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cura di
ueste pagine sono curate da
Ezio
Flammia
Già docente di disegno e storia dell'arte
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“La scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i
maestri leccesi tra tecnica e artificio”
in Mostra al Museo diocesano di Milano
dal 5 gennaio al 30 marzo 2008
Alla mostra è in esposizione anche il "Cristo deposto"
restaurato
dal prof. Ezio Flammia (ndr)
La mostra affronta per la prima volta in
Italia un genere poco noto, ma di grandissima importanza storica e
decisamente sorprendente. Per secoli la cartapesta è stata un’autentica
arte, apprezzata per la sua duttilità e leggerezza, per l’estrema
adattabilità alle più disparate esigenze e per le eccezionali doti
mimetiche del materiale, adatto a qualsiasi simulazione. I più grandi
scultori del Rinascimento e del Barocco si sono cimentati con la
cartapesta, producendo a volte autentici capolavori. Gran parte degli
apparati effimeri delle feste venivano realizzati in cartapesta e
costituivano spesso un’occasione per sperimentare soluzioni audaci e
inedite che poi si potevano riproporre per imprese più durature.
Il percorso espositivo comprende una
cinquantina di opere provenienti da chiese italiane e da importanti istituzioni
come il Museo del Bargello e il Museo Bardini a Firenze, la Pinacoteca Nazionale
di Siena, il Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma e il Museum of Fine Arts
di Budapest, per ricordarne solo alcune.
Cornice al tondo di Marco Pino (Sacra
famiglia con San Giovannino), Collezione della Banca Monte dei Paschi di
Siena, Siena |
Articolata in quattro sezioni, la mostra affianca esempi illustri di scultura
ad opere di arredo sacro e di produzione artigianale: testimonianza
dell’importanza, della diffusione e della versatilità di un’arte non ancora
degnamente considerata.
La prima sezione illustra, attraverso opere che spaziano dall’ambito di
Donatello e dei più grandi scultori fiorentini, la fase sperimentale
dell’utilizzo della cartapesta. Protagonisti di questo momento sono i maggiori
scultori del primo Rinascimento toscano, quali Benedetto da Majano e Antonio
Rossellino, i quali, nello stesso periodo in cui si riscopriva la terracotta
come materiale scultoreo, si cimentavano con altri materiali plastici quali lo
stucco o appunto la cartapesta.
La mostra prosegue analizzando gli sviluppi della cartapesta e della scultura
polimaterica in altri ambiti geografici; come quello veneto, dove i grandi
scultori del XVI secolo usarono la cartapesta sia per creare modelli da
riprodurre con materiali più solidi, che come materiale per la realizzazione
delle opere definitive. |
E’ questo il caso di Jacopo Sansovino, fiorentino di
nascita ma veneziano d’adozione, al quale si devono alcuni magnifici esemplari
di altorilievi in cartapesta, come la straordinaria Madonna col bambino del
Museum of Fine Arts di Budapest (1530 ca. ) e restaurata in occasione della
mostra.
Scudo cinquecentesco, Museo
Bardini, Firenze |
La terza sezione è dedicata, invece, all’utilizzo della cartapesta negli
apparati effimeri di epoca barocca, pochissimi sopravvissuti al tempo, il cui
fasto e magnificenza venne solo in parte tradotto nei monumenti più solidi di
marmo e di bronzo. Non mancano in mostra bozzetti e vere e proprie sculture dei
massimi artisti dell’epoca, a partire da Gian Lorenzo Bernini, per proseguire
con Alessandro Algardi, fino alla grande scuola del Settecento napoletano.
Chiude la mostra la sezione dedicata allo straordinario sviluppo della
cartapesta leccese: capitolo interessante e poco conosciuto della storia
dell’arte meridionale, con alcuni eccellenti esempi settecenteschi tra i quali
spiccano le opere di Mauro Manieri, senza tuttavia trascurare la produzione
artigianale perlopiù legata all’aspetto devozionale delle opere stesse.
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Museo Diocesano
c.so di Porta Ticinese, 95 Milano
Orari: 10.00 - 18.00. Lunedi' chiuso
Biglietti: - 8,00 intero; - 6,00 gruppi; - 5,00 ridotto; - 2,00 scolaresche
(tratto da
www.comune.milano.it/)
Milano -
Materiale
umile, eppure duttile e leggero, la cartapesta è stata apprezzata dai più grandi
scultori del Rinascimento e del Barocco, come dimostra la mostra “La
scultura in cartapesta. Sansovino, Bernini e i maestri leccesi tra tecnica e
artificio”, dal 15 gennaio al 30 marzo al
Museo Diocesano di
Milano. Per la prima volta la rassegna raccoglierà autentici capolavori in
cartapesta per indagare un argomento poco studiato e valorizzato, ma di grande
importanza storica. Quattro le sezioni che esporranno sculture, opere di arredo
sacro e produzioni artigianali per testimoniare l’importanza e la diffusione di
un’arte non ancora degnamente considerata.
Jacopo Sansovino Madonna col
Bambino, Museum of Fine Arts, Budapest |
La prima
sezione, “La cartapesta nel Rinascimento toscano”, analizza la fase
sperimentale che interessò alcuni dei maggiori scultori del primo
Rinascimento, dall’ambito di Donatello e dei grandi scultori
fiorentini, quali Benedetto da Majano e Antonio Rossellino, all’attività
delle botteghe specializzate nell’esportazione di rilievi e sculture in
cartapesta. La seconda sezione, “Cartapesta e scultura polimaterica
nell’Italia del Rinascimento” si sposta in veneto, dove i grandi scultori
del XVI secolo usarono la cartapesta per creare modelli da riprodurre o per
realizzazione opere definitive. E’ questo il caso di Jacopo Sansovino,
al quale si devono alcuni magnifici esemplari di altorilievi in cartapesta,
come la straordinaria “Madonna col bambino” del Museum of Fine Arts di
Budapest, realizzata intorno al 1530 ed esposta in mostra. |
Nero Alberti da Sansepolcro,
Busto Muliebre, Museo Bardini, Firenze |
Uno
spazio a sé è dedicato a “Nero” Alberti di San Sepolcro, a capo di
una fiorente bottega attiva a Sansepolcro intorno alla metà del XVI secolo,
specializzata in immagini devozionali, mentre “Cartapeste di età barocca”
documenta l’uso della cartapesta nelle feste barocche, attraverso opere come
la Santa Caterina di Lorenzo de Ferrari, realizzata per la maestosa
scenografia allestita a Genova in occasione della canonizzazione di Caterina
Fieschi. Inoltre, bozzetti e sculture dei massimi artisti dell’epoca, da
Gian Lorenzo Bernini ad Alessandro Algardi, fino al Settecento napoletano.
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L’ultima
parte del percorso espositivo, dedicato alla “Cartapesta leccese”,
racconta la storia di Lecce “capitale della cartapesta”, attraverso esempi
settecenteschi, tra cui le opere di Mauro Manieri e lo straordinario ovale
raffigurante San Michele Arcangelo.
Mauro Manieri, San Nicola da Tolentino, Oria,
Museo Diocesano |
Antonio Rossellino (Settignano 1427 ? Firenze
1481 ca.) e bottega, Madonna col Bambino e angeli, Museo della basilica di
San Nicola, Tolentino |
Cartapestaio leccese, Cristo morto con angeli,
Chiesa di S. Maria Assunta, Nardò (Lecce)
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Giuseppe Manzo, Cristo che cade sotto il peso
della Croce, Chiesa di San Leonardo, Manduria (Ta) |
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