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parte ii – le finalità formative, culturali e didattiche

5. LA CULTURA COME FONDAMENTO DELLA PERSONALITA'

La scuola deve proporsi come luogo di cultura, promovendo la formazione dell’individuo, che deve saper vedere, saper pensare, saper immaginare, saper riflettere: su se stesso, sulla realtà che lo circonda, sul passato, sulle condizioni del suo presente, sulle possibilità di creare un futuro migliore.

In tale prospettiva, rientra l’incontro reciprocamente rispettoso e fecondo con persone di altra cultura e religione, che sia uno stimolo per la conoscenza della propria identità culturale e condizione per un civile rapporto con l’altro.

Porsi questi fini nell’educazione significa, per tutte le componenti del Liceo "Volta", perseguire la sintesi fra i saperi che è espressione dell’intelligenza e della sensibilità umane.

Compito della nostra scuola è quindi quello di attuare, a partire da tale pluralità, l’unità della formazione dei giovani, cosicché essi possano fruire di tutti i beni della cultura. In questo modo i giovani stessi si costruiranno personalità caratterizzate da una mentalità aperta, disponibile, curiosa: saranno consapevoli di "apprendere ad apprendere" e liberi e autonomi nel pensare e nell’agire grazie alla propria creatività che saprà anche armonizzarsi con le istituzioni.

In funzione della formazione di una personalità così intesa, la cultura non può né deve essere intesa solo come trasmissione univoca di conoscenze, ma come scoperta da parte dell’allievo, anche attraverso una strategia di ricerca-azione che valorizzi le sue potenzialità critiche e creative, delle tradizioni scientifiche storiche, filosofiche, artistiche e letterarie che, in quanto conquista personale, diventano di fatto parte del patrimonio culturale individuale.

La scuola deve quindi fornire agli studenti momenti e spazi adeguati in cui promuovere la ricerca del sapere. In tali momenti la figura dell’insegnante assume non più i connotati di chi trasmette il sapere, ma piuttosto di chi facilita la costruzione autonoma del sapere da parte degli studenti, il che richiede una condivisione di intenti tra docenti e studenti.

6. GLI OBIETTIVI DEL PROCESSO DI FORMAZIONE PERSONALE

La scuola secondaria superiore è chiamata a svolgere una funzione culturale in senso stretto, vale a dire di acquisizione di conoscenze e di strumenti operativi. Essa ha altresì una funzione socializzante, vale a dire di formare la capacità di inserirsi in quanto individui nella collettività, sviluppando comportamenti collaborativi.

Occorre tener presente che non solo la scuola, ma anche la famiglia e l’esperienza extra-scolastica sono fonte di formazione e vanno quindi tenute in debito conto.

Dal punto di vista della formazione degli studenti, si distinguono le finalità formative perseguite nel Biennio da quelle del successivo Triennio, strettamente commesse alle prime.

6.1. LE FINALITÀ FORMATIVE DEL BIENNIO

Gli studenti devono conseguire le seguenti capacità comportamentali e relazionali:

  • Capacità di mantenere un comportamento corretto, educato e controllato nei confronti di sé, dei compagni e del personale della scuola, nonché rispettoso dell’edificio e delle suppellettili scolastiche;
  • Capacità di interagire e di collaborare con il gruppo classe, intervenendo in modo spontaneo e pertinente nel corso delle attività scolastiche;
  • Puntualità nel rispetto delle regole, dei tempi e delle procedure delle attività scolastiche;

6.2. LE FINALITÀ FORMATIVE DEL TRIENNIO

Oltre al potenziamento degli obiettivi già indicati per il Biennio, si definiscono alcuni obiettivi formativi nuovi, commisurati alla diversa maturità degli studenti:

  • Capacità di partecipare in modo attivo e costruttivo alle attività scolastiche, fondata sulla conoscenza e sulla pratica delle regole della convivenza civile e democratica, anche nel nuovo orizzonte interculturale che si prospetta nella convivenza sociale odierna e del prossimo futuro;
  • Capacità di mantenere un comportamento leale e trasparente, di sostegno autentico nei confronti dei compagni e di cooperazione nei confronti dei docenti;
  • Senso di responsabilità nel lavoro individuale;
  • Autonomia di pensiero, realizzata attraverso un approccio critico alla realtà;
  • Consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti per favorire la crescita individuale e la possibilità di consapevoli scelte future.

