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Il poliziesco, un genere dai confini non troppo marcati.
E' assai difficile tracciare la linea che, all'interno del genere giallo, distingue e definisce attraverso caratteristiche specifiche un sottogenere "poliziesco". Limitarsi a dire che siamo nel suo ambito quando chi indaga è un poliziotto con tutte le carte in regola e che invece ne siamo fuori quando l'investigatore è un civile - che vesta la tonaca di Padre Brown o gli improbabili tailleurs di Miss Marple - o un detective privato come Marlowe o Sam Spade, sarebbe oltre che semplicistico anche inutile. Più appropriatamente si deve parlare di "poliziesco" quando il filo conduttore della vicenda è la sfida verso la polizia - quindi ogni qualvolta il protagonista negativo sia il crimine organizzato - e/o ogniqualvolta il metodo d'indagine che porta allo scioglimento dell'enigma e alla soluzione del caso sia, per l'appunto, tipico delle procedure di polizia.

Un successo in tv.
Possiamo perciò affermare che il sottogenereva dalle inchieste delcommissario Maigret, pur con il grande peso che la pura deduzioneha in esse, al di là delle indagini della Sureté, ai crudi romanzi di gangster che hanno fatto la fortuna di William Riley Burnett, da Piccolo Cesare del 1929, chiaramente ispirato alla vera storia di Al Capone, a Giungla d'Asfalto del 1949, entrambi diventati anche due clamorosi successi cinematografici. Oggi come oggi l'esempio più significativo di "poliziesco" è probabilmente - a livello letterario - la vera e propria saga dell' 87° distretto, creata dallo scrittore Evan Hunter sotto lo pseudonimo di Ed Mc Bain. Vale la pena di notare come, sia pure con varie sfumature - da Kojack al Tenente Colombo, da Derrick a Rex - il sottogenere "poliziesco" sia oggi quello dominante nell'ambito della televisione.

 


 

 

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