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Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


1. Il dibattito sulla pertinenza del concetto di Stato moderno: storia dei giuristi e diritto degli storici.

Al contrario di ciò che è successo in Francia non possiamo dire che la Spagna sia stata profondamente, o almeno durevolmente, colpita dal rifiuto intellettuale della storia politica. Ciò si spiega senza dubbio per il fatto che questa evidenza dell'esperienza civica francese, vale a dire lo Stato e la nazione, sono ancora oggi un problema della vita politica spagnola10. In questo senso, il dibattito spagnolo ha tutte le possibilità di essere molto piú vivace di quanto non sia stato sino ad ora in Francia. Tuttavia nelle pagine che seguono, si troveranno citate in maggioranza delle opere di storici del diritto. Questa scelta esprime il fatto che, a dispetto della sensibilità spagnola alla delicatezza del problema della formazione dello Stato, moltissimi storici, come in Francia, hanno scritto sullo Stato senza interrogarsi abbastanza sul concetto che stava alla base dell'impresa 11. Il percorso intellettuale di Manuel Garc&iacutea Pelayo, di cui si segnala la recente pubblicazione delle opere complete12, è da questo punto di vista esemplare. A questo professore di diritto costituzionale, che dedicò la vita alla riflessione sulle condizioni di produzione dei sistemi politici, si deve la precoce introduzione dell'opera di Ernst Kantorowicz nel mondo iberico. Criticando il mito della ragione nella storia del pensiero politico, egli avvertiva gli storici contro l'ingenuità della tentazione di ritagliare nei corpus dei testi dei pubblicisti e giuristi dell'epoca moderna, un genere politico autonomo. La categoria della storia delle idee politicheha 13 imperversato attraverso il folto tesoro degli specchi dei principi, delle politiche cristiane, dei trattati della vera ragione di Statoe 14 delle altre rivisitazioni di Tacito, come se questi testi fossero comprensibili senza maggiori precauzioni di quelle necessarie per leggere il Manifesto del partito comunista o le Memorie di Churchill15. Due procedure critiche e complementari vengono fortunatamente a precisare le condizioni di metodo minimali per studiare questa letteratura che qualifichiamo politica. Si tratta di ricostruire il radicamento di tali opere nella cultura giuridica e teologica dalla quale prendono senso16, e anche di situarle in una sociologia di pratiche testuali, in una fenomenologia del libro e della lettura i cui risultati sono molto promettenti17.

Quindi, in Spagna e in Portogallo, l'oggetto Stato è a priori un problema nelle scienze sociali, tanto piú facilmente quanto il dialogo intellettuale tra giuristi e storici raggiunge una intensità e una ricchezza particolarmente produttivae 18 ampiamente condizionata dalla riflessione sul significato da dare alla « storia del diritto» . 19Recentemente, Jes&uacutes Lalinde Abad&iacutea, ha saputo definire con grande chiarezza i termini del problema circa l'uso della nozione di Stato moderno20. Egli rimprovera agli storici e ai costituzionalisti conservatori di avere « sconcettualizzato» il termine Stato21. Egli rifiuta per il suo finalismo metodologico il discorso consistente nel reperire alcuni segni parziali di statalismo presenti nella società iberica in diversi momenti dell'antico regime, ricordando che lo Stato, nel senso attuale del termine, è una istituzionalizzazione globale dei rapporti sociali che può essere identificata solamente con l'apparizione di una sfera pienamente pubblica. La somma maravalliana22, ricalcando il disegno dei lavori di Werner Naef e di Joseph Strayer, sotto pretesto di storia sociale e culturale dell'avvento della modernità politica procedeva in effetti ad una ricostruzione ideologica dell'idea assolutista. Essa è stata oggetto di una critica estremamente severa23. Non si tratta qui della guerra tra vecchi e nuovi credenti. La posta in gioco è evidente. Il ricorso acritico al concetto di Stato o, in altre parole, la tacita convinzione che lo Stato sia l'oggetto specifico e centrale della storia politica di antico regime24, non sono atteggiamenti neutrali. Essi suppongono che il fenomeno statale sia identificabile al di fuori del monopolio sovrano della produzione del diritto e dell'emergenza di una sfera unica dello spazio pubblico. A questo punto si è autorizzati a parlare di Stato feudale o di Stato delle corporazioni. Si deve allora ammettere che il polo monarchico non si definisce con la sovranità ma con la preeminenzae 25 che la nascita politica della nazione non vi ha luogo. Usare indifferentemente il concetto di Stato per evocare l'antico regime e l'epoca contemporanea equivale a non considerare la rivoluzione e l'introduzione del regime giuridico liberale come fenomeni rivoluzionari, tranne che miticamente. La fortuna del pensiero di Alexis de Tocqueville è straordinaria.

