DISEGNI
MECCANICI & QUOTATURE
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I DISEGNI DI MACCHINE |
- I disegni macchine o di meccanismi si
distinguono:
- a) disegni complessivi o d'assieme;
- b) disegno di dettaglio o particolari
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Disegni complessivi |
- Hanno per scopo lo studio della macchina dando una visione
completa della posizione reciproca dei vari organi.
- Possono portare quote di massima (distanza fra i centri,
rasamenti degli alberi, ecc.), quote di montaggio e quote di
ingombro (fig.23). Oltre a
complessivi raffiguranti una intera macchia si hanno complessivi
di gruppi.
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fig.23 |
Per gruppi si intendono quelle parti che hanno
funzioni particolari e possono essere montate a parte. Si ricavano
dai complessivi e servono per il montaggio onde stabilire la
posizione dei vari elementi costituenti. Portano anch'essi solo
quote di montaggio (fig.24). |
- fig.24
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I singoli pezzi si contrassegnano con un numero
distintivo di posizione (fig.25) che
viene riportato nei disegni dei particolari. |
- fig.25
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fig.26
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Particolari |
- Vengono così denominati i disegni dei pezzi singoli che
concorrono alla composizione di un complessivo (fig.26)
- Essi devono essere completati con tutte le indicazioni (quotature,
tolleranze, sezioni, indicazioni delle finiture delle superfici,
trattamenti, ecc., atti a consentire la esecuzione pratica in
officina. Tutte queste indicazioni, come vedremo, devono essere
disposte a coordinate in modo da non generare equivoci od
arbitrarie interpretazioni da parte degli operatori.
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Gli elementi della serie
unificata |
- Come regola generale si può ritenere che tutti gli organi
della serie unificata, ossia quelli contemplati nelle tabelle
UNI, si possono trovare in commercio. Non si è costretti a
fabbricarli ognuno per proprio conto, evitando così spreco di
tempo lavorativo e presenza di un'infinità di particolari
diversi: é quindi inutile eseguirne il disegno costruttivo
particolareggiato.
- La designazione degli elementi unificati si esegue di regola
sui disegni complessivi o di montaggio e deve essere sempre
completata dal numero tabella UNI nella quale é trattato
l'elemento in questione.
- Così ad esempio, se in corrispondenza di una rosetta vi é la
indicazione: 10,5 UNI 6592-69
- significa che é del tipo lavorato per dadi esagonali,
considerato nella tabella UNI 6592-69
- (e la sua dimensione principale, il foro, é di 10,5mm).
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SCALE DI
RAPPRESENTAZIONE |
- Il disegno tecnico serve come s'é visto per rappresentare
forma e dimensioni di pezzi da costruire con l'aiuto di
strumenti e macchine, anzi si potrebbe dire in ultima analisi
che serve proprio per fornire l'indicazione degli spostamenti da
far eseguire agli utensili per giungere alla forma voluta. E'
chiaro perciò che l'importanza delle indicazioni di dimensioni,
le cosiddette quote, é fondamentale in un disegno.
- Sarebbe conveniente potere rappresentare nelle dimensioni vere
sia i particolari che i complessivo per poterli raffigurare
nelle loro reali forme e dimensioni.
- In realtà pezzi di grandi dimensioni e di forme relativamente
semplici vengono rappresentati con dimensioni inferiori a quella
reale, mentre oggetto piccoli sono disegnati molto più grandi
di quanto siano in realtà. La scala é il rapporto tra le
dimensioni del disegno e le dimensioni reali dell'oggetto e deve
essere scelta fra quelle consigliate dalla UNI per i disegni
tecnici, che sono le seguenti:
- scale di riduzione:
- 1:2 - 1:1,25 - 1:5 - 1:10 - 1:20 - 1:25 - 1:50 - 1:100
- scale di ingrandimento:
- 2:1 - 5:1 - 10:1 - 20:1 - 50:1.
- Si consiglia di evitare la scala di riduzione 1:2 poiché può
portare a falsare l'interpretazione delle dimensioni (un pezzo
in scala 1:2 ha una superficie che é un quarto di quella reale,
non la metà).
- Su ogni disegno deve essere indicata la scala con la quale é
stato rappresentato il pezzo: le quote devono sempre riportare
la dimensione vera dell'oggetto.
