la chiesa di S. Vito a Morsasco

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A cura di

arch. Antonella Caldini

arch. Grazia Finocchiaro

dott. M.Cristina Ruggieri

 

Restauratore

Domenico Gazzana


Indice 

Il Progetto

Datazone

Indagine storica

Analisi  degli affreschi

Restauro degli affreschi

Rilievi Termoigrometrici

Consolidamento


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Morsasco


Sommario della Sezione:

Principi di Restauro

Il Laboratorio

Schede  tecniche

Ricettario

Glossario

   LA CHIESA DI SAN VITO A MORSASCO.

Gli affreschi: Analisi dello stato di conservazione

L'analisi ravvicinata degli affreschi ha permesso di raccogliere alcune informazioni preliminari in merito alla stesura dell'intonaco e alle modalità di trasporto del disegno. In seguito, grazie alla possibilità di collaborare direttamente con una ditta operante in zona nel settore del restauro conservativo delle pitture murali (la GAZZANA RESTAURI di Domenico Gazzana che è divenuto il consulente esterno del gruppo di ricerca per la sezione affreschi), è stato possibile analizzare l’effettivo stato di conservazione di entrambe le pitture utilizzando come strumento d’indagine la mappatura del degrado. 

Affresco centrale: composizione e stesura 

a) SUPPORTO
La tessitura muraria dell'emiciclo absidale è interamente in pietra, presenta diverse lesioni, sia passanti che non, soprattutto in prossimità delle monofore. Tali lesioni sono state già quasi tutte stuccate con malte cementizie.

b) STRATI PREPARATORI
L'arriccio è caratterizzato da uno spessore di circa 2 cm e ha una granulometria grossolana visibile nelle zone che sono rimaste prive dello strato di finitura. E' composto da calce e sabbia e appare di colore grigio chiaro.Presenta lievi difetti di mancata adesione e alcuni avvallamenti naturali.

c) INTONACO
L'intonaco ha una tessitura più fine, presenta in alcune zone difetti di adesione allo strato di arriccio. La stesura è accurata e liscia.

d) PELLICOLA PITTORICA
La finitura dell'intonachino è liscia, fatta eccezione per la zona destra dell'affresco (testa di Sant'Antonio Abate) in cui si presenta leggermente più ruvida: le indagini chimiche dovrebbero aiutare a capire se la differente finitura è dovuta ad rifacimento o ad un'aggiunta.La pellicola pittorica, realizzata ad affresco, è stata stesa per velature (diluendo cioè il colore). 

Affresco centrale: Modalità di trasporto del disegno


Dall'esame visivo non sono emerse tracce di incisioni, né residui di spolvero o fili battuti: ciò permette di stabilire, quasi con certezza, che il disegno sia stato eseguito dal pittore direttamente sull'intonachino ad affresco.L'individuazione delle giornate risulta piuttosto difficoltosa, considerato l'avanzato stato di degrado del dipinto e la presenza di rigonfiamenti e mancanze.
E' ipotizzabile che tre siano le giornate principali: la prima, corrispondente alle tre figure centrali e le altre due corrispondenti alle figure laterali di San Vito (a sinistra) e Sant'Antonio Abate (e destra) o viceversa. Non è però stato possibile stabilire l'ordine esecutivo delle due giornate laterali (dire, cioè, se è stata fatta prima quella di destra e dopo quella di sinistra 

 

Affresco Centrale: Rilievo grafico con individuazione schematica della prima giornata 

Per quanto riguarda la parte sinistra dell'affresco la traccia della giornata è ben visibile nella parte alta mentre scompare quasi del tutto nella parte bassa (per questo motivo sul rilievo grafico è stata rappresentata per tratti). Sulla parte destra, invece, la traccia della giornata è facilmente rintracciabile ed abilmente mimetizzata in basso tra le vesti del Santo.

Affresco Centrale: Rilievo grafico con individuazione schematica delle altre giornate

Lo stesso tipo di analisi è stata condotta sull’affresco laterale ed ha permesso di giungere alle seguenti conclusioni. 

