Itinerari
Il Levante ligure e le Cinque Terre
Descrizione
dell’itinerario
L’itinerario parte da
Castelnuovo Magra, nella Liguria orientale, si dirige verso la zona di
Luni (Lunigiana) e si inoltra, proseguendo verso ovest, nell’area
delle Cinque Terre.
Le vigne delle Cinque Terre si estendono per circa quattrocento ettari
su terrazzamenti a strapiombo sul mare creati dall’uomo, che ha
strappato il terreno coltivabile ai versanti scoscesi, piantando vigne
e oliveti. La tradizione enologica ha reso questo territorio costiero
una delle mete più affascinanti e interessanti dell’intera regione.
Vino:
Cinqueterre
Cinqueterre Sciacchetrà
Prodotti tipici:
Farinata
Spungata
Acciughe sotto sale
Mes-ciüa
Le
località toccate dall'itinerario:
Riomaggiore | Monterosso al Mare | Manarola |
Corniglia | Vernazza | Sarzana | La Spezia | Castelnuovo Magra
Castelnuovo
Magra e l’Enoteca Regionale ligure
Il viaggio verso le Cinque Terre inizia a
Castelnuovo Magra, dove si trova l’Enoteca Regionale ligure.
Dislocata nelle sale sottostanti il palazzo del municipio, espone
tutti i vini prodotti in Liguria, con particolare attenzione alle DOC
delle Cinque Terre e dei Colli di Luni. La visita è importante perché
offre un panorama esauriente sulla produzione vitivinicola regionale.
La grande quantità di vini prodotti stupisce se si pensa alla bassa
estensione dei vigneti (poche migliaia di metri quadrati).
Castelnuovo Magra è un borgo antico, con molti angoli interessanti e
piacevoli. Appena giunti in paese, si può vedere la bella facciata
rococò dell’oratorio dei Bianchi. Si sale per pochi metri e si
arriva alla piazzetta della parrocchiale dedicata a Santa Maria
Maddalena. La chiesa è del tardo Rinascimento mentre la facciata
risale al XIX secolo. Sul portale c’è un bel bassorilievo
seicentesco raffigurante la Maddalena penitente e il domatore.
All’interno, le sei colonne in marmo di Carrara che dividono le tre
navate provengono da Santa Maria Assunta di Luni. Molte le opere
d’arte: sculture lignee, bassorilievi, ma soprattutto un Calvario su
tavola di Pieter Bruegel il Giovane, copia da un originale del 1559 di
Pieter Bruegel il Vecchio, e una Crocifissione attribuita al celebre
pittore fiammingo Antonie Van Dyck.
Il
nobile passato di Luni
Da Castelnuovo Magra, percorrendo un breve
tratto di pianura in direzione della costa, si giunge alle Rovine di
Luni, città romana che in origine si affacciava sul mare (oggi il
mare è a due chilometri). Gli scavi archeologici hanno rivelato che
la città era molto ricca e che il tenore di vita era alto. La
decadenza di Luni iniziò quando il porto non poté più essere
sfruttato a causa delle continue piene del fiume Magra, che
trasportavano alla foce terra e detriti provocando l’interramento
del bacino. Oltre a ciò, le invasioni di Longobardi e Normanni e la
perdita della sede vescovile, trasferita a Sarzana nel 1204, segnarono
definitivamente la rovina della città.
Sugli scavi è stato costruito un museo che raccoglie parte del
materiale rinvenuto. Il resto si trova nei musei di La Spezia, Carrara
(in Toscana) e Genova Pegli.
Sarzana
e i suoi monumenti
Da Luni si torna verso nord e, superato
Castelnuovo Magra, si arriva a Sarzana. Le origini della città
risalgono al X secolo, quando gli abitanti in fuga da Luni si
stabilirono in cima al colle dove sorge oggi Sarzana.
Nel centro storico meritano una visita gli antichi palazzi di piazza
Matteotti e di via Mazzini, strada principale ricca di botteghe, dove
si trovano i resti di una costruzione, del XIV secolo, appartenuta
alla famiglia Buonaparte.
Molto bella è anche la cattedrale di Santa Maria Assunta, dove hanno
lavorato tutti i più importanti artisti locali fra il XIV e il XVII
secolo.
Nel mese di agosto nel centro di Sarzana si svolge la Fiera del vino,
organizzata in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Castelnuovo
Magra.
L’antiquariato è invece protagonista della “soffitta in
strada”, con espositori italiani e stranieri che occupano le vie del
centro storico in agosto, a Pasqua e nelle vacanze di Natale
La
Spezia: un arsenale militare sul mare
Da Sarzana ci si spinge verso ovest, fino a La
Spezia.
La città si affaccia sull’omonimo golfo, ricco di bellezze naturali
e di località turistiche molto frequentate.
Le origini di La Spezia risalgono al XIII secolo, quando il conte
Nicolò Fieschi, in lotta con il governo genovese, trasformò il
piccolo borgo di Spetia in rocca difensiva. Nei secoli successivi fece
parte della Repubblica di Genova. La crescita economica della città
iniziò nella seconda metà del XIX secolo, quando divenne base
militare del Regno di Sardegna e vi fu impiantato l’Arsenale
Militare.
