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L'ARTE di SCRIVERE
Sito di arte e letteratura di La Torre Maria Cristina
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Saggio
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La poesia e le traduzioni
Analisi nelle traduzioni delle poesie di J.W.Goethe,
dal tedesco alla lingua italiana.
Nel leggere alcune poesie di Goethe raccolte in alcuni libri con testo tedesco a fronte, vi ho trovato alcune poesie identiche ma che nella traduzione italiana erano modificate, nel contesto generale ne davano il significato proprio della poesia, ma se ben osservate o meglio lette, era evidente che alcune parole erano ben diverse da una all’altra traduzione. Come se i traduttori ne hanno dato una traduzione personale. Nelle poesie, in generale può capitare che certe parole possono alterarle o il significato del contesto poetico. Molto spesso ho notato che nei testi dei poeti stranieri, nel leggerle nella versione italiana, ci sono versi che non rispecchiano il livello del poeta, certe volte sembrano statici o un insieme di parole senza uno spessore o una linearità poetica. Spesso tradurre dei testi può essere problematico perché bisogna capire e distinguere molte cose, tra cui il pensiero dell’autore, il contesto storico culturale dell’epoca in cui è stato scritta l’opera. Anche le epoche e le nazioni diverse tra loro hanno un modo e uno stile diverso nel scrivere, sentire e concepire le cose, anche nella scrittura.
Nella poesia se alcune parole verrebbero poste diversamente o scambiate con altre, può cambiare sia il contesto che il sentimento che sta nella poesia. Certe volte in una poesia sono proprio delle specifiche parole che danno il senso che il poeta vuole esprimere.
Ma ritornando a Goethe, una delle poesie in questione è
“Ach, wie bist du mir”
Ach wie bist du mir,
Wie bin ich dir geblieben!
Nein an der Wahrheit
Verzweifl ich nicht mehr.
Ach, wenn du da bist
Fühl ich, ich soll dich nicht lieben
Ach wenn du fern bist
Fühl ich, ich lieb dich so sehr.
Questa poesia nella traduzione in lingua italiana
di Roberto Mussapi
Che cosa continui ad essere per me
ed io cosa continuo ad essere per te.
No, io della verità
del vero io non dispero.
E quando tu mi sei accanto
sento che non devo amarti.
E quando sei lontana
sento di amarti tanto.
Mentre nella traduzione di Giorgio Manacorda
Ah, come rimani in me
e io rimango in te!
No, nella verità
più non dispero.
Quando mi sei vicina
sento che amarti non devo;
ma quando sei lontana
sento che t’amo davvero.
Nelle due traduzioni ci sono alcuni versi cambiano sia il significato che le parole stesse
Che cosa continui ad essere per me / Ah, come rimani in me
in questi due versi alcune parole ben precise hanno un significato diverso “Continui ad essere”, l’amata posseduta o concepita come tale, continua a essere, il poeta si domanda che cosa per lui continua ad essere questo amore , cioè lei, l’amata, è un amore o passione già esistente e il poeta si chiede o si domanda all’amata che cosa è per lui, ora.
Mentre nel verso “Ah, come rimani in me” , qui il poeta sembra non domanda, ma esclama, il significato cambia, “rimanere in me” invece di “cosa continui ad essere”. Rimanere in me può significare che l’amata è idealmente dentro se, fa parte di lui, non è un qualcosa esterna da lui come in “Continui a essere per me”. Nella lingua italiana nel contesto sentimentale non si direbbe “Come rimani in me”ma...... cosa sei per me...oppure...... rimani sempre dentro me.
Invece nella traduzione i l verso ha due significati diversi.
Così accade per il secondo verso.
della verità/ nella verità
in questo verso il significato è uguale ma Mussapi imposta la traduzione come qualcosa è al di fuori dell’autore, mentre Manacorda lo pone dentro, cioè “nella/dentro la verità”
del vero io non dispero/ più non dispero.