Affresco laterale: Composizione e stesura

a) SUPPORTO
Anche la tessitura muraria dell'affresco laterale è interamente in pietra, in questo caso però sulla muratura non sono presenti lesioni di media o grave entità.

b) STRATI PREPARATORI
L'arriccio è nuovamente caratterizzato da uno spessore di circa 1-1.5 cm e risulta composto da inerti silicei di media granulometria e calce, appare di colore grigio chiaro.Presenta lievi difetti di mancata adesione e alcuni avvallamenti naturali.

c) INTONACO
L'intonaco ha una granulometria più fine e spessore difficilmente valutabile.La stesura è accurata e liscia.  

d) PELLICOLA PITTORICA
La pellicola pittorica, presumibilmente stesa ad affresco, si presenta liscia ma, diversamente dall'affresco absidale, è stata stesa per grosse pennellate di colore e non a velatura.Su tutto l'intonachino è visibile uno sbiancamento generale imputabile, presumibilmente, ad uno strato di scialbo soprastante che doveva ricoprire tutto l'affresco e che è stato successivamente rimosso in maniera piuttosto maldestra, lasciando scalfitture diffuse su tutto l'affresco. 

Affresco laterale: Modalità di trasporto del disegno

Sulle modalità di trasporto del disegno vale quanto già detto a proposito dell'affresco absidale.In questo caso, sia per le ridotte dimensioni dell'affresco laterale (1.52X0.67m), che per il fatto che non sono state individuate parti sovrapposte, è ipotizzabile che l'affresco sia stato eseguito in un'unica giornata. 

Analisi di conservazione degli affreschi

Sia il dipinto murale dell'emiciclo absidale raffigurante la Crocifissione che quello laterale raffigurante una Madonna in trono con bambino si presentavano in stato di avanzatissimo degrado. I maggiori danni erano stati provocati dalla concomitanza di diversi fattori: 
1) agenti chimico/fisici : si intendono quei processi di solubilizzazione del carbonato di calcio dell'intonaco e di cristallizzazione dei sali solubili spesso causati da infiltrazioni di acqua dalle coperture (e dalla monofora centrale tamponata internamente ma lasciata aperta in esterno) e da fenomeni di umidità di risalita; 

2) difetti nella tecnica esecutiva dell'intonaco: si pensi al fenomeno dei bottaccioli (affresco centrale), dovuto all'inclusione nella malta di granuli di calce non sufficientemente spenta o idrata che nel tempo si sono accresciuti di volume fino a staccarsi, provocando distacchi e lacune; 

3) dissesti statici: in prossimità delle lesioni si individuano deformazioni di diversa entità, distacchi, conseguenti lacune spesso stuccate con prodotti non idonei;

4) precedenti restauri: tra tutti è il fattore che ha arrecato maggiori danni all'affresco, in modo particolare i prodotti utilizzati nel corso dell’ultimo restauro (1976), di cui non esiste alcuna documentazione: proprio per questo motivo, sull'affresco sono stati effettuati microprelievi di materia - in accordo con la Soprintendenza competente - miranti a stabilire la natura dei fissativi utilizzati che attualmente appaiono fortemente alterati.

L'analisi dello stato di conservazione è stata effettuata sul rilievo grafico del dipinto: associando "alla causa l'effetto": in molti casi si è potuto osservare come il degrado sia frutto dell'azione congiunta dei diversi fattori (vd tavv. 01-04 affresco centrale e tavv. 01-04 affresco laterale). 

 

PRINCIPALI FORME DI DEGRADO INDIVIDUATE 

 

1. Abrasioni dell'intonaco e della pellicola pittorica (affresco centrale e affresco laterale)

Fenomeno di usura sia dell'intonaco che della pellicola pittorica dovuto ai movimenti ascensionali e discensionali dell'umidità, spesso associati ai processi di solubilizzazione del carbonato di calcio dell'intonaco e di cristallizzazione dei sali solubili. Negli strati pittorici il fenomeno è maggiormente diffuso sulle zone trattate o riprese a secco. Il fenomeno è presente su entrambi gli affreschi (foto n.01).

