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Tradizioni, feste ed eventi

A seguito di una delibera consiliare dell’11 luglio 1592, fu istituita a Poggio Mirteto, su proposta di un certo Giovanni Hieronimo, farfense, una Scuola di Musica, allo scopo - si legge testualmente – “ di impartire…lezioni di canto e suono a tutti i giovani di Poggio Mirteto che inclinare vogliono all’acquisto di tale scienza”. Hieronimo, che in realtà aveva solo intenzione di fondare una Scuola di Musica, per insegnare a suonare e a cantare alla gioventù mirtense, riunì alcuni strumenti medievali- ribeca, archiviola, ghironda, giga, clavicembalo, tiorba – e ve ne aggiunse altri – flauti, cornamuse, bombarde, oboi d’amore e da caccia, fagotti, corni, tube e trombe), li fece suonare insieme o in alternativa, ne calibrò i timbri e li orchestrò. Nacque così la prestigiosa Banda e quindi la prima Banda d’Italia e del mondo.
Particolare e significativa appare l’opera della banda in epoca risorgimentale. L’azione patriottica più significativa fu compiuta durante la campagna garibaldina del 1867, quando i bandisti formarono la fanfara dela “legione Leonina” che, indossando la camicia rossa, seguì Garibaldi nelle battaglie di Monterotondo e di Mentana. Esiste anche un inno, suonato dalla fanfara e cantato dai giovani combattenti, su parole dello stesso Garibaldi adattate alle musiche della “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti. Nel 1967 fu denominata Banda Nazionale.

Oltre alla banda garibaldina, complesso musicale centenario, Poggio Mirteto è noto per il suo Carnevalone Poggiano, così chiamato dal 1861, quando ad imitazione delle grandi feste carnevalesche italiane, sfilò per la prima volta nelle vie cittadine, impersonato da un grande fantoccio di cartapesta.
La tradizione carnevalesca è certamente più antica. Un documento del 24 febbraio 1579 riferisce che i massari pro tempore  elessero un comitato di sette persone per i festeggiamenti carnevaleschi di quell’anno. Riprova che a Poggio Mirteto hanno sempre accompagnato questo periodo dell’anno carri allegorici, maschere, canti, danze, luminarie e tombola popolare fino al testamento, alla morte e al funerale del fantoccio di cartone, bruciato in piazza nella prima domenica di Quaresima.

L’impostazione assunta oggi da questa festa, sempre in base agli atti comunali, sembra si possa far risalire alla fine del Settecento ma è dal 1848 che questo fastoso evento è entrato ufficialmente a far parte delle celebrazioni cittadine. Tanti secoli di storia che gravano su questo Carnevalone nulla hanno tolto alla sua freschezza e alla sua briosità. Il Carnevalone Poggiano  è evento atteso e ben conosciuto non solo dai suoi abitanti ma dall’intero circondario che vi invia i suoi carnescialeschi messi.

E’ da più di un secolo che si celebra la festa del Carnevalone liberato, unica nella Sabina e probabilmente in tutta Italia. La seconda domenica di Quaresima, quando ormai in tutti i comuni d’Italia il Carnevale è stato definitivamente seppellito, Poggio Mirteto prosegue i festeggiamenti di tipo carnevalesco con una festa tutta sua, che nel corso dei circa 130 anni di esistenza (è stata interrotta per 70 anni e ripresa nel 1977) ha mantenuto una connotazione satirica e contestataria, oltre che anticlericale, tanto che in questi ultimi anni il simbolo del Carnevalone è costituito da un diavoletto che infilza un prete con un forcone.


L’origine della festa risalirebbe agli ultimi periodi del Risorgimento, durante il quale la Sabina tutta  e Poggio Mirteto in particolare, diedero un rilevante contributo di entusiasmo, uomini e azioni, pagando anche il tributo di vite umane.
Soprattutto l’antichissima istituzione cittadina, costituita dalla banda civica musicale, fu presente nelle battaglie di Mentana, Monterotondo e altre ancora, dove le sue squillanti note accompagnarono e incitarono le forze garibaldine all’attacco.

- Patrono: S. Gaetano (7 agosto).
- Festival del Cinema (luglio)
- Estate mirtense