DISEGNO
TECNICO
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- Il disegno è una delle più antiche forme di comunicazione fra gli
uomini; dai rozzi graffiti delle caverne alle più fantastiche
rappresentazioni della pittura moderna, sempre ci troviamo davanti al
tentativo di trasmettere ad altri un'idea o una sensazione. Quando ciò che
si vuol comunicare è la possibilità di costruzione di un oggetto abbiamo
il disegno tecnico.
- Poiché si tratta di trasmettere nozioni e concetti pratici e attuabili,
occorre che la comunicazione avvenga con linguaggio il più possibile
semplice, comprensibile e ripetibile. Si pensi per analogia all'alfabeto:
dei disegni sempre più stilizzati, e semplici fino a divenire dei segni
simbolici di determinati suoni.
- Nel disegno tecnico un particolare sistema di raffigurazione, di linee, di
segni serve, per chi ne sia a conoscenza, ad indicare forme e lavorazioni di
pezzi, anche senza rappresentarli come sono in realtà.
- Per comprendere i vari disegni è necessario che queste rappresentazioni
o simboli siano conosciuti e validi universalmente. Ciò è avvenuto
attraverso gli organismi nazionali ed internazionali aventi per compito
l'unificazione, cioè la riduzione di pezzi e organi meccanici ad un numero
finito di tipi, costruiti con le stesse dimensioni ed intercambiabili fra di
loro indipendentemente da chi li abbia fabbricati.
- L'unificazione in Italia è quella prescritta dall'UNI (Ente Italiano per
l'Unificazione) corrispondente a quella consigliata in tutto il mondo
dall'ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione).
- Le cosiddette norme UNI sono raccolte in tabelle contraddistinte da un
numero e anche da una data, perché nel corso degli anni le norme stesse
possono essere modificare dall'esperienza o da nuovi processi tecnologici. Ad
esempio la tab. UNI 3978-68, del dicembre 1968, che enuncia norme per la
rappresentazione delle filettature, ha preso il posto della tabella con lo
stesso numero pubblicata nel 1961.
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Proiezioni Ortogonali |
- Si dice proiezione di un oggetto su un piano la rappresentazione sul piano
dell'oggetto stesso. In altre parole la proiezione è la vista di un oggetto
riportato sul piano per mezzo di rette uscenti dai punti più significativa
dell'oggetto. I punti nei quali queste rette, dette linee proiettanti,
intersecano il piano sono le proiezioni dei punti dell'oggetto sul piano di
proiezione. Se le linee proiettanti sono perpendicolari al piano di
proiezione si parla di proiezione ortogonali rette.
- Qualsiasi particolare meccanico, per quanto complicato, può essere
pensato come diviso in tante parti separate caratterizzate da superfici
geometriche semplici (piani). Un piano è generato da una retta che si muove
nello spazio e così una qualsiasi retta può essere considerata traccia di un
punto in movimento. fig. 1
- Per disegnare un oggetto si dovranno studiare le regole ed i metodi per la
determinazione delle proiezioni dei suoi elementi e perciò lo studio delle
proiezioni ortogonali di un oggetto qualsiasi inizia con la proiezione
ortogonale di un punto.
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fig.1 |
Proiezioni di un punto su due
piani |
- La fig.2a mostra un angolo diedro formato da due piani di
proiezione ortogonali (piano verticale V e piano orizzontale H) con
x-x asse di proiezione.
- Poniamo ora un punto A nella spazio definito dell'angolo diedro e
costruiamo le sue proiezioni. A questo punto fine conduciamo dal
punto A le perpendicolari ai piani H e V. I punti di intersezione A'
ed A'' delle perpendicolari con questi piani sono dette proiezioni
ortogonali del punto A. Ruotiamo ora il piano H attorno all'asse x
sino a farlo divenire un'estensione del piano V. Così si ottiene la
rappresentazione ortogonale del punto A, indicata in fig.2b. Le
perpendicolari condotte dal punto A ai piani di proiezione sono
dette rette di proiezione, il punto A' è la proiezione
orizzontale mentre il punto A'' è la proiezione verticale
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fig.2a
fig.2b
fig.2c |
Proiezione di un punto
su tre piani di proiezione |
Se due proiezioni non sono sufficienti, si proietta
l'oggetto su tre piani aggiungendo un terzo piano N di proiezione,
perpendicolare agli altri due, detto piano di proiezione
laterale fig. 3 |
fig.3
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- La terza proiezione del punto A, detta naturalmente proiezione
laterale, si ottiene in modo analogo alle due precedenti già
determinate.
- Da A si traccia una perpendicolare al piano N sino al punto A''.
Per ottenere la completa rappresentazione ortogonale del punto A si
ruota il piano H attorno all'asse x ed il piano N attorno all'asse z
finché non diventino complanari al piano V.
- Proiezioni di un segmento
- Le proiezioni si otterranno congiungendo nei tre piani di
proiezione dei suoi punti d'estremità. Consideriamo lo spigolo AB
di fig. 4a che rappresenta il tagliente
di un utensile.
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fig.4a
fig.4b
fig.4c |
Esso è parallelo al piano orizzontale fig.4a
la proiezione verticale A'' B'' e la proiezione laterale A''' B''' sono
parallele agli assi x ed y, rispettivamente,mentre la proiezione
orizzontale A' B' forma un certo angolo con l'asse x, e la sua lunghezza
è quella reale dello spigolo AB. |
5a
5b
5c |
Lo spigolo AB di fig.5c è
parallelo al piano V. La sua proiezione orizzontale è parallela
all'asse x, mentre la proiezione verticale è inclinata rispetto
all'asse x, ed ha la vera lunghezza dello spigolo. La proiezione
laterale è parallela all'asse z. |
fig.5d
fig.5e
fig.5f |
Lo spigolo AB di fig.5c è parallelo
all'asse x. Sia la proiezione orizzontale che quella verticale sono
parallele all'asse x ed hanno la lunghezza effettiva di AB, mentre
la proiezione laterale è un punto. |