Sulla scia di José Antonio Maravall, numerosi storici e storici del diritto hanno cercato di riunire gli indizi di questa progressiva crescita dello Stato a partire dalla fine del Medioevo26. Lo sviluppo dell'amministrazione della giustizia monarchica27, l'indebolimento delle strutture rappresentative dei corpi politici28, il diritto regio di grazia29, l'affermazione legale della sovranità30, il ritorno alla pace civile e l'organizzazione territorialecontribuiscono 31 a delineare la genesi dello Stato moderno32. Bisognerebbe aggiungere l'ampia produzione storiografica sulle condizioni di realizzazione dell'ortodossia cattolicae 33 sul suo strumento totalitario, l'Inquisizione34. Questa problematica d'altronde costituisce un'arma a doppio taglio tanto sembra arduo scrivere una storia politica laica della monarchia iberica35, cioè una storia che racconterebbe l'apparizione di una sfera di autorità completamente libera dalle matrici culturali, giuridiche (diritto canonico) e istituzionali della Chiesa. Tutto questo è tanto difficile che si è potuto perfino parlare di una « monarchia nella Chiesa» .36

La storiografia a torto denominata antistatalista obietta, contro questo livello sintomatico, la necessità primaria di valutare i fenomeni sociali e culturali essenziali dell'Europa cattolica sotto l'antico regime prima di andare a cercare nel passato gli indizi della nostra modernità burocratica37. Il fatto che non esistesse un monopolio della produzione del diritto38, che la cultura politica disponibile fosse innanzitutto una cultura religiosa e teocratica39, sono due elementi profondamente costitutivi. Se poi, come ha fatto magistralmente António Manuel Hespanha a proposito del Portogallo del XVII secolo, si può dimostrare che la pluralità giurisdizionale non è una entelechia del giurista, ma si traduce nel decentramento generalizzato delle forme di esercizio dell'autorità nella società corporativa, allora l'ipotesi della precoce genesi dello Stato moderno diventa meno evidente40.


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Jean-Fr&eacuted&eacuteric Schaub , La penisola iberica nei secoli XVI e XVII: la questione dello Stato


10 P. F. Albaladejo, Les traditions nationales d'historiographie de l'Etat: l'Espagne, in Visions sur le d&eacuteveloppement des Etats europ&eacuteens. Th&eacuteories et historiographies de l'Etat Moderne, Rome, Ecole fran&ccedilaise de Rome, 1993, pp. 219-233; J. J. Solozabal Echevarria, El Estado autonómico como Estado nacional, in Aa.Vv., Pueblos, Naciones y Estados en la Historia, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1994, pp. 171-189.

11 Tra le notevoli eccezioni che smentiscono la nostra affermazione, bisognerebbe citare prima di tutti l'articolo di J. Vicens Vives, La estructura administrativa estatal en los siglos XVI y XVII, in XIe Congr&egraves International des Sciences Historiques. Rapports IV: Histoire Moderne, Stokholm, Almqvisq & Wiksell, 1960, pp. 1-24; ci si può anche rivolgere all'antologia di testi preparata da A. M. Hespanha, Poder e instituiçôes na Europa do Antigo Regime. Colect&acircnea de textos, Lisboa, Fundaç&acirco Calouste Gulbenkian, 1984.

12 M. G. Pelayo, Obras Completas, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1991, 3 voll.

13 A testimonianza dell'arricchimento del campo, alla luce delle scienze sociali, J. F. Sebastián, Perspectivas actuales en historia de las ideas pol&iacuteticas: territorio, metodolog&iacutea, transdisciplinariedad, in J. Riezu Mart&iacutenez, A. Robles Egea, eds., Historia y pensamiento polit&iacuteco. Identidad y perspectivas de la historia de las ideas pol&iacuteticas, Granada, Universidad de Granada, 1993, pp. 49-71.