- Qualora, in casi eccezionali e quando non ne derivi scarsa
chiarezza di disegno, si abbiano elementi non disegnati in
scala, la quota corrispondente dovrà esser sottolineata con
tratto pesante (fig.27).
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fig.27 |
QUOTATURA DEI PEZZI
MECCANICI |
- E' facile accorgersi come la quotatura di un disegno tecnico
sia tutt'altro che semplice, perché si deve quotare non il
disegno, ma il pezzo che in realtà si deve costruire. Tutto
ciò che richiede conoscenze di tecnologie ed esperienza e
quindi una attenzione particolare per supplire alla loro
mancanza fin dall'inizio, dai primi disegni che si eseguono.
- Prima di illustrare norme e particolarità di quotatura
facciamo ancora un esempio.
- Il pezzo cilindrico di fig.28 è
quotato in modo errato, non in quanto disegno ma in quanto pezzo
da eseguire e misurare: le quote a,b,c, differenze di diametri
sono mal poste, perché è più facile misurare un diametro che
una differenza (è corretta la quotatura fig.29);
le quote e,f,g,h di per sé sono esatte ma non tengono conto che
per fare il pezzo si partirà da un cilindro di diametro D. La
quota g è inutile perché data la lunghezza totale l e le quote
parziali e,f,h in fig.28 oppure m,n
in fig.29 essa si ottiene necessariamente.
La quota g dovrebbe essa se necessaria ì, ad esempio se lo
spessore del colletto da essa rappresentato fosse vincolato
dall'accoppiamento con un altro pezzo fig.30.
- La quotatura delle lunghezze in fig.28 è un esempio di
quotatura in serie, in cui le misure si susseguono una
all'altra.
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fig.28
fig.29
fig.30 |
Un altro sistema è quello di fig.31,
detto in parallelo, in cui tutte le misure si riferiscono ad
un'unica superficie di riferimento. |
fig.31a
fig.31b |
Esiste un altro tipo di quotatura, quella in
progressione, di fig.31b. Può
trovare applicazione sopratutto in disegni di pezzi destinati a
costruzioni su macchine a comando automatico o numerico, così come
la quotatura per coordinate di fig.32,
che può anche essere usata per il caso di numerosi elementi simili,
come i fori di fig.33 |
fig.32
fig.33 |
Nella pratica si usa maggiormente la quotatura combinata
fra serie e parallelo come appunto quella di fig.28. |
- Le quote vanno apposte prolungando fuori dal disegno del pezzo
le linee che individuano gli spigoli o le superfici fra le quali
si effettua la misura: queste linee di riferimento tracciate con
tratto fine continuo, sono collegate con una linea, fine
anch'essa, ad esse perpendicolare e terminante con due frecce,
detta linea di quota, al di sopra della quale si scrive
la quota o misura, espressa ordinariamente in millimetri.
- Le frecce di quota, la cui forma secondo le prescrizioni UNI
è quella di fig.34a vengono
tracciate ottimamente come un breve ispessimento terminale delle
linee di quota ottenuto con un rapido e deciso movimento di va e
vieni della punta scrivente (fig.34b);
avranno una grandezza proporzionale alle linee del disegno.
- Le linee di riferimento si prolungano leggermente
oltre le linee di quota, mentre per queste ultime è ammesso un
lieve prolungamento solo nel caso di spazio troppo ristretto per la
scrittura della misura, caso in cui anche le frecce ed i numeri
vengono posti all'esterno dello spazio delimitato dalle linee di
riferimento (fig.35a ). Nel caso di
serie di distanza molto piccole è costituito sostituire le frecce
con i punti (fig.35b).
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fig.34a
fig.34b
fig.35a fig.35b |
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- Le quote, come in genere tutte le scritturazioni sul disegno,
si scrivono se orizzontali rivolte verso il basso, se verticali
in modo da essere lette dalla destra del foglio (fig.36a).
- Nella fig.36b sono disposte
alcune quote a titolo di esempio: si devono evitare per quanto
possibile linee di quota nella zona tratteggiata. Nella fig.36c
sono esemplificate quotature di angoli.
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fig.36a
fig.36b
fig.36c
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- Si è detto che è meglio portare le linee di riferimento e
misura fuori dal disegno: naturalmente quando ciò potrebbe
anziché una chiarificazione una maggiore confusione si possono
tracciare direttamente sul disegno del pezzo (fig.37a).
