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Dracula

dall'introduzione

Dracula. Appena lo si pronuncia, questo nome non evoca raffigurazioni da incubo, manieri arroccati nella nebbia, ululati di lupi e sfregolio di tombe scoperchiate. No. Quello che evoca immediatamente è un altro nome, il nome di Christopher Lee, attore, un metro e novanta, porta. mento elegante, pallido, occhio vispo (tendente al feroce), labbro superiore sollevato e protesi dentaria in evidenza. Siamo alle soglie del Duemila e ci possiamo permettere di sorridere su questa tenebrosa invenzione letteraria del secolo scorso (per la precisione, 1897, N.d.D. = Nota di Dracula). Ciò non toglie che esistano ancora oggi numerosissimi fans di questo Signore delle Tenebre e che questi numerosissimi fans (noi tra i primi), quando leggono le Sue storie riescono ancora a rabbrividire. E poi, Dracula è un personaggio che affascina: ha una sua personalità, segue delle regole (sataniche finché volete, ma inappellabili) è capace di risvegliare in noi echi ancestrali sepolti sotto secoli di evoluzione. Lo stesso Chris affascinato appunto dalla personalità di Dracula, ebbe ad affermare in più occasioni che: "II demonio, tenendo Dracula in suo potere, l'obbligava a commettere quegli orribili crimini perché aveva preso possesso del suo corpo da tempo inenarrabile. E tuttavia la sua anima, pur sempre presente sotto l'involucro della carne, era immortale e non poteva in alcun modo essere distrutta. Dico questo per spiegare la grande tristezza che ho cercato di mettere nella sua interpretazione...". Come dire che Dracula è un personaggio che possiede una sua umanità proprio in ragione del fatto che questa umanità è repressa in lui da forze tenebrose che sfuggono al suo volere. Come tutti i nobili che si rispettino, il conte Dracula ha un suo albero genealogico che, stando anche alle ricerche degli esperti della Marvel la Casa Editrice americana che ha firmato i fumetti presenti in questa edizione super, solita N.d.D.) vanta discendenti illustri anche oggi, forse un po' meno nobili (a causa della Rivoluzione Francese, che di nobili non ne voleva sapere, N.d.L.S. = Nota di Luciano Secchi, che da quando ha scritto "Fouché" fa testo per tutto quanto riguarda questo particolare periodo storico), forse un po' meno nobili, dicevamo, ma non meno tenebrosi. Comunque, di questi personaggi avrete modo di leggere le avventure nelle pagine seguenti. Per quanto riguarda invece il primo Dracula della storia, è difficile ricostruirne con precisione l'origine, poiché il primo vampiro di cui si narra lo troviamo già in qualche pagina delle "Mille e una notte". Per non parlare del timore che ne avevano i babilonesi, mentre era la maledizione dei greci. Omero, Eschilo, Orazio e Luciano ne favoleggiano. II rito esorcizzante del punteruolo infisso nel cuore era già prescritto nel Medioevo per coloro che erano vissuti in sospetto di vampirismo. Ed eccoci finalmente al primo capostipite di cui abbiamo notizie certe: Vlad Tepes Drakul. Siamo nel 1500, nell'Europa Centrale (Romania, per la precisione, N.d.D.). Vlad Tepes Drakul semina ovunque il terrore facendo morire tra inenarrabili supplizi migliaia di persone. Drakul non è uno dei suoi cognomi, come si potrebbe credere in un primo momento, bensì sta a significare che Vlad Tepes era stato insignito del titolo onorifico del Drac (l'ordine del Drago, istituito dall'imperatore Sigismondo in occasione di una Crociata, N.d.D.). Da allora, Drakul, Dracoz, Dracole, Dracle, Drakula sono sinonimi di vampiro. Non è certo il primo esempio di una parola che perde il suo significato primitivo per assumere un significato completamente diverso, a seconda del concetto che essa rappresenta; basti pensare al verbo latino "speculare", con il quale gli antichi intendevano esprimere il concetto di riflettere mentalmente su argomenti profondi (speculazione filosofica, per esempio), mentre oggi speculare significa trovare il modo migliore per fregare il prossimo (speculazione di Borsa, speculazione edilizia, ecc. Certo che sarebbe interessante una storia dell'umanità sulla base delle parole e dei loro mutamenti. Prendete per esempio la parola "ciao", che tutti noi usiamo mille volte al giorno. Chi potrebbe immaginare la sua origine veneta, anzi, più propriamente, veneziana? Infatti, a Venezia, c'era l'uso di dire, quando due persone s'incontravano: "Sciavo suo" (schiavo suo). Col tempo, si perse l'uso