14 B. Clavero, Razón de estado, razón de individuo, razón de historia, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1991, pp. 15-59.

15 Una critica dell'intronizzazione di Machiavelli in quanto padre della scienza politica, R. Maiz, Nicolas Machiavelo: la pol&iacutetica en las ciudades del silencio, in « Revista de Estudios Pol&iacuteticos» , 52, 1986, pp. 47-89.

16 J. Lalinde Abad&iacutea, Una ideolog&iacutea para un sistema (la simbiosis entre el iusnaturalismo castellano y la Monarqu&iacutea Universal), in « Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno» , 8, 1979, pp. 61-159; A. Barreto Xavier, A. M. Hespanha, Paradigmas politicos e tradiçôes literárias, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. IV, O Antigo Regime (1620-1808), A. M. Hespanha, dir., Lisboa, Estampa, 1993, pp. 121-145.

17 D. Ramada Curto, O discurso politico em Portugal 1600-1650, Lisboa, Universidade Aberta, 1988; F. Bouza Alvarez, Del escribano a la biblioteca. La civilización escrita europea en la alta edad moderna (siglos XV-XVII), Madrid, S&iacutentesis, 1992.

18 L'Italia, e in particolare il centro diretto da Paolo Grossi a Firenze, è uno dei luoghi privilegiati dove gli storici spagnoli del diritto si esprimono nei loro lavori: Storia sociale e dimensione giuridica. Strumenti d'indagine e ipotesi di lavoro, Atti dell'incontro di studio, Firenze 26-27 aprile 1985, Milano, Giuffré, 1986; P. Costa, Saperi, discipline, disciplinamento: verso una « nuova» storia della cultura giuridica?, in « Annali della Facoltà di giurisprudenza» , Macerata, n.s., vol. II, 1989, pp. 993-1027; P. Cappellini, Gli « antichi» e i « moderni» : storia sociale e dimensione giuridica, in « Rivista italiana di storia del diritto» , 58, 1985, pp. 441-444; Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, B. Clavero, P. Grossi, F. Tomás y Valientes, eds., Atti dell'incontro di studio di Firenze-Lucca 25, 26, 27 maggio 1989, in « Per la storia del pensiero giuridico moderno» , 34/35, 1990; A. Serrano, Hispania, despues de entonces, in « Annuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LX, 1990, pp. 633-654. Un organo di espressione come l'« Annuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» è uno strumento da invidiare, che ha saputo diventare una delle maggiori pubblicazioni nel campo storiografico spagnolo.

19 A. M. Hespanha, Poder y instituiçôes no Antigo Regime, Guia de estudo, Lisboa, Cosmos, 1992; C. Petit, Oralidad y escrittura, o la agonia del m&eacutetodo en el taller del jurista historiador, in « Historia Instituciones Documentos» , 19, 1992, pp. 327-379; A. Serrano, La rata en el laberinto o la historia como observatorio jur&iacutedico, in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LXII, 1992, pp. 675-713; B. Clavero, Reforma de las ense&ntildeanzas universitaria en Espa&ntildea: la historia del derecho, in P. Grossi, a cura di, L'insegnamento della storia del diritto medievale e moderno. Strumenti, destinatari, prospettive, Atti dell'incontro di studio, Firenze 6-7 novembre 1992, Milano, Giuffré, 1993, pp. 357-400.

20 J. Lalinde Abad&iacutea, Depuración histórica del concepto de Estado, in Aa.Vv., El Estado Espa&ntildeol en su dimension histórica, Malaga, Universidad de Malaga, 1984, pp. 17-58; una contestazione delle tesi avanzate sulla base della lettura di Bodin fatta da A. Iglesias Ferreirós, Sobre el concepto de Estado, in A. Iglesias Ferreirós, dir., Centralismo y Autonomismo en los siglos XVI-XVII. Homenaje al profesor Jes&uacutes Lalinde Abad&iacutea, Barcelona, Universitat de Barcelona, 1990, pp. 213-240.