 

 

 

 

2. Bottaccioli  (affresco centrale)
Fenomeno che si manifesta attraverso la formazione superficiale di escrescenze tondeggianti dell'intonaco (in genere di piccole dimensioni) prodotte dall'inclusione nella malta di granuli di calce non sufficientemente spenta o idrata che nel tempo tendono ad aumentare di volume, assorbendo umidità dall'atmosfera, fino a staccarsi, lasciando sull'intonaco una caratteristica lacuna a forma di cratere. Questo fenomeno, causato da un difetto nella tecnica di esecuzione dell'intonaco, è ben visibile sul corpo del cavallo e sulla figura di San Vittore (foto n.02).

 

 

3.Deformazioni (affresco centrale)
Fenomeno che interessa porzioni di affresco che per cause diverse (dissesti statici, infiltrazioni di umidità, interventi di stacco o di restauro) non si trovano più sul piano di stesura originario, ne consegue la distorsione dell'immagine dipinta. Nella maggioranza dei casi il danno è conseguenza di una frantumazione dell'intonaco e di uno spostamento verso l'esterno dei frammenti che, una volta consolidati, non sono stati opportunamente ricollocati in sede.Il fenomeno, più diffuso in corrispondenza delle lesioni, è ben visibile lungo la veste della Madonna e sulla grande lacuna centrale (foto n.03). 

 

4. Distacchi di grave e media entità negli strati preparatori (affresco centrale)
Soluzione di continuità tra gli strati preparatori, più preoccupante in corrispondenza delle lesioni o lungo le linee di giunzione delle giornate. Il fenomeno prelude in genere alla perdita di coesione tra gli strati e alla loro successiva caduta. Sono visibili notevoli distacchi al di sotto della grande lacuna centrale, in prossimità del Santo di destra.

5. Difetti di adesione e coesione della pellicola pittorica (affresco centrale)
Fenomeno imputabile anzitutto ai processi di cristallizzazione dei sali solubili negli strati più superficiali dell'intonaco o immediatamente al di sotto della pellicola pittorica, con soluzioni più evidenti nelle zone trattate a secco. In molti casi la situazione è aggravata dalla presenza sulla pellicola pittorica di residui consolidanti. Il fenomeno interessa più punti dell'affresco.

6. Formazioni saline (affresco centrale e affresco laterale)
Aggregazioni cristalline puntiformi a diversi stadi di progressione: uno stadio iniziale in cui il fenomeno si manifesta con leggeri sollevamenti a pustola dell'intonaco e uno stadio più avanzato, in cui l'accrescimento dei cristalli porta alla disgregazione, al distacco fino alla successiva polverizzazione della pellicola pittorica. Il fenomeno si manifesta in maniera più circoscritta e meno avanzata sull'affresco laterale mentre si presenta in avanzatissimo stato sull'affresco centrale (foto n.04).

 

 

7. Scalfitture e scritte (affresco laterale)
Il fenomeno delle scalfitture, diffuso su tutto l'affresco laterale e ben visibile sia a luce incidente che radente, è riconducibile (almeno in questo caso) ad un maldestro intervento di pulitura dell'affresco, eseguito durante gli ultimi interventi di restauro e finalizzato alla rimozione meccanica di parte di uno scialbo residuo (ancora visibile in aree circoscritte).L'esame a luce radente ha permesso, inoltre, l'individuazione di un'incisione deturpante (un nome) sulla veste della Madonna in trono (foto n.05).