- E' da evitare, per quanto possibile l'incrocio di linee di
quota: l'esempio di fig.37b è
chiaro di per se, come risulta chiara la preferenza per la
quotatura della fig.38a in luogo
della fig.38b, notando che la quota
l si riferisce proprio alla posizione dell'asse.
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- fig.37a
fig.37b
fig.38a
fig.38b
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Talvolta per comodità si fa uso di linee inclinate (fig.39)
o le quote vengono opposte direttamente utilizzando come riferimento
le linee del disegno (fig.40): ma sono
mezzi di ripiego. |
fig.39
fig.40 |
Nel caso di pezzi di forma circolare, visti secondo
il cerchio, si useranno o linee di riferimenti tangenti al cerchio
con linee di quota parallele agli assi (fig.41)
oppure non più di due linee di quota diametrali inclinate di circa
30° o 45° rispetto agli assi (fig.42);
nei casi in cui dal disegno non appaia chiaramente che si tratta di
un cerchio, ad evitare una seconda vista, è sufficiente far
precedere la quota del diametro dal segno Ø
(fig.43). |
fig.41
fig.42
fig.43
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- Analogamente nel caso di un quadrato, la quota può essere
preceduta dal segno □ (fig.44).
- Se si tratta di una sfera la quota del raggio o del diametro
va preceduta dalla parola sfera (fig.45).
Le quote di raggi saranno invece precedute dalla lettera R (fig.46).
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fig.44
fig.45
fig.46 |
- Per oggetti grandi, simmetrici rispetto ad un asse
perpendicolare alle linee di quota, si può ricorrere, nel caso
di viste o sezioni parziali, alle quote totali riportate su una
linea aperta da una parte (fig.47a).
Nel caso di pezzi simmetrici disegnati con vista dimezzata la
linea di quota, aperta come s'è detto, deve oltrepassare l'asse
(fig.47b).
- Sempre riferendoci al caso di pezzi regolari, nel caso che le
linee di misura sino tanto numerose da provocare confusione con
il loro tracciamento completo è permesso tracciarle incomplete
e sfalsate (fig.48).
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fig.47a
fig.47b fig.48 |
Per corde e archi di cerchi le quote vanno messe in fig.49 |
fig.49
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- I raggi vanno indicati con linee fine terminante a freccia: è
bene indicare il centro cui il raggio si riferisce e dal quale
la linea parte. Se esso si trova fuori dal disegno si può usare
una linea spezzata o interrotta a seconda se si debba
individuare o no il centro (fig.50a).
- Due quote uguali fra loro, di cui si conosca il valore totale,
possono essere sostituite dal segno = (fig.50b).
Questo simbolo si può usare anche quando si voglia affermare
una centralità di una linea o una equidistanza (fig.50c).
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fig.50a
fig.50b
fig.50c |
- Nell'interno di ridurre linee di misure e quote, in alcuni
casi di pezzi nei quali compaiano elementi regolarmente disposti
ed equidistanti sono consentite delle semplificazioni. Così,
nella fig.51a è riportato il
sistema per quotare una serie di fori eguali ed equidistanti
precisando solamente il diametro dei fori, il numero dei passi,
la lunghezza del passo e la distanza fra gli assi estremi.
- Per evitare equivoci talora si preferisce indicare
direttamente anche il passo (fig.51b).
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fig.51afig.51b |
Se su di una flangia sono praticati dei fori
equidistanti ed uguali è sufficiente quotare un solo foro com'è
indicato nella (fig.52a); se invece i
fori hanno diametri diversi, si può ricorrere a particolari
notazioni di richiamo come si vede nella fig.52b |
fig.52a
fig.52b |
- Già si sono visti i vari sistemi di quotatura: si noti ancora
che la quotatura in parallelo, contrariamente a quella in serie,
evita l'accumularsi di errori costruttivi, riferendo ogni misura
sempre allo stesso punto di riferimento.
- La scelta di quest'ultimo è legata al processo tecnologico di
esecuzione o di controllo del pezzo. I riferimenti più comuni
sono assi e centri o superficie lavorate e spianate con
precisione, esterne o interne al pezzo. Le quote possono essere
funzionali, non funzionali o ausiliarie.
- Le quote funzionali sono quelle che definiscono le
misure essenziali alla funzione di un pezzo.
- Le quote non funzionali riguardano elementi le cui
dimensioni potrebbero anche essere diverse senza che il pezzo
cessi di adempire i compiti per i quali è stato progettato.