21 J. Lalinde Abad&iacutea, Espa&ntildea y la Monarquia Universal (en torno al concepto de « Estado Moderno» ), in « Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno» , 15, 1986, pp. 109-166; su questo punto, cfr. anche P. F. Albaladejo, Fragmentos de Monarqu&eacuteia. Trabajos de historia pol&iacutetica, Madrid, Alianza, 1992, pp. 60-86 e 291.

22 J. A. Maravall, Estado Moderno y mentalidad social (s. XV-XVII), Madrid, Revista de Occidente, 1966.

23 B. Clavero, Institución politica y derecho: acerca del concepto historiográfico de « Estado moderno», in « Revista de Estudios Pol&iacuteticos» , 19, 1981, pp. 43-57 (ripreso in Tantas personas como estados. Por una antropolog&iacutea pol&iacutetica de la historia europea, Madrid, Tecnos, 1986); A. M. Hespanha, A historiografia juridico-institucional e « a morte do estado», in « Anuario de Filosof&iacutea del Derecho» , 1986, pp. 191-227; Id., Pré-compr&eacutehension et savoir historique. La crise du mod&egravele &eacutetatiste et les nouveaux contours de l'histoire du pouvoir, in Juristiche Theoriebildung und Rechtliche Einheit, Rattshistorika Studier, Band XIX, 1993, pp. 49-67.

24 Xavier Gil Pujol, in un importante articolo, piú di dieci anni fa, individuava lo slittamento che aveva fatto entrare tutta la diversità delle manifestazioni di potere nel campo della storia politica rinnovata ( Notas sobre el estudio del poder como nueva valoracion de la historia politica, in « Pedralbes» , 3, 1983, pp. 61-88); si veda sempre in questa linea il bilancio presentato da P. Cardim, Politics and Power Relations in Portugal (Sixteenth-Eighteenth Centuries), in « Parliaments Estates and Representations» , 13/2, 1993, pp. 95-108.

25 A. Serrano González, Como lobo entre ovejas. Soberanos y marginados en Bodin, Shakespeare y Vives, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1992, pp. 106-111.

26 S. de Dios, Sobre la g&eacutenesis y los caracteres del estado absolutista en Castilla, in « Studia Historica (Historia Moderna)» , vol. III, 3, 1985, pp. 11-46; Id., El Estado Moderno ¿ un cadaver historiográfico?, in A. Rucquoi, dir., Realidad e imágenes del poder en Espa&ntildea a fines de la Edad Media, Valladolid, Universidad de Valladolid, 1989, pp. 389-408; B. González Alonso, Derecho e instituciones en la Castilla de los Austrias: notas sobre su consideración por la reciente doctrina historico-jur&iacutedica espa&ntildeola, in Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, cit., pp. 87-133.

27 J. M. Garc&iacutea Mar&iacuten, La burocracia castellana bajo los Austrias, Madrid, Instituto Nacional de Administración P&uacuteblica, 1977; R. Gibert, El funcionario espa&ntildeol de la &eacutepoca austriaca, in Actas del I Symposium de Historia de la Administración, Madrid, Instituto de Estudios de Administración Local, 1970; a proposito dei controlli di cui l'amministrazione della giustizia è oggetto, si veda C. Garriga, G&eacutenesis y formación histor&iacuteca de la visitas a las Chanciller&iacuteas castellanas (1484-1554), Salamanca, Universidad de Salamanca, 1989 (ciclostilato); Id., Control y disciplina de los oficiales p&uacuteblicos en Castilla: la « visita» del ordenamiento de Toledo (1480), in « Anuario de Historia del Derecho Espa&ntildeol» , LI, 1991, pp. 215-390; J. L. Mart&iacuten, La lucha contro la corrupción en los concejos. Juicios de residencia a los oficiales de Badajoz, in « Revista de Estudio Extreme&ntildeos» , 1, 1994, pp. 35-53; P. Llinás Almadana, La visita del General: el procedimiento de control de los funcionarios dependientes de la Diputación del General de Catalunya (1653-1701), in « Pedralbes» , 10, 1990, pp. 177-193.

28 J. M. Carretero Zamora, Cortes, monarch&iacutea, ciudades. Las Cortes de Castilla a comienzos de la &eacutepoca moderna (1476-1515), Madrid, Siglo XXI, 1988.

