Il Sacro Corano - Sura
IV -
An-Nisâ' (Le
donne)
In nome di
Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
Versetto
34
Gli
uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah
concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i
loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel
segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui
temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti,
battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse.
Allah è altissimo, grande.
Il nome della Sura IV deriva dal vers.
1 -
Post-Eg. n° 92, di 176
versetti.
La condizione della donna nell'Islam
La condizione della donna nell'Islam varia
molto da nazione a nazione. In quegli Stati ove le leggi del Corano
sono applicate più rigidamente, le donne vivono in minori condizioni
di libertà rispetto all'uomo, e spesso sono poste su un gradino
inferiore. Esse però non sempre avvertono come ingiustizia la
diversità della loro condizione, ricevuta come abitudine culturale.
Ma anche se l'avvertissero come ingiustizia, non sempre sono in
grado con le proprie forse di modificare la propria situazione, le
cui caratteristiche principali sono le seguenti:
Minore libertà di spostamento;
Minore libertà d'espressione, di parola, di saluto;
Minore possibilità di avanzare negli studi o nella carriera;
Minore possibilità di rivestire cariche o ruoli di responsabilità in
ambito civile o religioso;
Quasi nessuna possibilità di partecipare alla vita politica o di
venire eletta;
Scarsa possibilità di decidere il proprio destino o quello dei
propri figli;
Sottomissione all'uomo, da cui può venire ripudiata (e non
viceversa);
Convivenza con altre mogli scelte dall'uomo;
Obbligo, in molti paesi, di coprire il proprio corpo e spesso anche
il viso;
Imposizione, in molti paesi, dell'infibulazione e dell'escissione;
Frequenti gravidanze non scelte liberamente ma imposte dal marito.
Il Corano così recita: "Gli uomini sono in
posizione superiore alle donne" (4,34). Nella Tradizione degli
Hadith viene riportato che Maometto abbia detto: "Non ho visto
nessuno più minorato di voi femmine nell'intelligenza e nella
religione; un uomo serio può essere facilmente traviato da alcune di
voi" e anche "Non è evidente che la testimonianza di DUE donne è
uguale a quella di UN uomo?". La donna è, insieme al cane e al
maiale, uno degli esseri che corrompe la preghiera di un musulmano,
se passa alla distanza di un tiro di sasso vicino a lui (Abu Dauud,
Salat 109).
Aran ibn Hussain narrò che Maometto disse:
"Guardai nell'inferno, e vidi che le donne costituivano la maggior
parte dei suoi abitanti". In altre fonti antiche si narra che
Maometto abbia detto: "Quello che Dio accoglie in paradiso sposerà
72 mogli", che saranno sempre sensuali e disponibili per il piacere
dell'eletto.
Nelle udienze in tribunale la testimonianza femminile non ha peso,
anche se viene fatta da quattro donne, ed anche i matrimoni non sono
validi se non vi è un testimone maschile.(vedi Cor 2, 282). In Cor
4,15 si aggiunge: "Se alcune delle vostre donne commettono
turpitudini, portate quattro testimoni (maschi) a testimoniare
contro di esse e se questi testimoniano sulla verità del fatto,
rinchiudete le colpevoli in casa finché le colga la morte o Allah le
salvi". Agli uomini dal comportamento malvagio viene invece data la
possibilità del perdono se si pentono.
Nelle eredità al maschio va lasciata "la parte di due femmine" (Cor
4,11-12).
In Cor 4,20-24 è scritto: "Se volete scambiare una moglie con
un'altra e a una di esse avete già dato una gran quantità d'oro, non
riprendetevi nulla….. Vi sono pure vietate le donne maritate,
eccetto le schiave che possedete". Nell'islam è permesso il ripudio
della moglie, ma non quello della moglie verso il marito. All'uomo è
inoltre concessa la poligamia, che è invece vietata alle donne. Nel
Corano nessuna donna è menzionata col proprio nome (salvo Maria,
madre di Gesù, di cui Maometto nel VII secolo conosceva
l'esistenza).
Naturalmente non possiamo giudicare tutto
l'Islam solo da questi dati, ed ogni giudizio è comunque inopportuno
in quanto l'Islam appartiene alla cultura di un popolo, per il quale
il tentativo di una regolamentazione sociale, presente nel Corano,
rappresentò nell'antichità una forma di evoluzione rispetto ai
costumi ereditati dal politeismo che lo precedeva.
Un esempio:
Cinque ragazze
turche lasciate annegare da integralisti islamici, nessun soccorso,
Allah non vuole contatti con maschi estranei.
(ANSA
- Ankara 28-7-2004 - Lucio Leante)
''Affoghiamo,
salvateci'', gridavano a squarciagola le cinque ragazze, ma
dalla riva alcuni fanatici islamici hanno a lungo impedito ad
alcuni uomini di gettarsi in acqua a salvarle urlando loro loro:
''Allah non vuole che uomini estranei tocchino una donna''. Sono
state cosi' vittime del fanatismo religioso (molto diffuso e
probabilmente in ripresa in Turchia), cinque ragazze sedicenni,
della progredita cittadina egea di Izmir (Smirne), che sono
state lasciate annegare senza pieta' dalle guide (imam) e dalle
compagne della scuola coranica illegale che esse frequentavano.
Gli imam fondamentalisti, a cui le famiglie avevano affidato le
loro figlie per un corso religioso estivo residenziale (illegale
in Turchia, dove l'istruzione religiosa puo' avvenire solo nella
scuola pubblica, con insegnanti autorizzati) hanno impedito ad
alcuni uomini di portare loro soccorso per evitare impuri
contatti maschio-femmina, secondo loro - come pure secondo i
Taleban afghani - vietati dall'Islam, che li ammette solo tra
familiari stretti. Ora e' in corso un' inchiesta della
magistratura per omissione di soccorso e possibilmente omicidio
plurimo. Le cinque ragazze, tutte sedicenni - riferisce il
giornale Hurriyet - erano andate al mare, con un gruppo di circa
50 compagne di una scuola coranica estiva illegale, nei pressi
del villaggio di Urla, vicino a Izmir. Nonostante non sapessero
nuotare avevano voluto fare il bagno e, su prescrizione dei loro
imam, erano entrate in acqua mano nella mano e, beninteso,
completamente vestite dalla testa ai piedi. Ben presto hanno
cominciato ad annaspare per il peso dei vestiti che le portava
giu' e ad invocare aiuto. |