7. LA SPECIFICITÀ DEL LICEO SCIENTIFICO

Il Liceo "Volta" persegue un tipo di formazione connotata dalla capacità di approccio critico-analitico ai problemi e di elaborazione di modalità di pensiero e i conoscenze trasferibili in contesti diversi.

I caratteri peculiari della cultura scientifica stanno alla base della specificità di questo liceo. Scopo degli insegnanti di questo liceo è quello offrire agli studenti la possibilità di accostarsi al sapere scientifico non solo fornendo loro le necessarie competenze tecniche, ma evidenziandone la natura culturale, indagandone i metodi fondanti, i valori e i limiti.

In questa prospettiva non si ritiene che tra la cultura scientifica e la cultura umanistica vi sia una contrapposizione, ma piuttosto una complementarietà che, nel pieno rispetto delle specificità di ciascuna area, riesca a fare emergere il costruttivo rapporto che storicamente si stabilisce tra le scienze e la tradizione umanistica e che consente di interpretare la realtà in una visione che si avvalga in modo equilibrato degli apporti di ciascuna area del sapere.

Una peculiare attenzione è riservata al momento teorico della cultura e dell’analisi critica dei suoi fondamenti, anche nella dimensione storica propria di ogni area disciplinare, così da garantire che lo sviluppo del sapere non si esaurisca in un approccio dogmatico ma si traduca in una lettura consapevole e critica.

Nella descrizione del reale, le lingue svolgono un importante ruolo di mediazione perché da un lato evidenzia le analogie e le differenze che intercorrono fra i metodi e le produzioni delle diverse discipline e dall’altro stimola la ricerca di una ricomposizione unitaria delle conoscenze.

In questa direzione la multidisciplinarietà può rappresentare lo strumento più adeguato affinché gli studenti acquisiscano una concezione problematica e integrata della cultura.

Le finalità nel loro insieme propongono come traguardo la formazione di un individuo culturalmente autonomo, ossia intellettualmente capace di accedere ai diversi campi della produzione culturale.

7.1. LE FINALITÀ DIDATTICHE DEL BIENNIO

Sulla base delle succitate considerazioni, nell’ambito del Biennio, il Liceo "Volta" si propone di perseguire le seguenti finalità didattiche:

  • capacità di studiare con un metodo cosciente ed efficace;
  • capacità di osservare attivamente;
  • capacità di confrontare diversi modi di organizzare e interpretare la realtà in differenti contesti culturali, rispettandone le differenze.
  • capacità di comprendere e interpretare messaggi di varia tipologia, orali e scritti, verbali e non-verbali;
  • capacità di comunicare in modo pertinente ed efficace, producendo messaggi adeguati al contesto
  • capacità di cogliere le relazioni esistenti tra gli argomenti affrontati.

7.2. LE FINALITÀ DIDATTICHE DEL TRIENNIO

Le finalità didattiche del Triennio si collegano a quelle del Biennio e ne costituiscono il logico ampliamento, in vista del completamento della formazione degli studenti. Le finalità perseguite sono pertanto:

  • capacità di costruire una visione unitaria e problematica del sapere, che intenda le specificità metodologiche ed epistemologiche delle singole discipline come una ricchezza;
  • capacità di utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite per una comprensione critica del presente, visto in un rapporto di continuità e di alterità con il patrimonio culturale della tradizione;
  • capacità di collocare le conoscenze apprese nel loro contesto, selezionandole gerarchicamente e cogliendone le relazioni;
  • capacità di comprendere, di analizzare e di produrre messaggi adeguati al contesto delle singole discipline, cogliendo le analogie e le diversità tra i linguaggi specifici di ciascuna ed esponendo le proprie idee in forma documentata e argomentata;
  • capacità di spiegare e utilizzare termini del lessico specifico delle diverse discipline e dei diversi ambiti problematici, cogliendone i mutamenti di significato nel tempo;
  • capacità di interpretare criticamente i saperi disciplinari, riconoscendo i limiti e la validità dei concetti appresi e distinguendo tra fatti, ipotesi, teorie, conclusioni e convenzioni;
  • capacità di formalizzare il modo di affrontare un problema, scegliendo le procedure più idonee e utilizzando le modalità del pensiero astratto;
  • capacità di operare con senso critico, sottoponendo a esame le proprie preconcezioni;
  • capacità di sviluppare una progettualità di lavoro autonoma;
  • capacità di muoversi in modo autonomo nel mondo della cultura, anche rispetto a future scelte universitarie e professionali.

