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Tours Enogastronomici

 

Itinerari : Le Langhe, Alba e il Barolo

Descrizione dell’itinerario 

Le colline delle Langhe a sud di Alba disegnano un capriccioso percorso di salite, discese e piccole curve che racchiude i vigneti più preziosi del Piemonte: è il regno del Barolo, re dei vini e vino dei re, ma non mancano altri vini importanti come il Nebbiolo, il Dolcetto e la Barbera. In pochi chilometri s’incontrano tutte le borgate più famose della zona, dalla stessa Barolo a La Morra, da Monforte a Serralunga d’Alba, in un succedersi di antichi manieri e di torri medievali immersi nelle infinite distese di vigneti e coltivi.

 

Vino: Dolcetto d’Alba Verduno Pelaverga Barolo
Prodotti tipici: Murazzano Robiola di Roccaverano Tajarin Tartufo d’Alba Torta di nocciole


Le località toccate dall'itinerario:

Alba | Roddi | Verduno | La Morra | Annunziata | Barolo | Novello | Monforte d’Alba | Castiglione Falletto | Serralunga d’Alba | Gallo | Grinzane Cavour 

Alba, la capitale delle Langhe

Il punto obbligato di partenza di ogni escursione nel territorio è il capoluogo delle Langhe, Alba, importante centro agricolo-industriale oltre che turistico. Antico insediamento romano, la città si è sviluppata soprattutto in epoca medievale, e di quel periodo conserva la fisionomia con il profilo rosseggiante delle sue torri e un bel centro storico. Per questi aspetti, e per il fascino delle sue animate strade commerciali, Alba merita di essere visitata. Si parte da piazza Garibaldi, dove sorge il palazzo del Tribunale. Si percorre quindi la via Cavour, con numerosi esempi di architettura medievale, palazzi, monconi di torri, e si arriva sulla piazza del Duomo, sede dei poteri civile e religioso. Accanto alla Cattedrale, che espone preziose opere d’arte cinquecentesche e un magnifico coro in legno intarsiato, sorge infatti il palazzo del Comune, costruito su mura romane. L’imponente campanile quattrocentesco contiene al suo interno quello precedente, in stile romanico, integro e separato da un’intercapedine come in un gioco di scatole cinesi. Attorno a questi monumenti si sviluppa il centro storico di Alba. Da piazza del Duomo parte la via Vittorio Emanuele che si conclude in piazza Savona, il cuore pulsante della vita e dei commerci. La strada è stretta, d’aspetto antico, gremita di negozi. È il paradiso dello shopping soprattutto per chi cerca souvenir gastronomici. La capitale delle Langhe ospita alcune importanti manifestazioni: tra aprile e maggio Vinum, rassegna dedicata ai grandi vini di Alba, Langhe e Roero; la prima domenica di ottobre il movimentato Palio degli asini, che si corre nelle vie del centro ed è preceduto da una sontuosa sfilata in costumi storici; nella seconda, terza e quarta settimana dello stesso mese la Fiera nazionale del tartufo di Alba, che attira da tutto il mondo compratori del pregiatissimo (e costosissimo...) tubero
 

Da Roddi a Verduno

Si esce dalla città per corso Piave, e si svolta a destra dopo quattro chilometri in direzione di Roddi, arroccato sulla sommità di una collina e dominato da un castello del XV secolo. Roddi è un attraente borgo medievale, molto caratteristico, che deve la sua fama soprattutto al fatto di ospitare l’ “università”, unica al mondo, dei cani da tartufo: qui infatti i cani vengono addestrati a fiutare la presenza sotto terra dei tartufi, per facilitarne la raccolta. Lasciata Roddi, proseguendo verso il cuore delle Langhe si arriva a Verduno e al suo scenografico castello settecentesco. Costruito dai marchesi Caisotti, fu acquistato con tutte le vigne circostanti da re Carlo Alberto di Savoia che, entusiasta del vino della zona, volle diventare egli stesso produttore. Oggi il castello è di proprietà privata e i suoi vigneti continuano a dare ottimo vino. Oltre al Barolo e a qualche altra DOC tradizionale, Verduno si mette in luce per il recente rilancio del Pelaverga, ottenuto dall’uva omonima coltivata sul posto da secoli e abbandonata per lungo tempo. Gli sforzi dei viticoltori locali hanno ottenuto il risultato di una nuova DOC e i vigneti si stanno moltiplicando. 

La Morra: un belvedere sul Piemonte

Oltrepassata Verduno, la strada sale dolcemente verso la sommità della collina, disegnando curve ampie che si allargano su vigneti sempre più estesi, ad annunciare l’ingresso nel cuore della regione del Barolo. Dopo circa cinque chilometri si arriva a La Morra, uno dei paesi più famosi della zona. In origine era un castello. Nel Cinquecento i dominatori francesi imposero agli abitanti di distruggerlo, sotto pena di saccheggi e angherie di soldati. L’ordine venne eseguito e oggi sugli antichi spalti si sale a passeggiare e ad ammirare un panorama straordinario. Mezzo Piemonte è disteso davanti al visitatore, in un susseguirsi di colline e vallette, borgate, castelli e torri di guardia. La Morra è insediamento antico – sono stati rinvenuti molti reperti d’epoca romana –, ma la traccia più viva della sua storia è impressa nei nomi di alcune località del territorio: Costa Ungaresca ricorda le scorrerie degli Ungari nell’anno Mille, Serra dei Turchi le devastazioni saracene.