Nella fig.53 le quote a e b sono
funzionali, e su di esse potranno essere indicate le tolleranza
di lavorazione come vedremo in seguito, le quote c e d non sono
funzionali e non vi saranno su di esse tolleranze.
- Le quote ausiliari sono quelle indicate sul disegno al
solo scopo di fornire indicazioni utili ed evitare calcoli a chi
costruisce il pezzo. La quota e in fig.54
non serve che a dare un idea delle dimensioni d'ingombro del
pezzo e ad evitare di sommare le quote parziali per giungere ad
essa.
- Le quote ausiliarie vanno poste fra parentesi ad indicare che
non sono interessate alle indicazioni generali di tolleranza
previste per il pezzo.
- Altri principi da tener sempre presenti nel disegno tecnico
sono i seguenti.
- Tutte le quote, tolleranza, ecc. necessarie per assicurare
l'attitudine all'impiego dell'elemento devono essere scritte
direttamente sul disegno, così come qualsiasi altra
informazione necessaria per definire completamente l'elemento
allo stato finito, senza dimenticare le esigenze della
fabbricazione e della verifica.
- Non si deve portare più di una volta una quota sul disegno.
- Non si deve deve durre una quota funzionale da altre quote,
né rilevare dal il disegno una quota mediante la scale
dimensionale.
- Si devono disporre le quote sulle viste che rappresentano il
più chiaramente l'elemento da quotare.
- Tutte le quote di un disegno devono essere date nella stessa
unità di misura, per esempio in millimetri; se per qualche
quota fosse altrimenti, si deve scrivere l'unità scelta dopo la
quota stessa.
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fig.53
fig.54 |
- Alcune regole permettono di facilitare la quotatura e adesso
parleremo di alcune di esse. Disegnare solo il numero di viste
necessario per definire la forma e per quotare il pezzo: ove
necessario una semplice indicazione può evitare un disegno; a
titolo esplicativo si vedano i seguenti casi:
- 1) è sufficiente la sezione per definire completamente
l'anello grazie alle quote Ø... (fig.55).
- 2) anche in questo caso il pezzo è completamente definito con
al sezione, grazie all'indicazione ausiliaria che determina
numero e posizione dei fori (fig.56).
- 3) la vista A è sufficiente per definire il pezzo: infatti
una sezione sarebbe insufficiente per rappresentare i fori e
servirebbe solo ad indicare lo spessore dell'anello, il che è
fatto con la dicitura (fig.57).
- Se un pezzo è simmetrico, indicato l'asse di simmetria, si
quotano i vari elementi una sola volta. Così si quotano una
sola volta elementi che appaiono più volte sullo stesso pezzo e
che appaiono inequivocabilmente eguali.
- a) le quote devono servire per costruire il pezzo, non per
disegnarlo nuovamente;
- b) le quote devono poter essere misurate sul pezzo, non sul
foglio.
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fig.55
fig.56
fig.57 |
Smussi e
arrotondamenti |
- Nei pezzi meccanici sono necessari smussi e arrotondamenti: i
primi per evitare spigoli taglienti e fragili, ad esempio
all'estremità di alberi o sui bordi di pezzi prismatici; i
secondi, spesso derivanti da esigenze di resistenza, perché non
vi siano al passaggio da un elemento ad un altro di un pezzo
intagli acuti, che cunei provochino concentrazioni di sforzi e
inizi di rotture.
- Grandezza caratteristica degli smussi è la lunghezza misurata
parallelamente all'asse, accompagnata dal angolo di inclinazione
dello smusso rispetto all'asse stesso (fig.58a).
Se lo smusso è a 45° l'indicazione può essere semplificata
come in fig.58b.
- Nella pratica quotidiana si trova spesso, per lo smusso a
45°, l'indicazione di fig.58c, con
la sigla sm seguito o meno dal valore della lunghezza o
la dicitura smussare.
- Per gli arrotondamenti e raccordi grandezze caratteristiche e
il raggio di curvatura, indicato con R come già s'é visto.
- I valori più comunemente usati per gli smussi sono: 0,2 - 0,5
- 1 - 2 - 3 - 5 mm.