29 S. de Dios, Gracia, merced y patronazgo real. La Cámara de Castilla entre 1474 y 1530, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1992.

30 J. L. Bermejo Cabrero, Or&iacutegenes medievales en la idea de soberan&iacutea, in « Revista de Estudios Pol&iacuteticos» , 200-201, 1975, pp. 283-290; J. M. Garc&iacutea Mar&iacuten, En torno a la naturaleza del poder real en la monarqu&iacutea de los Austrias, in « Historia Instituciones Documentos» , 11, 1984, pp. 115-156; J. P&eacuterez, L'id&eacuteologie de l'Etat, in C. Hermann, dir., Le premier &acircge de l'Etat en Espagne: 1450-1700, Paris, Cnrs, 1989, pp. 191-216; D. Torres Sanz, Sobre el Estado Moderno en Espa&ntildea, in De la Res p&uacuteblica a los Estados Modernos. Journ&eacutees Internationales d'Histoire du Droit, Bilbao, Universidad del Pa&iacutes Vasco, 1992, pp. 165-175.

31 B. González Alonso, Gobernación y Gobernadores. Notas sobre la Administración en Castilla en el per&iacuteodo de formación del Estado Moderno, Madrid, Universidad de Madrid, 1974; J. P&eacuterez, Isabelle et Ferdinand Rois Catholiques d'Espagne, Paris, Fayard, 1988; M. Lunefeld, Keepers of the city. The corregidores of Isabella I of Castile (1474-1504), Cambridge, 1987; B. Vincent, Les Rois Catholiques, le Royaume de Grenade et la construction de l'Etat, in J.-F. Schaub, &eacuted. par, Recherche sur l'histoire de l'Etat dans le monde ib&eacuterique 15e-20e si&egravecle, Paris, Presses de l'Ecole Normale Sup&eacuterieure, 1993, pp. 3-10; a proposito delle giurisdizioni territoriali dei tribunali regi all'inizio dell'epoca moderna, si vedano C. Garriga, Observaciones sobre el estudio de las Chanciller&iacuteas y Audiencias castellanas (siglos XV-XVII), in Hispania. Entre derechos propios y derechos nacionales, cit., pp. 757-803; C. Garriga, La Audiencia y las Chanciller&iacuteas castellanas (1371-1525), Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1994, pp. 146-151. Per la problematica generale e critica della questione è possibile vedere A. M. Hespanha, El espacio pol&iacutetico, in La gracia del derecho. Econom&iacutea de la cultura en la edad moderna, Madrid, Centro de Estudios Constitucionales, 1993, pp. 85-121; J. Romero Magalhaês, A delimitaç&acirco e percepç&acirco do espa&ccedilo, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. III, O alvorecer da modernidade, J. Romero Magalh&acirces, dir., Lisboa, Estampa, 1993, pp. 13-42; A. C. Nogueira da Silva, A. M. Hespanha, O quadro espacial, in J. Mattoso, ed., História de Portugal, vol. IV, cit., pp. 39-47; G. Parker, Maps and Ministers: the Spanish Habsburgs, in D. Buisseret, ed., Monarchs, ministers and maps. The emergence of cartography as a tool of government in early modern Europe, Chicago, Chicago University Press, 1992, pp. 124-152; A. A. Ezquerra, ed., Las Relaciones Topográficas de Felipe II, vol. I, Estudio Introductorio, Madrid, 1993.

32 Per un bilancio della storiografica politica del regno dei re cattolici, sebbene con taglio leggermente commemorativo, si veda il numero speciale dei « Cuadernos de Historia Moderna» , 13, 1992,1492: En torno a los Reyes Católicos.

33 B. Vincent, 1492. L'ann&eacutee admirable, Paris, Aubier, 1992.

34 Jean-Pierre Dedieu dedica la sua riflessione alla dimostrazione dell'anacronismo della distinzione culturale e funzionale tra politica della fede e costruzione politica della monarchia ( L'administration de la foi. L'inquisition de Tol&egravede [XVIe-XVIIIe si&egravecles], Madrid, Biblioth&egraveque de la Casa de Velásquez, 1989).