dell'aggettivo suo, mentre il sostantivo si contrasse sempre più, da sciavo a sciao, al nostro familiare ciao. Basta con le divagazioni. Dicevamo che il primo Drakula in carne e ossa, e per giunta assetato di sangue, lo troviamo nel 1500, ed è proprio a lui che si rifece lo scrittore Bram Stoker per narrare in un romanzo del 1897 la storia del sinistro e spietato Vampiro, Drakula, Signore delle Tenebre. Scusate la banalità: fu un successo. Un enorme successo, che non durò, come spesso in questi casi, un breve periodo di tempo. Basti pensare che ancora durante la seconda guerra mondiale venne approntata una speciale edizione economica destinata alle truppe americane. Fu, naturalmente, anche un grosso successo economico: la sola versione teatrale di Dracula, in tre stagioni, fra Stati Uniti e Canada, fruttò ben due milioni e mezzo di dollari. E poi il cinema. Dracula Superstar. Dracula a passo ridotto. Dracula divo del muto. Dracula a colori. Dracula in cinemascope. (Prossimamente, Dracula in Futursound, N.d.D.). Anche qui, l'albero genealogico affonda le sue radici in terra eletta. II primo film realizzato è del 1922: sceneggiatura di Henrik Galeen, fotografia di Fritz Arno Wagner, scenografie di Albin Gran. Poi ecco il colossal americano del 1932, "Dracula", di Tod Browning: soggetto di Garrett Fort, interpreti principali: Bela Lugosi ed Edward Van Sloan. A quell'epoca, sia a Parigi sia a Londra, all'ingresso dei cinema dove veniva proiettata la pellicola, stazionava in permanenza un'infermiera in divisa, con tanto di attrezzatura completa per assistere prontamente gli spettatori che soccombevano alla cruenza di uno spettacolo così terribile. Inoltre, nelle cassette per le lettere, a tutti poteva capitare di trovare un biglietto da visita del conte Dracula, con impronta digitale stampigliata col sangue. L'attore Bela Lugosi venne identificato da allora, per trent'anni, agli occhi del pubblico, col vampiro, con Dracula, fatto questo che lo portò a morire pazzo. Tra i numerosi film confezionati dietro l'onda del successo dei primi due, è doveroso segnalare "Drakula Istambulda", anche perché si può comprendere in questo modo l'internazionalità del personaggio. "Drakula Istambulda" è dovuto infatti a una produzione turca: sceneggiatura di Umit Denitz, interprete vampiresco, Atif Kaptan. Internazionalità, si diceva. Ma anche un po' di campanilismo che, in fondo, non guasta mai: al vampiro infatti non mancavano né i dentini aguzzi, né lo svolazzante mantello; in compenso, però, invece di andare in subbuglio davanti a qualsiasi Bibbia che gli venisse posta di fronte, aveva orrore del Corano. Nel 1958 ecco due grosse novità: Dracula in technicolor e l'interpretazione di Christopher Lee nei panni del conte assetato di sangue. Curioso, poi, che il cinema messicano, tra il 1957 e il 1962, si sia buttato nello sfruttamento intensivo del filone draculiano: "EI vampiro", "EI ataúd del vampiro", "EI vampiro sangriento", "La invasión de los vampiros", "El mundo de los vampiros", "EI Santo contra los mujeres vampiro". Ai nostri giorni, il filone dei film sexy non poteva certo ignorare un soggetto così affascinante. Christopher Lee, in questo, è stato davvero profetico. Ha infatti scritto, anni fa: "L'interpretazione comportava un problema di ordine sessuale: il sangue simbolo della virilità e l'attrazione sessuale che gli si attribuisce sono sempre stati estremamente legati al tema universale del vampirismo". E così, ecco la comparsa sugli schermi cinematografici di "Mircalla", l'amante immortale, che narra le gesta erotiche "di una vampira sessualmente inquieta, e non certo priva di tendenze saffiche". Ultimo non ultimo, il film di Roy Ward Baker, girato nel 1975, "The Legend of the Seven Golden Vampires". Si tratta di una coproduzione tra la Hammer e la Show Brothers. Ma non bisogna farsi trarre in inganno dal secondo nome: sotto l'apparenza britannica si nasconde una casa produttrice di Hong Kong: ed ecco conciliarsi l'antico col moderno, l'orrore col kung-fu. Nel nostro superalbo, per fortuna, le storie raccolte sono classiche, arricchite semmai da una certa aurea di modernità che non guasta affatto. Un divertimento sicuro e un po' di terrore d'effetto. 
Un consiglio per i paurosi e i deboli di cuore: leggere l'albo con la schiena al muro, onde evitare sorprese alle spalle. Dracula non ha ancora il potere di oltrepassare i corpi solidi.

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