono martiri.  In ogni secolo della storia dell'uomo, ci sono stati periodi in cui la libertà dell'uomo veniva spezzata, era infranta, era violentata dalla discriminazione della società o da alcune categorie sociali, o dal costume sociale che fino al secolo scorso era vigente nei  paesi civilizzati, ma ancora adesso in molte parti del mondo queste restrizioni non vengono ancora eliminate. Basta dare un occhiata  nel passato e si scopre che nella storia dell'uomo non ci sia stato un uomo morto per le proprie idee. Basta dare un occhiata nel  medioevo in cui si instaurò l'inquisizione, molti pensatori divennero martiri o solamente vennero esiliati in altri paesi, tra i più  famosi di questo periodo furono Giovanni Pico della Mirandola, Giordano Bruno, dove l'intolleranza della chiesa di allora puniva  chi aveva idee o concepiva questioni che a quel tempo non venivano comprese o accettate, spesso si è detto che le idee di questi  pensatori erano futuristiche e per i critici di allora venivano considerate eretiche. Ma ad un certo punto l'uomo avrebbe dovuto  capire che c'erano degli sbagli, invece no, l'uomo ha continuato a sbagliare senza sapere a cosa andavano incontro. Non potevano sapere che nel ventesimo secolo ci sarebbero state tante di quelle tragedie fino a portare in ginocchio intere nazioni. Dai primi  anni del novecento iniziavano nuove e terribili intolleranze di pensiero, con questa nuova dittatura che nasceva in Russia sorsero  nuovi campi di concentramento dove non solo andarono a morire chi si pensava non fosse d'accordo con il regime di allora, ma  era inspiegabile quando in quei luoghi oscuri morirono gli intellettuali, i pensatori che avevano niente a che fare con quel regime,  ma ugualmente gli veniva negata la libertà sia di pensiero che fisica. Man mano che la dittatura russa sfumava, nel centro Europa  e nasceva un altra, e questa fu più terribile della precedente, portò a una guerra totale che occupò molte nazioni, in questa nuova  guerra  non bisognava conquistare territori o scacciare i nemici dalla propria nazione, ma il motivo principale che indusse Hitler a odiare il mondo, era l'eliminazione completa degli ebrei, oltre a tutti quelli che erano contrari al suo regime e alle sue idee  politiche. In questa nuova distruzione non fu quasi nessuno escluso, ebrei, politici, handicappati, religiosi, e semplici civili, oltre   naturalmente a intellettuali, scrittori, ecc. Ci vorrebbero molti anni per poter descrivere ciò che è successo nel mondo, ciò che ha  cambiato il mondo, ma la storia porterà sulla propria coscienza la libertà negata di uomini come Giordano Bruno, Primo Levi......... e altri milioni di uomini, donne e bambini. Ho sempre sostenuto o almeno che gli uomini pensassero che  non è la politica e le  religioni che formano gli uomini, che creano le idee degli uomini, ma sono gli uomini che creano una politica o una religione buona  o una società tollerante, basta che la libertà sia di tutti, perché la libertà è un bene prezioso, nessuno deve essere escluso. 
 
 
 
 
*La natura dell'anima: ha vinto il 3° premio al concorso "Città di Firenze 2001". 
*Per non dimenticare (Esperienze dai Lager): ha vinto una Menzione D'Onore al concorso "PHINTIA 2001" 
18° edizione. 
*I saggi "Legami"-"Libertà"-"Il mio pensiero filosofico": hanno vinto un Diploma al concorso "Giuseppe Verga" 
indetto dall'Accademia Ferdinandea di Catania.    
  
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