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IL
MIRACOLO
DI SAN GIOVANNI |
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Colonna di San Giovanni
Elemosiniere |
Pioveva a
dirotto da diverse settimane a Casarano in quel fosco maggio 1842 e la
pioggia comprometteva tutti i raccolti e minacciava la sopravvivenza
stessa dei casaranesi. A memoria d'uomo mai vi era stata tanta pioggia
nel periodo più delicato dell'anno, nel periodo del raccolto. I
contadini guardavano sgomenti e impotenti le messi che marcivano
nell'acqua e non potevano essere raccolte. E
pioveva......
Pioveva ogni giorno. Alla fine del mese proprio il 31 maggio,
l'Arciprete del tempo, don Giorgio Romano, decise di organizzare una
processione penitenziale con tutti i fedeli e con il simulacro del
Santo. Il popolo accorse a fiumane con vestiti di penitenza e tutti i
fedeli sfilavano in processione: chi con grosse funi legate intorno al
collo, chi con grossi tufi portati sulle spalle, chi scalzo, chi
invocando perdono per tutti i peccati. |
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Colonna di S.Giovanni Elemosiniere
Eretta nel 1850 da Michele Rizzo nella bianca pietra di Cursi,
ottagona, piuttosto tozza nel basamento, la colonna tenta di sveltirsi
nel secondo ordine, reso più agile dalle otto alte nicchie sorreggenti
senza sforzo il plinto su cui poggia un mezzo fusto scalanato con la
statua di S.Giovanni Elemosiniere, Patrono della città, profondamente
venerato dai casaranesi che nel 1974, dal 19 Gennaio al 1° Giugno, ne
ospitarono le reliquie su concessione dell'allora patriarca di Venezia
Albino Luciani, divenuto Papa con il suo breve pontificato (Papa
Giovanni Paolo I). |
Riesce difficile oggi nella civiltà del benessere che viviamo immaginare o
immergersi nel pathos di quei tempi difficili e duri quando non c'erano sussidi
o pensioni o stipendi o quant'altro. Allora c'erano solo i prodotti della
campagna e quando venivano meno quelli....
Arrivati al Calvario (non l'attuale che fu costruito fra il 1913 e il 1918, ma
un altro più piccolo e più modesto che esisteva però sulla stessa area,
proprio in aperta campagna, l'Arciprete parlò al popolo e seppe suscitare tali
sentimenti di comprensione che tutti piansero e si rivolsero al loro Santo
Patrono come all'unico che potesse ottenere da Dio la cessazione di tale
flagello. E fu a quel punto che si verificò il miracolo. Tutti, infatti,
cominciarono a vedere impallidire la faccia della statua che subito cominciò a
sudare. Parecchie volte il sudore fu terso e ogni volta ricompariva più
abbondante. Un fazzoletto con il quale fu asciugato il volto si conserva ancora
nella nostra Chiesa Matrice. Vedendo quel sudore che cadeva proprio quando i
nuvoloni si diradavano e la pioggia cessava, il popolo scoppiò in coro di
giubilo al Santo. Fu subito cantato il "Te Deum" e la processione
tornò in chiesa dove fu impartita la benedizione eucaristica. Subito fu
inoltrata una relazione alla Curia Vescovile di Nardò e in assenza del Vescovo
del tempo Mons. Angelo Filipponi, il Vicario generale Mons. Giuseppe Leante
instruì il processo canonico sul miracolo alla fine del quale riconobbe con un
decreto (conservato nell'archivio parrocchiale della Chiesa Matrice) che la
sudorazione della statua portava i caratteri di vero miracolo e "affinchè
se ne conservi perpetua la ricordanza ORDINIAMO che nel giorno 31 maggio di ogni
anno si faccia solenne processione con la statua del Santo fermandosi
precisamente nel luogo dove cominciò il miracolo e ivi si intuonerà l'inno
ambrosiano i rendimento di grazie". Era il 10 ottobre 1842. Da allora tanto
tempo è passato, è mutato il Calvario, è cambiata la campagna circostante, ma
non è cambiata la fede e la devozione dei casaranesi verso il loro Santo
Patrono.
Maestro Salvatore Pino - dal il
"il Volantino" di Casarano del 28/05/2000
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