35 Tra una bibliografia immensa ecco alcuni lavori che mostrano il carattere inestricabile delle fonti religiosa e profana dell'autorità politica dell'antico regime nella penisola iberica: F. Bethencourt, Inquisiç&acirco e controle social, in « História e Critica» , 14, 1987; C. Hermann, L'Eglise d'Espagne sous le patronage royal (1476-1834). Essai d'eccl&eacutesiologie politique, Madrid, Biblioth&egraveque de la Casa Velásquez, 1988; L. Carpintero Aguado, Iglesia y Corte castellana en el siglo XVI: contribución y tributos, in « Hispania Sacra» , 41, 1989, pp. 547-567; J. Ramos Carvalho, A jurisdiç&acirco episcopal sobre leigos em materias de pecados p&uacuteblicos: as visitas pastorais e o comportamento moral das popula&ccediloês portuguesas de Antico Regime, in « Revista Portuguesa de História» , 24, 1990, pp. 121-143; J. Martinez Millán, C. J. de Carlos Morales, Los origines del Consejo de Cruzada (siglo XVI), in « Hispania» , 179, 1991, pp. 901-932; Espiritualidad e Corte em Portugal (s&eacuteculos XVI a XVIII), Porto, 28-30 maio 1992, Instituto de Cultura Portuguesa, 1993; T. Canet Aparisi, Iglesia y poder real en la Valencia del Quinientos: la figura del Canciller del reino, in « Saitabi» , 36, 1986, pp. 227-234; J. P. de Matos Paiva, Inquisiç&acirco e visitas pastorais. Dois mecanismos complementares de controle social?, in « Revista da História das Ideias» , 11, 1989, pp. 85-102; F. Bethencourt, The Auto da Fe: ritual and imagery, in « Journal of Warburg and Courtauld Institutes» , 55, 1992, pp. 155-168; J. Montemayor, Municipalité et chapitre cath&eacutedral au c&Egraveur de l'ascension sociale à Tol&egravede (1521-1700), in Pouvoirs et soci&eacuteté dans l'Espagne moderne. Hommage à Bartolomé Bennassar, Toulouse, Presses Universitaires du Mirail, 1993, pp. 67-76; J. M. Nieto Soria, Iglesia y g&eacutenesis del Estado Moderno en Castilla (1369-1480), Madrid, Editorial de la Universidad Complutense, 1993; S. T. Nalle, God in la Mancha. Religious Reform and the People of Cuenca (1500-1650), London-Baltimore, John Hopkins University Press, 1992; F. Palomo del Barrio, Poder y disciplinamiento en la diócesis de Evora. El episcopado de D.Teotónio de Bragan&ccedila (1578-1602), Madrid, Universidad Complutense, 1994 (dattiloscritto); si troverà un gran numero di indicazioni bibliografiche in E. Mart&iacutenez Ruiz, Realidades y tendencias de los estudios sobre la Iglesia espa&ntildeola en el siglo XVII, in « Almogaren» , 13, 1994, pp. 29-64.

36 B. Clavero, Institución histórica del derecho, Madrid, Marcial Pons, 1992, p. 56.

37 A. M. Hespanha, La gracia del derecho, cit.

38 A. P&eacuterez Mart&iacuten, J. M. Scholz, Legislación y jurisprudencia en la Espa&ntildea del Antiguo R&eacutegimen, Valencia, Universidad de Valencia, 1978; A. M. Hespanha, História das instituiçôes; Epocas medieval y moderna, Coimbra, Almedina, 1982; F. Tomás y Valiente, Manual de Historia del Derecho Espa&ntildeol, Madrid, Tecnos, 1987; B. Clavero, Historia del derecho: derecho comun, Salamanca, Universidad de Salamanca, 1994 (1ª ed. 1979).

39 B. Clavero, Usura. Del uso económico de la religión en la historia, Madrid, Tecnos, 1984; Id., Antidora. Antropolog&iacutea católica de la economia moderna, in Per la storia del pensiero giuridico moderno, Milano, Giuffré, 1991.

40 A. M. Hespanha, As V&eacutesperas do Leviathan, 2 voll., Lisboa, 1986; V&iacutesperas de Leviathan, Madrid, Taurus, 1989.