Itinerari
: Sua Maestà il Brunello, tra Medioevo e crete
Descrizione
dell’itinerario
Le mura d’accesso al
regno del Brunello possono idealmente posizionarsi nella magnifica
città di Siena, culla dell’arte italiana, tappa dell’antica via
Francigena che i pellegrini percorrevano dalla Francia verso Roma.
L’itinerario si snoda da Siena in direzione sud, attraverso Murlo,
Pienza, fino a raggiungere Montalcino.
Nell’incomparabile scenario delle Crete, costituito da colline
sabbiose erose dalle acque dilavanti, la rocca di Montalcino è
l’estremo avamposto del territorio senese verso i boschi della
Maremma e le alture del monte Amiata. In questo paesaggio nasce uno
dei più famosi e importanti vini italiani, quello che per primo è
entrato nelle grandi aste internazionali delle bottiglie da grande
invecchiamento
Vino:
Brunello di Montalcino
Moscadello di Montalcino
Prodotti tipici:
Raviggiolo
Coppiette
Salsiccia
Pappa col pomodoro
Panforte di Siena
Le
località toccate dall'itinerario:
Siena | Ville di Corsano | Murlo | Trequanda |
Pienza | Montalcino | Monte Oliveto
Siena
Siena è un esemplare modello di città medievale: le sue suggestive
atmosfere vengono magicamente rivissute nel tradizionale Palio delle
contrade che si svolge ogni anno in Piazza del Campo, certamente una
delle più belle piazze d’Europa, dalla caratteristica forma di
conchiglia in leggero dislivello.
Sulla piazza si affaccia il Palazzo Pubblico su cui svetta la
magnifica Torre del Mangia, opera di Minuccio e Francesco di Rinaldo;
al centro si trova la copia della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia.
Da visitare anche il Duomo della città, la cui facciata inferiore è
opera di Giovanni Pisano, così come il Battistero che conserva al suo
interno il mirabile fonte battesimale di Jacopo della Quercia.
Nel Museo dell’Opera Metropolitana è possibile ammirare la famosa
Pala della Maestà di Duccio di Buoninsegna. La Pinacoteca Nazionale,
ricavata nel Palazzo Buonsignori, ospita opere tra le più importanti
della pittura senese dal XIII al XVIII secolo.
Il legame della città con il vino è celebrato nell’Enoteca
Italiana di Siena che ha sede nelle sale dei bastioni della Fortezza
Medicea. Vi sono esposte oltre mille etichette di vini di tutta Italia
che vengono ammessi dopo una serie di degustazioni condotte da
commissioni interne di esperti. I produttori rappresentati sono circa
cinquecento.
Tutti gli anni nei primi dieci giorni di giugno qui viene organizzata
la ‘Settimana dei Vini’ entrata ormai nella tradizione degli
appuntamenti enologici nazionali.
Da
Siena a Ville di Corsano
L’area del Brunello si dispiega in un’ampia
successione di dolcissime ondulazioni su un fianco della via Cassia.
Da Siena ci si avvia sulla superstrada per Grosseto. Superate le prime
due gallerie, alla prima deviazione a sinistra ci si inoltra nella
campagna per un breve tratto, quindi si prende a destra e dopo circa 4
km si arriva a Ville di Corsano. Qui un insediamento insieme agricolo
e turistico, oltre a produrre grandi vini, offre la possibilità di
soggiornare in antiche case mezzadrili stupendamente riattate.
Murlo
La comunità di Murlo, alle porte di Siena, è
un’autentica scoperta : il nucleo medievale è perfettamente
conservato all’interno delle sue mura, con due sole porte di
accesso.
La terza settimana di luglio l’intero borgo si trasforma per la
Festa Etrusca, evento fra i più singolari dell’intero territorio.
Attorno a Murlo vigneti ovunque, con impianti di tipo chiantigiano e,
per il momento, una sola azienda che vinifica e propone i suoi
prodotti.
L’abbazia
di Monte Oliveto Maggiore
Dopo aver attraversato Murlo, si raggiunge la
Cassia a Buonconvento, dove parte la strada per l’ abbazia di Monte
Oliveto Maggiore. Sono soltanto 8 km di salita che attraversano un
ambiente in cui sono sempre più evidenti le caratteristiche delle
Crete Senesi.
Il complesso di edifici dell’abbazia si erge solitario su
un’altura coperta di cipressi. Era un luogo deserto quando, agli
inizi del Trecento, un giovane patrizio senese, Bernardo Tolomei, vi
si ritirò fondando un monastero di regola benedettina che è
cresciuto nel tempo diventando una delle abbazie più grandi e
importanti d’Italia. È oggi la casa madre dei monaci benedettini
olivetani.