8. LA DIDATTICA

Il cuore della didattica e, nel contempo, la sua fase più visibile è la relazione tra docente e studente.

La definizione "insegnamento/apprendimento" viene utilizzata per sottolineare come le due attività si influenzino reciprocamente: il lavoro del docente si modifica e si plasma sulla base delle caratteristiche e delle esigenze dello studente con il quale sta lavorando e l’apprendimento di quest’ultimo è a sua volta guidato e facilitato dall’azione didattica del docente.

Fare didattica non si esaurisce tuttavia in questa azione, pur fondamentale, ma comprende, in modi e misure differenti, una serie di aspetti che sono trattati in sezioni specifiche, quali:

  • la programmazione e la progettazione delle attività, curate dai Consigli di Materia e dai Consigli di Classe, che recepiscono le direttive fornite dal Collegio dei Docenti, al quale spetta il compito di individuare le linee di azione valide per l’intero Istituto;
  • la comunicazione alla famiglie dei piani di lavoro individuali e di quelli del Consiglio di Classe, affinché esse possano seguire lo svolgersi delle attività didattiche;
  • le attività di affiancamento, quelle integrative e quelle extracurricolari, offerte agli studenti come momenti di approfondimento e di più completa realizzazione personale;
  • l’attività costante di aggiornamento da parte dei docenti, riguardante sia i contenuti specifici della loro disciplina che tutto ciò che riguarda la didattica e la pedagogia intese come strumenti per rendere più efficace il proprio intervento presso gli studenti;
  • la valutazione e il controllo sia del prodotto formativo, vale a dire dei risultati conseguiti, che del processo di formazione, vale a dire una valutazione del funzionamento del "sistema scuola".

In questi ultimi anni si è reso necessario un ripensamento complessivo del modo di fare scuola, che ha coinvolto direttamente e in modo particolarmente profondo la didattica.

Tra i cambiamenti più significativi vi sono quelli introdotti dal nuovo Esame di Stato. Per preparare gli studenti ad affrontare con successo questa prova si sono resi necessari adeguamenti che hanno interessato inizialmente le classi quinte, ma che si stanno estendendo a tutti gli anni del Triennio e che interessano, sia pure meno direttamente, anche il Biennio.

In luogo del vecchio obiettivo di valutare la "maturità" dei candidati, il nuovo Esame si propone di saggiare le abilità in loro possesso, esprimendole in termini di:

  • conoscenze, vale a dire il bagaglio di ciò che gli studenti sanno, sia per ciascuna disciplina specifica sia in merito a una preparazione più complessiva;
  • competenze, intendendo con questo termine l’insieme delle conoscenze e della capacità di utilizzarle efficacemente e a proposito, attraverso tecniche, procedure, metodi specifici appresi nel corso dei propri studi;
  • capacità, vale a dire le abilità più generali e in qualche modo personali degli studenti, quali quella di analisi o di sintesi, oppure il senso critico.

Lavorare in questi termini implica la necessità di porgere la massima attenzione ad alcuni aspetti qualificanti per l’attività didattica:

  • l’azione didattica dovrà essere individualizzata, non tanto nel senso di seguire separatamente il singolo studente, il che spesso non sarebbe possibile e nemmeno proficuo, quanto nel senso di consentire a ciascuno, nel rispetto degli obiettivi minimi stabiliti come irrinunciabili, di esprimersi secondo il suo personale stile di studio e di apprendimento;
  • il fare lezione dovrà prevedere approcci didattici differenziati, adeguati a specifiche situazioni didattiche, quali la tradizionale lezione frontale, la discussione guidata all’interno del gruppo classe o l’attività di ricerca-azione da parte degli studenti, che si trovano a costruire attivamente il proprio sapere sotto la guida del docente;
  • al tradizionale programma della singola materia si dovrà sostituire progressivamente un progetto più complessivo, che riguardi l’azione dell’intero Consiglio di Classe e che sia strutturato in modo tale da offrire agli studenti "pacchetti" completi di conoscenze e competenze multidisciplinari relative a un certo argomento (moduli didattici), conformandosi così alle richieste della terza prova scritta e del colloquio orale dell’Esame di Stato.

