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Home > Profeti > Amos: Quadro storico


Profezia dell' VIII secolo: il libro di Amos

 

Amos profetizza per Israele (ma lui è giudeo), quasi contemporaneamente ad Osea, al tempo del prospero regno di Geroboamo II (786-746; cf. 1,1).
Geroboamo accede alla scena politica dopo sanguinose lotte dinastiche culminate con l'eliminazione della grande dinastia di Omri e l'uccisione di Acab e Gezabele, cui seguì l'insediamento del generale Jehu, favorito da un partito filo-assiro.
In questo tempo, infatti, si manifesta la potenza assira, che, a causa delle sue campagne militari, priva Israele dei suoi nemici tradizionali, gli Aramei di Damasco, e conquista anche alcuni suoi territori.
Ma sotto i re Joachaz e suo figlio Joash, alcuni di questi territori vengono recuperati dalle mani assire e, data l'assenza di nemici pericolosi, si apre per Israele e Giuda un periodo di sostanziale tranquillità.
E' in questo periodo che regna, al Nord, Geroboamo II, il quale riuscì ad allargare addirittura i suoi confini favorendo la rifioritura economica del Paese. Si intensificarono, infatti i commerci con l'Arabia, la Fenicia ed alcune zone del mar Rosso; la popolazione divenne molto densa e fiorì l'indus-tria tessile e della tintura; gli edifici si caratterizzavano per la loro bellezza.
Ma assistiamo anche ad una decomposizione dello stato sociale. Cresce il dislivello crescente tra i ricchi e i poveri: gli agricoltori sono alla mercé degli strozzini e delle calamità, i commercianti si danno alla frode (falsano le bilance, vendono gli scarti) e i giudici vengono corrotti.
Oltre a ciò assistiamo anche ad un certo tipo di corruzione religiosa : dietro alla magnificenza dei luoghi di culto si nasconde una mentalità idolatrica (culto = assicurazione di salute, protezione), formalistica, profana (culto della fertilità, prostituzione sacra). I benefici di Dio (elezione, alleanza...) fomentano il complesso di superiorità. In questo periodo abbiamo i santuari a Dan, Betel, Galgala. In questa situazione Amos grida per richiamare il popolo ai suoi impegni di alleanza.
Amos nasce a Tekoa, 17 km a sud di Gerusalemme, di professione pastore e raccoglitore o incisore di sicomori (questi ultimi non maturano se non vengono incisi, rimarrebbero piccoli e amari). Nota: i sicomori si trovano altrove. Mentre Tekoa è patria di pascoli (è vicina a Betlemme, dove pascolava anche Davide), questi frutti maturavano nella regione del mar Morto e nella Sefela.
Amos viaggia ed è un acuto osservatore e conoscitore della situazione sociale, politica e riesce a riconoscere i ragionamenti ed i raggiri dei mercanti che frodano. I drammatici contrasti tra ricchi e poveri devono averlo talmente indignato da generare in lui quello spirito profetico talmente irresistibile da essere da lui stesso paragonato al ruggito di un leone. Tale irresistibilità poteva derivare solamente da una esplicita vocazione divina.
Amos è un rurale, come dimostra anche il suo linguaggio, la sua schiettezza (le nobildonne samaritane sono le "vacche di Basan") e la sua avversione per la vita oziosa dei cittadini. La sua vocazione si verifica da "dietro i buoi", cioè nell'esercizio del suo mestiere umile e ordinario. Egli non è "figlio di profeti", profeta di corte, di professione, istituzionalmente sclerotizzato. Egli è un disfattista, predice la catastrofe in un tempo che non la lascia presagire, sa vedere il pericolo che rappresenta, al Nord, la potenza dell'Assiria e intuisce che è da lì che "il terremoto" arriverà (721).

 


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