Il Convento

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  Al Convento si accede attraverso il portone d’ingresso, posto sotto il porticato, sul cui arco a tutto sesto è raffigurata l’Immacolata Concezione, capeggiante su una città distrutta, con un sonetto in lingua italiana. Al disotto un distico latino porge il ben venuto al visitatore:

Lunetta raffigurante l'Immacolata sul portone d'ingresso (Sec. XVII)

"Omnes morantes hic, vos aeque salutant

si venientes eis, dixeeriti Ave"

Quanti abitano qui-Vi salutano equamente

Se anche voi, o venienti, direte ad essi il vostro Ave"

 

 

 

Appena entrati ci si trova nell’ampio Chiostro di forma rettangolare con vent’otto arcate a tutto centro. Per due lati, ad Est e a Nord, ha archi sovrapposti, che gli conferiscono a sera la severità di un teatro romano. Le colonne, erette su di un muro che fa da parapetto, poggiano su di un piedistallo di pietra. 

Chiostro: lato Sud e Ovest con la Meridiana (Clicca sulla foto)

 

Il corpo della colonna e l’arco sono in tufo e il capitello in pietra. Nei lavori di restauro (1980) il tufo, essendo molto friabile, è stato ricoperto di intonaco ruvido. Sono stati stonacati i piedistalli, i capitelli in pietra delle colonne e riscoperte e lasciate visibili a forma di bugnato le pietre del parapetto, su cui si innalzano le colonne.

 

Porticato del Chiostro

 

Sulla parete interna del chiostro, sul lato Ovest, domina "La Meridiana", che, restaurata dall'Ingegnere Raffaele Cosenza, invita il visitatore a controllare il proprio orologio e la didascalia "Transeunt Omnes, ultima necat" (Passano le ore  e l'ultima ti uccide), oppure "Cur petis horam! Dum petis ipsa fuggit" (Perchè chiedi l'ora! mentre la chiedi essa fugge) invita a riflettere sulla preziosità del tempo.

La Meridiana

 

La pavimentazione in pietra, all’interno e all’esterno del chiostro, è stata eseguita nel 1951. Anticamente, invece, l’esterno del chiostro era pavimentato con ciottoli, aventi al bordo un cordolo rialzato riquadrante una cunetta per raccogliere l’acqua, che attraverso fori ai quattro angoli defluiva nella cisterna, attualmente richiusa. Il primitivo collo della cisterna era in pietra in stile cinquecentesco. Nel 1982 vi è stato collocato uno in stile tardo medioevo. 

Lungo le quattro pareti del chiostro, nell’arco delle lunette corrispondente alle arcate e alle crociere, vi sono affreschi con episodi della Madonna, della Natività e della Passione di Cristo.

 
Lo sposalizio della Vergine (affresco sec. XVIII)  parete Est (Episodio tratto dai Vangeli apocrifi)

 

Cristo Flagellato (sec. XVII parete Ovest)

 
Cristo innalzato sulla Croce (sec. XVIII, parete Nord)
 

Gesù risorto (sec.XVII, parete Nord)

 

Gli episodi della vita della Madonna sulla parete Est del chiostro, per l’impostazione pittorica e le iscrizioni poste in basso, sotto le varie lunette, sono da attribuirsi ad un pittore della scuola abruzzese del Settecento, come pure, probabilmente, gli episodi dell’infanzia di Cristo sulla parete Sud, in gran parte rovinati. Gli affreschi della Passione di Cristo sulla parete Ovest e Nord del chiostro sono i migliori conservati; e per quanto ispirati da un manierismo seicentesco, rivelano nell’autore ignoto capacità di composizione, valentia nel graduare i chiaroscuri degli sfondi e finanche sicurezza e riuscita impostazione prospettica nel far grandeggiare le figure dal fermo risalto plastico nel fissare la varietà degli atteggiamenti dei protagonisti, segnati dalla risonanza dei sentimenti che diversamente li sconvolgono. 

Nei mesi di ottobre–novembre 1986 il Ministero dei Beni culturali, con proprio finanziamento, ha fatto restaurare gli affreschi della Passione di Cristo, dalla cooperativa “Tecnicon” di Roma. I dipinti migliori dell’intero ciclo sono: Cristo flagellato (sul lato Ovest), Cristo innalzato sulla croce, la deposizione, la discesa al Limbo e la Risurrezione (sul lato Nord). 

Nel refettorio dei frati, completamente rinnovato (nel 1936 e nel 1979) vi sono due tele: sulla parete di fondo il quadro che rappresenta il trasporto della Santa Casa di Loreto della seconda metà del Seicento; sulla parete di sinistra l’Annunziata pure del  Seicento e di autore ignoto.