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Tradizioni Pretarole

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli abitanti di Pietracamela da quando se ne ha memoria sicura e fino al nostro secolo, allorchè cominciarono ad emigrare in Canada, in Argentina e negli Stati uniti, esercitarono la pastorizia, l'agricoltura e la lavorazione della lana congiuntamente per procurarsi i mezzi di sostentamento. Verso la fine di Settembre, dopo le semine gli uomini validi si recavano in Maremma, in Umbria, nelle Marche e nell'Emilia Romagna per la cardatura della lana di cui erano veri e quasi unici specialisti. Chi faceva la stagione lunga tornava a casa all'inizio della primavera, chi faceva la stagione corta poco prima di Natale. In tutte le case, durante i lunghi e freddi inverni, le donne filavano la lana, tesevano i "carfagni o "circassi", cioè stoffe di lana che, dopo trattamenti vari per sgrassarli e renderli consistenti, coloravano con estratti di erbe e corteccie di alberi; tessevano anche la comune tela bianca per farne camicie, mutande o lenzuola, tipici e caratteristici erano anche i "paponi", calzature di corda e di pezza che per la lora resistenza venivano usate anche dagli alpinisti locali. Gli antichi Pretaroli vivevano una vita di duro lavoro, ma godevano di una quasi selvaggia libertà individuale che faceva si che non si concepisse il lavoro prestato alle dipendenze di altri. Gli scambi commerciali avvenivano in passato più con i paesi del versante Aquilano che con quelli del versante Teramano, forse per la più breve distanza che separa Pietracamela da Assergi, Paganica anche se si doveva varcare il Gran Sasso attraverso il passo della Portella. Usi costumi e attività cominciarono a mutare in modo evidente dopo la prima guerra mondiale, allorchè anche qui l'emigrazione divenne fenomeno di massa. Però i Pretaroli che si recavano negli Stati Uniti, dopo una assenza di molti anni tornavno in seno alle famiglie; dopo la seconda guerra mondiale,invece l'emigrazione si oriento prevalentemente verso il Canada, però con esodo di interi nuclei familiari per cui il comune di Pietracamela cominciò a spopolarsi fino a perdere in un ventennio, circa i 2/3 della popolazione Ora non è facile scorgere un Pretarolo, nei periodi di alta stagione, tra la folla di turisti che invadono il paese per le vacanze. E' facile prevedere che decedute le ultime generazioni si perderà anche il duro e caratteristico dialetto Pretarolo! La nuova Pietracamela è ora ambita meta turistica sia estiva che invernale, si trova infatti a soli 5 km da "Prati di Tivo", la maggiore stazione sciistica del Gran Sasso.

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