 

 

8. Lacune dell'intonaco e della pellicola pittorica (affresco centrale e affresco laterale)
Fenomeno di caduta e perdita di parte del dipinto murale. In occasione dei precedenti restauri, nelle lacune di media e grande estensione dove risultava impossibile qualunque ricomposizione formale del disegno, sono state eseguite reintegrazioni con una malta a tinta neutra; in quelle di piccola o minima dimensione, dove risultava possibile il collegamento degli elementi formali superstiti con il disegno pittorico, sono state eseguite reintegrazioni di tipo mimetico a rigatino, mantenute però a livello (se non addirittura sopralivello) anziché sottolivello. Il fenomeno è presente su entrambi gli affreschi (foto n.06).

9. Lesioni (affresco centrale)
Le tavole del quadro fessurativo dell'area absidale documentano i gravi dissesti statici che interessano questa zona e di conseguenza l'intera superficie affrescata. Si tratta sia di lesioni relative agli strati preparatori che, e in misura maggiore, di lesioni che riguardano gli strati pittorici. I principali plessi fessurativi si trovano in corrispondenza del catino absidale, attraversano longitudinalmente l'affresco e proseguono in proiezione verticale per tutta la muratura sino a terra.

10. Residui di sostanze consolidanti (affresco centrale e affresco laterale)
Fenomeno dovuto al trattamento della superficie con sostanze aventi proprietà adesive e consolidanti che hanno provocato alterazioni di tipo diverso: chimico/fisico sotto forma di contrazioni, irrigidimenti e riduzioni della porosità del film pittorico; estetico per la presenza di strati ingialliti, opacizzati o traslucidi. Il fenomeno è presente su entrambi gli affreschi che in occasione di precedenti restauri sono stati impropriamente trattati con materiali di questo tipo (foto n.07).

 

11. Stuccature (affresco centrale e affresco laterale)
Fenomeno che si diversifica in base ai materiali utilizzati per granulometria dell'impasto, livello di stesura e tipo di finitura. La maggior parte delle stuccature, visibili su entrambi gli affreschi, è stata lasciata a tinta neutra anche se non mancano alcuni esempi di reintegrazioni mimetiche eseguite a rigatino.

12. Sgocciolature (affresco centrale)
Fenomeno dovuto al percolamento di prodotti o materiali utilizzati nel corso di precedenti restauri in fase di pulitura o consolidamento. Allo stato attuale, in diversi punti, la colatura ha alterato visivamente la lettura d'insieme del dipinto (foto n.08).

13. Veli bianchi  (affresco centrale)
Fenomeno di sbiancamento della pellicola pittorica causato sia da formazioni di tipo salino che dall'uso improprio di sostanze consolidanti o protettive che si sono alterate. Tali sbiancamenti, più o meno accentuati a seconda delle zone, si manifestano in prevalenza in prossimità dei depositi di origine salina. 

MONITORAGGI PRELIMINARI 

Nel corso delle indagini effettuate in situ dal gruppo di ricerca su San Vito, è stato eseguito il monitoraggio delle condizioni termoigrometriche della fabbrica, per completare questa parte della diagnostica si è provveduto anche al monitoraggio puntuale degli affreschi, tramite idonea strumentazione, al fine di controllare i valori di umidità e temperatura degli affreschi ed eventualmente confrontarli con quelli rilevati sul paramento murario esterno ed interno.Alcuni campioni prelevati dagli affreschi sono stati sottoposti ad indagine chimica al fine di analizzarne la componente inorganica. In modo particolare dei frammenti sono stati analizzati alla microsonda analitica a dispersione di energia (indagini EDS) accoppiata al microscopio elettronico a scansione (indagini SEM). Tutta questa fase della diagnostica è stata eseguita dal professore Enrico Pedemonte del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università degli Studi di Genova, Facoltà di Scienze M.F.N., in collaborazione con il gruppo di ricerca su San Vito della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti di Genova. Considerate però le limitate informazioni derivate dalle analisi chimiche in merito alla composizione dei consolidanti e dei fissativi utilizzati nel corso di precedenti restauri, si è valutata possibilità di sottoporre alcuni dei campioni prelevati ad ulteriori analisi. 