Meritano una visita il castello di San Giorgio e il duomo, dedicato
all’Assunta, del XIV secolo, riedificato dopo l’ultima guerra in
stile romanico. All’interno il duomo custodisce notevoli tele e
sculture risalenti al XVI secolo.
L’Arsenale Militare, ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, è
il più importante in Italia. Nel suo interno si trova il Museo
Tecnico Navale, che espone armi e modelli che ripercorrono la storia
della navigazione dalle origini ai giorni nostri.
Da visitare, infine, il Civico Museo Archeologico U. Formentini, dove
sono conservate le statue-stele provenienti dall’antica città di
Luni e risalenti all’età del Bronzo e del Ferro
Riomaggiore
e Manarola, due autentici gioielli
Attraversata La Spezia, si imbocca la salita che
porta a Riomaggiore, porta d’ingresso, da sud, alle Cinque Terre. Ci
si trova a circa 300 m di quota e, dalla strada panoramica, la costa
appare in tutta la sua bellezza.
La montagna sembra precipitare nel mare e nei pochi anfratti delle
scogliere si celano cinque borghi marinari, appunto le “cinque
terre”: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al
Mare.
Riomaggiore è il principale centro di produzione vinicola della zona.
L’ambiente è spettacolare, le case sono addossate l’una
all’altra, tra le scogliere e un anfiteatro di vigneti, orti e
oliveti. Il paese è piccolo e bastano pochi minuti per vederlo. Da
non perdere, la passeggiata lungo la “Via dell’Amore”, uno
stretto camminamento intagliato nella roccia a strapiombo sul mare.
Lungo un chilometro e mezzo, si conclude a Manarola, la borgata
successiva delle Cinque Terre, dove sorgono alcune cantine storiche. A
Manarola tutto è piccolo, davvero a misura d’uomo, e le cantine
sono ai piani terreni di case spesso chiuse fra strade e vicoli.
Su
e giù dai gradini di Corniglia
Da Manarola si giunge a Corniglia, un paese
contadino, ricco di scalinate interminabili e costruito a 100 m sul
livello del mare. È l’unica delle Cinque Terre a non avere un
accesso diretto alla costa e il mare è lontano dal borgo, in fondo a
360 scalini.
Anticamente Corniglia era munita di fortificazioni, possedeva un
castello e tutta una parte di borgo, con la chiesa dedicata a Santa
Maria Maddalena. L’erosione marina però nei secoli ha fatto franare
tutta questa parte. Ne rimangono soltanto i resti delle fortificazioni
e, presso l’attuale cimitero, le rovine del castello.
Monumenti interessanti sono la chiesa di San Pietro, del XIV secolo, e
il santuario di San Bernardino, posto sulla collina sopra Corniglia.
Vernazza,
paese di contadini e marinai
Il borgo successivo a Corniglia è Vernazza,
l’unico delle Cinque Terre ad avere un piccolo porto.
In epoca romana da qui partivano i carichi che trasportavano il vino
bianco detto Vernaccia, da cui deriva il nome Vernazza. Si tratta di
un tipico borgo di origine medievale, con stretti vicoli che portano
ai terrazzamenti coltivati a vite.
Attorno alla piazzetta affacciata sul porto, sorgono la chiesa
dedicata a Santa Margherita di Antiochia, costruita nel XIV secolo in
forme gotiche, e alcuni palazzi antichi, fabbricati in pietra locale.
Delle fortificazioni costruite per difendere il paese dalle incursioni
saracene, rimane la torre di avvistamento, posta su uno sperone di
roccia da cui si ha una visione panoramica di tutta l’area
circostante. A 310 m di altitudine, infine, si trova il santuario di
Nostra Signora di Reggio, raggiungibile percorrendo una stretta
mulattiera tra vigneti e oliveti.
Monterosso
al Mare, il “gigante” delle Cinque Terre
Da Vernazza si giunge all’ultimo e più
popoloso dei borghi delle Cinque Terre, Monterosso al Mare. Il colle
San Cristoforo lo divide in due parti collegate dal tunnel della
vecchia ferrovia: da una parte c’è il borgo vecchio, dall’altra
la spiaggia di Fegina. Fegina è dominata dalla celebre statua di
cemento del Gigante che sorregge sulle spalle la terrazza di una
villa. L’opera, realizzata all’inizio del Novecento
dall’architetto Levacher e dallo scultore Minerbi, rappresenta il
dio del mare Nettuno ed è diventata il simbolo di Monterosso.
Nel borgo vecchio è possibile visitare la chiesa parrocchiale,
dedicata a San Giovanni Battista e risalente al XIV secolo, e, sul
colle San Cristoforo, il convento e la chiesa cappuccina di San
Francesco, del XVII secolo. All’interno della chiesa rimangono
alcune opere d’arte attribuite al pittore fiammingo Van Dyck e altre
opere di maestri italiani.
Il santuario della Madonna di Soviore è situato a più di 400 m sul
livello del mare. Risale al periodo altomedievale e nella chiesa sono
in corso scavi archeologici che hanno riportato alla luce parti di una
chiesa precedente, forse del IX secolo
|