restauro di un Cristo in Cartapesta |
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Storia della Cartapesta | Il Restauro del Cristo di Confortino | Appendice |
Liberamente Tratto da "Il Cristo in Cartapesta" Tesi di Laurea di Gabriella Brigante
Relatore: Prof. W. Lambertini Correlatore Prof. A. Panzetta
Accademia di Belle Arti Bologna Indice
Storia della Cartapesta
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IL CRISTO IN CARTAPESTA DI S. FRANCESCO IN CONFORTINO D'ANZOLA DELL'EMILIA: INTERVENTO DI RESTAURO E CONSERVAZIONE
Cenni storici
Iconografia della crocifissione La crocifissione rappresenta il simbolo per antonomasia della religione cristiana. Il tema iconografico affonda le radici nella cultura alto medievale e ha origine nella trasformazione della croce gnostica in croce cristiana. Dal V sec. è possibile vedere, non solo il simbolo, ma anche i primi esempi di rappresentazione della crocifissione, con la figura del Redentore, mostrata alla pietà dei fedeli. Il carattere di tale immagine variò da epoca ad epoca, riflettendo i caratteri dominanti del pensiero e del sentimento religioso del periodo, esprimendo le dottrine della fede tramite simboli e allegorie, come nell'arte medioevale; o prestandosi come semplice ausilio nelle pratiche devozionali, come nella pittura controriformista ove è ritratta soltanto la figura solitaria del Cristo sulla croce. Per molti secoli l'arte occidentale sotto l'influsso bizantino rappresentò il Cristo vivo e con gli occhi aperti, un Salvatore trionfante con in capo una corona regale. Nel secolo XI° comparse un nuovo tipo di Cristo in croce: prima con una figura emancipata con il capo reclinato su una spalla e più tardi incoronato di spine. Quest'ultima si diffuse dalla seconda metà del XIII° secolo, quando Luigi IX° di Francia tornò da una crociata portando con se la sacra reliquia. Questa versione, da allora in poi, prevalse nell'iconografia occidentale. Alcuni caratteri della Crocifissione si collegano strettamente alla dottrina cristiana. Sacrificando se stesso sulla croce, Cristo aveva reso possibile la redenzione dell'uomo, cioè la liberazione dal peccato dei progenitori che tutta l'umanità aveva ereditato. Inoltre, al sangue che Cristo versò sulla croce venne presto attribuito il potere di redimere: un concetto insito nel sacramento dell'eucarestia. Nel corso del Medioevo la Chiesa discusse se Gesù sulla croce fosse o no ignudo, benché in epoca romana i condannati lo fossero quasi sempre. Nei più antichi esempi orientali la sua figura è rappresentata con una lunga tunica priva di maniche o, altrove, con un panno attorno ai fianchi e sotto l'inforcatura delle gambe (subligaculum). Entrambe le versioni potevano essere storicamente plausibili. Nulla, invece, giustifica il più noto perizoma, un'invenzione degli artisti del primo Medioevo.
Dati identificativi dell'opera.
Descrizione L’opera è un Cristo in cartapesta policromo con relativa croce in legno; non si conosce né il nome dell’artista né quello della bottega artigianale d’origine. E' databile, approssimativamente, al XVIII sec. Era ubicato nell' Oratorio di S. Francesco in Confortino ad Anzola dell’Emilia. Il Cristo è rappresentato con il capo reclinato sulla spalla destra; il corpo è risolto lungo un’asse spezzata e la bocca semiaperta, sembra fissare l’attimo dell’ultimo respiro.
Particolare del volto prima e dopo il restauro
Sul capo sono presenti la corona posticcia di spine e l’aureola: il bacino è cinto da un ampio perizoma e i piedi, congiunti, sono fissati da un sol chiodo, dal quale fuoriesce il sangue.
Zona del perizoma prima e dopo il restauro
La croce è perimetrata da una fascia dorata, con ai margini rilievi decorativi anch’essi dorati, mentre l’interno è invaso da un finto marmo dai colori bruni. Il tutto è attorniato da raggi di luce in legno dorato. La raffigurazione di questa tipologia di crocifisso ha come punto di partenza l’umanizzazione dell’ immagine di Cristo.
L'opera prima dell' intervento di restauro
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Ultimo Aggiornamento: 22/05/08.