restauro di un Cristo in Cartapesta |
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Storia della Cartapesta | Il Restauro del Cristo di Confortino | Appendice |
Liberamente Tratto da "Il Cristo in Cartapesta" Tesi di Laurea di Gabriella Brigante
Relatore: Prof. W. Lambertini Correlatore Prof. A. Panzetta
Accademia di Belle Arti Bologna Indice
Storia della Cartapesta
Appendice
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Luogo in cui si trova il Cristo in cartapesta policroma
ORATORIO DI SAN FRANCESCO IN CONFORTINO
In passato, le parrocchie erano riunite in aree o circoscrizioni plebane facenti capo ad una pieve. Questi edifici erano detti “matrici” o “battesimali” e la pieve, dalla quale anticamente aveva preso avvio il processo di evangelizzazione del territorio, era la madre delle altre chiese a lei sottoposte oltre che il luogo in cui si amministravano i sacramenti. In essa si trovava il fonte battesimale e per i rettori delle singole chiese, sui quali l'arciprete della pieve aveva funzioni di sorveglianza, vigeva l'obbligo di partecipare il Sabato Santo alla benedizione del fonte stesso e quello di ritirare gli oli benedetti solo dalla pieve di appartenenza. Nella cura degli edifici sacri, un ruolo non secondario spettava a chi ne deteneva il giuspatronato: questi, infatti, nominato dal Vescovo rettore della chiesa aveva l’obbligo di curarne la manutenzione Accanto alle chiese parrocchiali, gli oratori rimangono a punteggiare le campagne mantenendo viva la memoria di antichi culti.
La storia La chiesa del Confortino, assieme all'oratorio di villa Pedrazzi, testimonia in modo significativo la diffusione del culto del Santo di Assisi nelle campagne emiliane durante il XIII secolo. Se, come si diceva, l'oratorio crespellanese sorge, forse, nel luogo in cui San Francesco si era fermato a predicare, la chiesa del Confortino nasce per volontà del proprietario del terreno su cui si trova; Confortino Conforti, da cui la zona prende il nome, vi possedeva, infatti, diversi terreni, nel suo testamento, datato 1294, dispose che una parte di questi fosse destinata alla costruzione di una chiesa dedicata a San Francesco. Pochi anni dopo, all'inizio del nuovo secolo (1303), il figlio del Conforti, anch’egli nel suo testamento, dispose a sua volta che vi fosse costruito anche un convento destinato ad accogliere i frati.
Le visite pastorali della fine dell'Ottocento (nel 1878 da parte del cardinale Morichini, nel 1879 del cardinale Parocchi) rilevano che l'oratorio è "di fresco restaurato e decente in ogni sua parte". Tuttavia la canonica e il convento vennero trovati dal Morichini "in pessimo stato". Nel resoconto della visita pastorale dell'anno successivo si specifica che:
"L'Oratorio di San Francesco d' Assisi in Confortino situato nel comune di S. Almaso Appodiato di Crespellano, Mandamento di Bazzano sul Confine della Parrocchia di Anzola e di S. Maria di Pragatto [...] è di forma gotica, [...] a travi, dell'estensione in lunghezza piedi 66, in larghezza piedi 20. [...] E' officiato dal solo custode. [...] Il custode di detto Oratorio è di pieno accordo sia col molto Rev. Sig. Arciprete di Anzola, come con quello di Santa Maria di Pragatto e di S. Nicolò di Calcara, nonostante la sua indipendenza, si presta spontaneamente,e per piacere pei bisogni spirituali delle Parrocchie suddette, è in pieno accordo cogli abitanti di celebrare la S. Messa nei giorni festivi e fare le Sacre Funzioni in quell'ora che loro torna comodo, essendo questo lo scopo delli Sig. Compadroni nel mantenere un Custode in quest'Oratorio" 18.
Lungo il lato meridionale sono presenti due grandi finestre ogivali mentre il lato settentrionale ne vede una sola. Essendo stata danneggiata durante l'ultima guerra, la chiesa, lungo le pareti, mostra i segni di aperture tamponate e interventi di reintegro. A ridosso del corpo, esposto a nord, rispetto ad essa, si eleva il campanile, sobria struttura in laterizio a pianta quadrata.
Internamente, lo spazio si apre in un'unica navata, coperta da un tetto a capriate lignee, culminante nell'abside a pianta rettangolare.
Oltre l'altare maggiore si trova un'immagine, purtroppo non più ben leggibile, rappresentante una Sacra Conversazione.
Sugli altari laterali vi sono, un'immagine raffigurante San Francesco in cattivo stato di conservazione e la riproduzione fotografica di una pala rappresentante una Crocifissione, il cui originale è stato purtroppo trafugato. Sulla parte destra rispetto all'altare, era situato il Crocifisso in cartapesta da me restaurato. Posizione originaria del Cristo in cartapesta
Stato di conservazione La struttura mostra i segni che l'umidità riportata dal terreno e le intemperie possono arrecare alle strutture nel tempo. In particolare, si possono notare i segni di alcune infiltrazioni di acqua dal coperto in corrispondenza dell'appoggio di alcune capriate sulla muratura portante, proprio nei punti dove le strutture lignee hanno maggiore necessità di traspirabilità e ambiente secco per evitare la formazione di muffe e funghi patogeni, capaci di attaccare e distruggere nel tempo l'appoggio delle travature principali. Alla base delle murature troviamo con buona evidenza gli effetti deterioranti prodotti dalla risalita dell'umidità, che in diversi punti raggiunge anche i due metri di altezza dal livello del pavimento.
A causa dell' impossibilità di provvedere al continuo ripristino degli intonaci e delle decorazioni a base di gesso, situate al piede degli altari laterali, tutte le sovrastrutture e decorazioni ricadenti nella fascia compresa tra 0 e 2,00 m. di altezza, insieme agli intonaci, sono state rimosse, perché completamente disgregate, in modo da lasciar traspirare il più possibile la muratura e limitare la formazione di muffe e polveri.
Interventi per il recupero e il restauro Per poter restaurare e conservare a lungo la struttura, sono necessari una serie di interventi differenziati e non necessariamente concomitanti, per quanto utili ed urgenti. - Il primo intervento è sicuramente quello da eseguirsi sulla copertura , in modo da proteggere opportunamente le strutture lignee sottostanti, preservando inoltre le murature e gli intonaci interni dall'infiltrazione di acqua piovana.- Il secondo intervento è quello da realizzarsi per il risanamento dei piedi della muratura.- Il terzo intervento, da programmarsi una volta deumidificate opportunamente le murature portanti, è quello di provvedere al rifacimento della porzione di intonaco interno mancante.
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Ultimo Aggiornamento: 20/05/08.