- Per gli arrotondamenti: 0,2 - 0,4 - 0,6 - 1 - 1,6 - 2,5 - 4 -
6 - 10 mm
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fig.58a
fig.58b
fig58c |
Smussi, raccordi ed arrotondamenti spesso
non vengono direttamente quotati ma si indica accanto al disegno il
loro con la dicitura smussi non quotati...x45° oppure raccordi
non quotati R...: naturalmente ove nel pezzo vi siano raggi o
smussi di valore diverso da quello indicato dovranno essere quotati
singolarmente (fig.59). |
fig.59 |
Quotatura di
conicità |
- La conicità, cioè la variazione
costante di diametro di un corpo cilindrico lungo il suo asse
può essere espressa in tre modi diversi:
- a) in gradi: si indica l'ampiezza dell'angolo al
vertice del cono, reale od ideale, oppure l'ampiezza del
semiangolo (α oppure α/2 di fig.60.
- Si indicano in questo modo i coni con ampiezze eguali o
superiori ai 30° (vedi fig.61).
- Qualora di un tronco di cono fossero noti il diametro maggiore
D, il diametro minore d e la lunghezza L (misurata
parallelamente all'asse del tronco di cono, fig.60)
si può ricavare facilmente l'inclinazione di esso applicando la
relazione tangα/2=(D-d)/2 x L
- in cui tangα/2 è la tangente del semiangolo
del cono, il cui valore, espresso in gradi, si deduce dalle
tabelle trigonometriche relative alle tangente.
- Così, dovendo quotare in gradi un tronco di cono le cui
dimensioni sono:
- D= 1800mm d=
110mm L=
30mm applicando la
suddetta formula avremo:
- tang α/2 = (180-110) /2 x 50 = 0,700
- e
consultando le tabelle tangenti troveremo che il numero più
prossimo a 0,700 corrisponde ad un angolo di 35° e quindi si
avrà un semiangolo di 35° e pertanto un angolo al
vertice α =70°
- Se invece di un tronco di cono si ha un cono (fig.61)
per il calcolo dell'inclinazione è sempre valida la relazione
precedente, tenendo però presente che il diametro minore è
uguale a zero.
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fig.60
fig.61 |
- b) con il rapporto I/k: il valore
di k si ottiene dividendo la lunghezza del tronco di cono per la
differenza fra il diametro maggiore ed il diametro minore del
tronco di cono, cioè:
- k= L/(D-d) e i/k = D-d / L
- In altri termini ciò significa che sulla lunghezza k,
misurata lungo l'asse del cono subisce una variazione di
diametro di 1 mm (fig.62)
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fig.62
fig.63 |
- Conoscendo tre dei quattro dati L, D, d
e k si ricava facilmente la grandezza incognita.
- Altrettanto semplice è il passaggio all'indicazione in
gradi: tang
α/2=1/2 x k
- E' questo il metodo applicato internazionalmente ed è usato
per conicità con angoli inferiori ai 30°.
- c)come percentuale: viene indicata dal numero p che si
ricava moltiplicando per 100 il rapporto fra la differenza dei
diametri delle basi e la lunghezza del cono (fig.64).
- La formula è la seguente: p=
100 x (D-d) / L
- il che significa che sulla lunghezza di 100mm (misurata lungo
l'asse del cono) il cono stesso subisce la variazione di
diametro di p mm.
- Nel caso di una spina conica le cui dimensioni
siano: D= 7,2mm
d= 6mm L= 60mm
- otterremo: p=
100 x (7,2 - 6) /60 =2
- e dovendo quotare percentualmente la spina in questione
indicheremo la conicità nel seguente
modo:
con. 2% come si può vedere nella fig.65
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fig.65 |
- Facciamo notare come nella quotatura di
pezzi conici non sia sempre necessario indicare tutti gli
elementi che caratterizzano il cono (ossia: l'inclinazione, la
lunghezza ed i due diametri, ove esistano entrambi), ma come si
possa omettere una dimensione ed il cono sia esattamente
definito.
- In genere la quota che non viene indicata è quella che offre
maggiori diffcoltà di misurazione nell'esecuzione pratica in
officina. Così nel pezzo fig.65 appare
evidente come la quota di più difficile misurazione sia
il diametro minore, del quale si può non indicare la quotatura,
senza che perciò sorgano difficoltà esecutive per incompleta
quotatura.
- Ciò che è stato detto sopra può anche essere utile per
evitare calcoli, i quali, per quanto non difficili, possono dare
origine di misure con parecchi decimali che potrebbero indurre
l'operatore a complesse ed inutili operazioni.
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