 

INTERVENTO PRELIMINARE DI RESTAURO: MESSA IN SICUREZZA 

la proposta di restauro per l'affresco centrale è stata organizzata in due fasi:

I) la prima prevede la sua messa in sicurezza per permettere l'intervento strutturale ed antisismico (già autorizzato) della zona absidale;

II) la seconda prevede la conservazione e il restauro del dipinto murale 

Per stabilire le fasi operative del progetto di restauro sulle pitture murali è stato contattato direttamente il Restauratore Domenico Gazzana al quale è stato affidata la messa in sicurezza dell'affresco e sulla base dei suoi suggerimenti sono stati organizzati i seguenti interventi:- Intervento di preconsolidamento: nelle zone dove la pellicola pittorica si presentava sollevata in scaglie si è proceduto alla pulitura, tramite tamponamento con spugna ed acqua demonizzata o con solventi da stabilire in loco, previa interposizione di carta giapponese di varia grammatura, per ricollocare le scaglie del film e dell’intonaco pittorico in sede, evitando la rottura e la conseguente perdita di strati di materia. In altri casi, si è operato sull’interfaccia frammento-supporto tramite iniezioni di Primal AC33, caricato di carbonato di calcio per permettere una migliore riadesione (foto nn. 09-12).

Foto n.9 individuazione (tramite percussione) delle zone in fase di stacco 

Foto n.10 interventi di velinatura delle aree in fase di stacco e successiva stuccatura 

Foto n.11 particolare dell’intervento di stuccatura

Foto n.12 particolare dell’intervento di iniezione di prodotto consolidante nelle sacche in fase di caduta

- Rimozione dei depositi superficiali incoerenti: prima pulitura delle polveri leggere e dei depositi superficiali più incoerenti, costituiti da polvere e particellato atmosferico, mediante l’utilizzo di pennelli di setola morbida, dopo essersi assicurati della buona aderenza della pellicola pittorica. 

- Intervento di consolidamento: si è passati all’identificazione tramite percussione di tutti i punti in cui l’intonaco si è distaccato dall’arriccio o questi dal supporto murario, quindi si è proceduto alla sigillatura dei bordi dell’intonaco in fase di caduta, al fine di creare delle sacche chiuse tra il muro e la finitura, nelle quali è stata iniettata, in modo circoscritto e senza dispersioni, malta specifica. Tali sacche sono state pressate in più punti con pressori, al fine di garantire un’omogenea presa del composto, cercando di evitare lesioni dovute a forze di spinta. In situazioni di forti distacchi dove qualsiasi riempitivo avrebbe potuto compromettere la stabilità del supporto pittorico, si è operato con degli ancoraggi a punti con barre finissime in vetro resina di differente diametro, sfruttando lacune, fessure o abrasioni già esistenti, da fissare con resine epossidiche fra le estremità delle due superfici, esterna ed interna, dei supporti staccati. 

- Stuccatura sottolivello delle crepe e reintegro delle porzioni mancanti di intonaco con malta di grassello di calce stagionato, sabbia silicea ben lavata ed asciutta, di varia granulometria, cercando di imitare il più possibile la malta e la tessitura originaria. - Posizionamento di idonea armatura: dopo avere consolidato tutte le parti in fase di caduta, si sono predisposti gli affreschi in modo tale da consentire l’intervento di consolidamento strutturale ed antisismico dell’emiciclo absidale, in modo specifico si è passati alla velinatura completa della superficie dipinta, facendo aderire uno o più strati di carta giapponese di spessa grammatura al film pittorico. Quindi si è proceduto all’applicazione di un’armatura lignea (avente, nel caso dell’affresco centrale, la medesima curvatura dell’abside), previa interposizione di materiale spugnoso avente funzione di “cuscinetto” (foto n.13). Terminate le operazioni di consolidamento strutturale si provvederà allo smontaggio dell’armatura, prestando particolare attenzione alla rimozione del cuscinetto spugnoso e soprattutto della velinatura.


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 Ultimo Aggiornamento: 23/02/05.