Annunziata

Lasciata La Morra, lungo la discesa che attraversa i vigneti verso Gallo s’incontra la frazione di Annunziata, sede delle Antiche Cantine dell’Abbazia dell’Annunziata. È una delle aziende più famose della zona e produce diverse qualità di Barolo, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba Campetto Colombè e Nebbiolo d’Alba Ochetti di Monteu. Da assaggiare anche due produzioni nuove, il Cabernet I Cedri e il Villa Pattono, uvaggio di Barbera e Freisa, entrambi maturati in barrique. In alcuni locali è ordinato un piccolo, interessantissimo museo legato alle vicende della vite e del vino, con utensili per il lavoro in campagna, vasi vinari di varie epoche, documenti sulla storia dei vini albesi.

Barolo

L’abitato di Barolo si trova più in basso rispetto a quello di La Morra. La strada corre verso la frazione di Vergne per un tratto su una dorsale collinare e passa davanti al rudere del castello della Volta. Poco più avanti un bivio indica a sinistra la direzione di Barolo. A destra e a sinistra si estendono vigneti famosi, con alcuni dei cru più celebrati, quali Cerequio, Sarmassa, Cannubi e Brunate. Le case del paese si stringono attorno al maestoso castello che fu residenza dei marchesi Falletti. La storia del vino Barolo è nata qui, quando la moglie del marchese Carlo Tancredi, ultimo dei Falletti, incaricò il celebre enologo francese Louis Oudart di dare un nuovo indirizzo alle tecniche di lavorazione del vino prodotto nelle sue vaste tenute. L’esperimento ebbe successo e quando re Carlo Alberto ne venne a conoscenza chiese alla marchesa un campione d’assaggio. L’ottima qualità del vino di Barolo indusse il sovrano ad acquistare, come già detto, la tenuta del castello di Verduno 

Novello e Manforte

Novello e Monforte d’Alba sono gli estremi bastioni meridionali delle terre del Barolo.
Novello nacque nel Medioevo come baluardo difensivo intorno al castello dei Del Carretto, dove nel 1340 il marchese Manfredo fu assassinato dai nipoti. Oggi restano solo poche vestigia, e il castello attuale, rifatto nell’Ottocento, è di proprietà privata. Il paese ha una bella chiesa settecentesca e vi si respira la calma atmosfera dei borghi langaroli. Da Novello l’itinerario ritorna un po’ indietro, seguendo le indicazioni per Monforte d’Alba. Il nome stesso rivela la funzione strategica dell’abitato, che fu assolta per secoli nei tempi litigiosi dei contrasti tra i signori locali e il comune di Alba. Anche Monforte ha il suo castello, d’epoca settecentesca. Alcuni nei nomi più smaglianti dell’enologia italiana, noti in tutto il mondo, hanno aziende e operano nel comprensorio monfortino.

Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba

Lasciata Monforte d’Alba, le Langhe offrono due scelte per concludere con il ritorno ad Alba l’itinerario nelle terre del Barolo. La prima scende su Castiglione Falletto e Gallo, con una variante più tortuosa e quasi parallela che sfiora la tenuta di Fontanafredda. La seconda, leggermente più lunga ma più panoramica, arriva fino alle case di Roddino, dove si prende a sinistra verso Serralunga d’Alba. Anche in questo caso i vigneti sono ovunque. Poco prima di Serralunga d’Alba si attraversa la zona del celebrato vino Bricco Rocche dei fratelli Ceretto.
Castiglione Falletto vale una sosta per il suo castello a tre torrioni angolari e uno centrale, già appartenuto ai marchesi Falletti, e per il colpo d’occhio su altri castelli delle terre del Barolo. Di gran lunga più importante è il vicino castello di Serralunga d’Alba, d’epoca medievale. Di proprietà pubblica, merita una visita. La strada scende ora a fondovalle: si prende a destra per Alba, ma poche centinaia di metri più avanti appare in tutta la sua imponenza la distesa di vigneti dei Tenimenti di Barolo e Fontanafredda. L’azienda agricola, di vaste dimensioni, fu fondata nel 1878 dal conte di Mirafiori e appartiene oggi a una banca.

Il castello di Grinzane Cavour

Da Fontanafredda si arriva subito alle porte di Alba, ma prima, a Gallo, famoso per la produzione di torrone, una breve digressione a destra conduce a Grinzane Cavour e al suo castello. Era la residenza di campagna del conte di Cavour, statista e uomo politico piemontese (1810-1861). Oggi l’intero castello è un museo dedicato ai vini e ai prodotti dell’Albese. In alcune sale sono raccolti cimeli di Cavour e testimonianze legate al tartufo e alle principali attività artigianali della regione. Da Grinzane si ritorna sulla strada per Alba, ormai vicina. Prima di una grande curva, alta sulla destra, si trova la bella villa La Bernardina, adiacente alle Cantine Ceretto. Poco più avanti a sinistra si fa notare la struttura moderna della Cantina Colla. A questo punto si è già in città 

 

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