Mussapi nel verso ha posto una parola in più “Vero”, che vuol significare “verità o realmente”come....”in verità io non dispero”, in questo verso come se l’autore vuol dare all’amata la realtà che non dispera. Invece Manacorda, scrive solo “più non dispero” cioè “non dispero più”, è come se qui il poeta conosce i suoi sentimenti con rassegnata malinconia, mentre nella prima traduzione “veramente /realmente non dispera più” vuol dare una conferma o una certezza.
di amarti tanto/ che t’amo davvero.
Mussapi qui traduce solo “Sento di amarti tanto”cioè l’intensità di amare. Invece Manacorda scrive “Sento che t’amo davvero”, quel “davvero”ha la stessa implicazione di “del vero io non dispero”, la verità, realmente, in questo caso rassicura o si rassicura che l’ama realmente, sul serio.
Questa poesia a mio giudizio, nella traduzione di Mussapi rende l’aspetto sentimentale e poetico tipico di Goethe.
Questa è un altra poesia nella versione tedesca
Welch ein Mädchen ich wünsche zu haben?
Ihr fragt mich. Ich hab sie.
Wie ich sie wünsche, das heibt, dünkt mich, mit wenigen viel.
An dem Meere ging ich und suchte mir Muscheln. In einer
Fand ich ein Perlchen; es bleibt nun mir am Herzen verwahrt.
Questa è la versione tradotta da Andrea Landolfi
Che tipo di ragazza desidero per me, mi domandate?
Ma io l’ho già come la desidero, cioè, mi pare, con poco o molto. Andavo in riva al mare, a caccia di conchiglie, e in una trovai una piccola perla: da allora è custodita qui, sul mio cuore.
Nella traduzione di Giorgio Manacorda
Che donna voglio avere, mi chiedete?.
C’è l’ho come la voglio, cioè, mi pare,
con poco o molto.
Andai al mare a cercare conchiglie.
In una trovai una piccola perla,
e adesso me la serbo in cuore.
Nella prima versione appare “Tipo” è come se il poeta specifica il tipo di donna che desidera, non una donna qualunque come nella seconda traduzione.
“Ragazza/donna”, nel contesto generale queste possono avere lo stesso significato, ma in certi casi può cambiare indirettamente l’aspetto o l’età dell’amata, perché “ragazza” si presume sia di giovane età, mentre “Donna” può rappresentare sia giovane che matura.
Desidero/Voglio, anche queste parole hanno lo stesso significato, perché”desidero” è un desiderio, voler qualcosa, così come “Voglio” volere qualcosa. Ma dal punto di vista grammaticale le parole sono ben diverse.
Anche Chiedete/domandate, sono diverse , ma è una richiesta, l’altra è una domanda.“Da allora/e adesso” in queste due parole il tempo inteso come spazio temporale è diverso, la prima versione si riferisce nel passato, mentre la seconda versione nel presente.
custodita qui, sul mio cuore/ la serbo in cuore.
Custodire e serbare hanno più o meno lo stesso significato, mentre una versione si riferisce all’esterno “sul mio cuore” mentre la seconda versione “in cuore” cioè dentro il cuore.
Questa poesia nella traduzione di Landolfi ha una scorrevolezza e un contesto più poetico, seguendo lo stile di Goethe.
In queste traduzioni ci sono molte diversità, sono diverse le parole, in certi casi il tempo, passato-presente, i versi cambiano anche nella fluidità e nella poeticità. Nei testi qui analizzati come in altri poeti, i traduttori modernizzano le poesie dei poeti del passato, portandole ad una versione più fruibile ai lettori di oggi, ma in questo modo le poesie non rispecchiano lo stile poetico dell’autore.
Maria Cristina La Torre
30/04/06
Bibliografia: “Poesie d’amore”, J.W.Goethe, Newton Compton,1997.
“ Elegie romane-Epigrammi veneziani”, Goethe, Newton Compton,1993.
" e tacque attorno a te il silenzio”...autori vari, Salani Ed. 2005
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