|
Gialli
televisivi, dallo sceneggiato al telefilm.
Il
giallo televisivo nasce quasi contemporaneamente alla televisione
italiana, ma nessuno se ne accorge. Nel 1954, anno in cui
lo scatolotto smette di essere oggetto misterioso per i comuni
cittadini, la Rai (Radio Televisione Italiana) programma Il
processo di Mary Dugan e Dieci poveri negretti di Agatha
Christie, ma perché il poliziesco
faccia un degno ingresso sul piccolo schermo, bisogna aspettare
registi e sceneggiatori che sappiano raccontare per immagini.
Lo
sceneggiato.
L'identificazione perfetta tuttavia avviene solo nel
1959, quando in Italia arrivano i telefilm su
Perry Mason.
Sono macchinette che girano alla perfezione e in più hanno
un grande protagonista, il corpulento Raymond Burr, cattivo
sul grande schermo (La finestra sul cortile), eroe sul piccolo
grazie a un'illuminazione dello stesso Gardner , che gli diede
il ruolo. Quasi contemporaneamente l'Italia trova il suo eroe
indigeno in Ezechiele Sheridan detto Ezzy, tenente della squadra
omicidi interpretato dall'attore sardo Ubaldo Lay, che esordisce
abbastanza umilmente all'interno di una trasmissione a quiz:
GialloClub. Da questo momento lentamente, ma sicuramente la
televisione italiana cresce. L'esame di maturità è La sciarpa,
sceneggiato a puntate dall'inglese Francis Durbridge. Durbridge.
Durbridge
e Gino Cervi.
Se i gialli di Durbridge (dopo La sciarpa, Paura per Janet,
Giocando a golf una mattina, Melissa) con il loro vasto impegno
produttivo costituiscono un bel banco di prova per registi
(D'Anza, Blasi ecc.) e per attori (Alberto Lupo, Luigi Vannucchi,
Aroldo Tieri, Ugo Pagliai) non si collegano però a un grande
protagonista (l'eroe cambia a ogni storia). Ma la lacuna viene
colmata dalla riduzione per il piccolo schermo dei romanzi
di Simenon sul commissario
Maigret. L'operazione
è tentata quasi contemporaneamente in Francia (con Jean Richard),
in Inghilterra (con Rupert Davies), in Germania (con Heinz
Ruhmann) ma è il bolognese Gino Cervi ad appropriarsi del
personaggio. I francesi storcono il naso nel vedersi espropriati
di un monumento nazionale,
ma Simenon li mette a tacere indicando Cervi come il Maigret
ideale (più di Jean Gabin, più di Albert Préjan, quasi gemello
di Simenon). Intanto in America il mystery diventa il genere
principale del nuovo contenitore televisivo, il Tv movie,
vale a dire il telefilm da novanta-cento minuti.
Il
telefilm giallo.
All'avanguardia del nuovo corso è la Universal Tv che lancia
una serie di Tv movie gialli, tutti legati ad attori di cartello,
tutti sfruttabili per il mercato cinematografico (difatti
in Europa molti episodi vengono programmati in sala pubblica).
Se in molti casi il successo è solo moderato nonostante la
presenza di grandi attori (James Stewart, Rock Hudson, Richard
Widmark) due serial assurgono a mito:
Colombo (con
Peter Falk) e
Kojak (con
Telly Savalas), due personaggi nati praticamente per la televisione
senza antecedenti versioni letterarie. Dopo di loro e fino
a oggi una interminabile teoria di serie televisive americane,
ma non solo, ha fatto la parte del leone nell'universo dei
telefilm, da Miami Vice a
Quincy, da
Baretta a Hill Street giorno e notte, da
Derrick a Rex.
Oggi il mondo della fiction tv ha trovato i suoi eroi nel
grande mondo del poliziesco italiano a partire da Cattani
per arrivare a
Montalbano.
|
|