La chiesa, eretta nel Quattrocento, conserva al suo interno gli
affreschi dedicati alla Vita di San Benedetto illustrate da Luca
Signorelli e dal Sodoma.
L’abbazia, che ha all’ingresso una sua bottega per la vendita di
liquori, estratti d’erbe e altri prodotti dei monaci, ospita un
famoso laboratorio per restauri di pergamene e libri antichi, aperto
solo agli studiosi
Trequanda
Da Monte Oliveto Maggiore passando per San
Giovanni d’Asso si raggiunge Trequanda, piccolo splendido borgo
quasi sconosciuto. Domina le poche case un castello duecentesco
perfettamente conservato, con una torre merlata cilindrica.
Nella piazza centrale si trova la parrocchiale dedicata ai santi
Pietro e Andrea, anch’essa del Duecento, con la singolare facciata a
scacchi di pietra bianchi e neri. All’interno si trova un pregevole
affresco del Sodoma con la Trasfigurazione.
Pienza,
città d’autore
Sul percorso da Trequanda a Montalcino, si
incontra la città di Pienza, superbo esempio di architettura
rinascimentale.
Anticamente era un oscuro villaggio, chiamato Corsignano, proprietà
della famiglia Piccolomini, da cui discese Enea Silvio Piccolomini che
fu papa con il nome di Pio II a partire dal 1458.
L’anno successivo alla sua nomina papale, egli incaricò
l’architetto Bernardo Rossellino di trasformare il paesino in una
città.
Tutti gli edifici più importanti di Pienza sono raggruppati nella
piazza centrale, dedicata proprio a Pio II e disegnata secondo criteri
prospettici rigorosi: sul fondo si erge il duomo, al cui interno è
possibile ammirare la collezione di Pale d’altare dipinte dai
maestri senesi di quel periodo, oltre al tabernacolo, opera dello
stesso Rossellino.
Sulla sinistra si trova la casa dei canonici, sede del Museo d’Arte
Sacra e l’antico Palazzo dei Priori, oggi completamente
ristrutturato. Sulla destra si erge invece il Palazzo Piccolomini,
antica sede papale considerata il capolavoro rosselliniano. Da non
perdere la fronte meridionale dell’edificio, costituita da tre
loggiati sovrapposti da cui è possibile ammirare tutta la valle
sottostante la città.
Montalcino,
ceramica e vino
Da Pienza il percorso torna all’interno verso
San Quirico d’Orcia, posta ai piedi della rocca di Montalcino dove
si arriva al termine di una breve salita. Le cantine del Brunello sono
ovunque, alcune molto antiche, altre fiorite dopo il 1960 con la
crescente fortuna e notorietà del vino.
Il centro storico di Montalcino si snoda tra le stradine gremite di
botteghe artigiane che offrono oggetti di gusto. Nel palazzo Comunale
(XIII-XIV secolo) ha sede il Consorzio di Tutela del Brunello: qui
sono affissi gli stemmi in ceramica o in terracotta dei podestà che
hanno governato il luogo, ma anche le ‘formelle del Brunello’.
Ogni anno, infatti, il primo sabato di febbraio, si svolge la
cerimonia ‘Benvenuto Brunello’, durante la quale una formella in
ceramica viene dedicata alla vendemmia dell’anno, con
l’indicazione della valutazione di qualità espressa dagli
assaggiatori del Consorzio di Tutela. L’ex convento di
Sant’Agostino ospita il Museo Civico e Diocesano noto per la ricca
collezione di dipinti dei grandi maestri senesi; un’enoteca dove è
possibile assaggiare tutte le annate del Brunello ha sede
nell’imponente rocca.
I
riflessi dorati di Sant’Ántimo
L’abbazia di Sant’Ántimo, isolata in fondo
a una valletta ai piedi del colle di Montalcino, è uno dei monumenti
toscani più importanti. Il complesso è stupendo. Fondato secondo la
leggenda da Carlo Magno, è comunque certa la sua esistenza già
nell’814. Ampliata e gratificata da donazioni successive, fu una
delle più potenti abbazie benedettine e l’abate di Sant’Ántimo
nel Medioevo fu tra i maggiori feudatari del senese.
Costruita in travertino, ha tutte le decorazioni architettoniche in
onice, materiale che dona ai muri una singolare lucentezza dorata.
Bellissimi nell’interno i capitelli delle colonne, spesso modellati
in forme diverse legate a storie bibliche, animali fantastici o altro.
L’abbazia ha dato recentemente il nome a una nuova DOC per la
produzione di una serie di vini del territorio in alternativa al
Brunello
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