Queste nuove strategie didattiche sono già parzialmente utilizzate da singoli insegnanti o da gruppi che attuino una ricerca comune ed è negli intenti del Liceo "Volta" proseguire in questa direzione, al fine di rendere gli interventi didattici più efficaci e più adeguati alle richieste e alle esigenze degli studenti e delle famiglie.

9. LA CENTRALITÀ DEGLI STUDENTI

Dal punto di vista intellettivo gli adolescenti hanno la potenzialità di manipolare idee, di comprendere e co-struire teorie e concetti, di valutare la realtà, di formulare progetti per il futuro, di nutrire interessi ideologici e perciò di raggiungere nel percorso liceale la capacità di astrazione, il piacere di ragionare e di capire i problemi generali che caratterizzano la nostra cultura, siano essi scientifici, artistici, filosofici, politici, sociali. Nello stesso tempo essi devono vedere adeguatamente valorizzate le doti che sono peculiari dell’adolescenza e che costitui-scono risorse irrinunciabili della scuola e di tutta la società: fantasia, entusiasmo, creatività.

Fra le cause della demotivazione degli studenti c’è la sensazione che la scuola trascuri questi loro bisogni più propriamente personali di comunicare, di collaborare, di partecipare alle decisioni, di fare valere il loro punto di vista.

Perché lo studio agisca come elemento di critica e di stimolo, la scuola deve mantenere i contatti con ciò che gli studenti desiderano, pensano, producono. Solo così sarà possibile un accordo fra l’impegno, l’autodisciplina, il senso di responsabilità, sia individuale che collettivo, che il processo di insegnamento/apprendimento richiede e quelle doti di fantasia, creatività e idealità che abbiamo riconosciuto come peculiari dell’adolescenza.

Il piacere del confronto, della ricerca e della spinta a imparare sono i presupposti necessari al superamento delle difficoltà di apprendimento.

Poiché lo studente rappresenta il futuro della società è naturale conseguenza che egli sia il soggetto di ogni operazione educativa e il centro del processo formativo indirizzato alla sua crescita.

Lo studente deve pertanto essere considerato come il soggetto attivo che opera consapevolmente per costruire il proprio percorso di formazione personale e scolastica interagendo con gli stimoli che riceve a scuola.

Ciò implica la necessità di perseguire una didattica centrata sulla persona, sul suo sviluppo libero e consapevole.

È altresì importante che l’apprendimento sia inteso come crescita globale e non come una semplice acquisizione di nozioni staccate tra loro e prive di un centro che le unifichi e dia loro significato.

È compito della scuola garantire agli studenti un ambiente basato su un’organizzazione partecipativa che favorisca un lavoro di qualità in un clima generale stimolante e che si fondi su giusti equilibri e ritmi di lavoro adeguati.

10. IL RUOLO DELLE FAMIGLIE

La presenza delle famiglie a scuola e la loro partecipazione al processo formativo costituiscono una fondamentale risorsa e una importante condizione per favorire il successo formativo.

La realizzazione armonica e produttiva della funzione specifica che esse assumeranno esige una precisa consapevolezza del proprio ruolo e una tenace ricerca degli ambiti entri i quali saperlo gestire e poterlo compiutamente realizzare.

La partecipazione dei genitori al processo formativo riguarda sia la sfera dei diritti e dei doveri individuali che quella di natura collettiva.

La formazione dei giovani è l’impegno centrale della scuola ed essa si oppone alle spinte disgreganti cui è attualmente sottoposto il tessuto sociale, ma le sue responsabilità non possono essere esagerate: la scuola non può da sola farsi carico di questo importantissimi compito.

I genitori possono quindi divenire i referenti del progetto di crescita complessiva che riguarda i giovano come individui e come soggetto sociale collettivo.

Nella relazione con le attività scolastiche, il coinvolgimento delle famiglie e degli stessi studenti si realizza attraverso:

  • la partecipazione consapevole all’impresa educativa;
  • la costante sollecitazione allo studio;
  • la trasparenza negli atti e nelle scelte;
  • la comunicazione efficace con l’Istituto;
  • la rilevazione della soddisfazione riguardo alla qualità del servizio erogato.

Dal Piano dell'Offerta Formativa, a.s. 2002/2003.

Liceo Scientifico Statale "A. Volta" - Milano - url: www.liceovolta.it
Ultimo aggiornamento: 22/11/2002
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