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Cosiddetto castello,
è il maggior palazzo di Casarano per l’imponenza volumetrica della
facciata a due ordini di finestre nel piano superiore, scompartito da quello inferiore da un lunghissimo
balcone che non ha mai trovato posto sulle cinquanta-due mensole figurate,
rimaste impazienti per secoli ad attenderlo e testimonianti il disappunto e
l’amarezza per un’opera rimasta incompiuta, che dalle finestre sfondate
o accecate pur dimostra lo splendore cui era stata destinata, in gara, per
il prestigio dei duchi d’Aquino, con i più fastosi palazzi baronali del
Salento. Sull’epoca del palazzo P. Chetry c’informa che antecedentemente
alla attuale fabbrica, dai più assegnata al XVII secolo. Doveva esistere un antico « castrum, castello », testimoniato, in particolare, da un documento del 9 dicembre 1358: « In Provintia terrae hydronti appud (sic) terram Casarani magni eì’ proprie i”tus cameram aulae castri dicte terre ex parte occidentis ». Il palazzo fu verosimilmente ideato per celebrare i
fasti della famiglia napoletana che, a corto di aviti titoli nobiliari ma ricca
di milioni di ducati, aveva inteso richiamare l’attenzione della nobiltà
salentina sulla magnificenza di una dimora che sui prospetto
di 120 metri allinea una sala definita dal De Giorgi una
delle più vaste tra quelle dei palazzi feudali di Terra d’Otranto ». La superba dimora che non fu allietata dai figli di
Antonio d’Aquino, primo duca di Casarano nel 1654, e della bella Giovanna
del Tufo della marchionale casa di Matino, fu invece popolata dai dodici figli
del fratello Matteo, cui toccò il titolo alla morte di Antonio, avuti da Giulia
Basurto dei duchi di Alliste:
Leonardo, Giacinto, Giovanna, Tommaso, Domenico, Antonia Oronza, Bartolomeo,
Giacomo, Nicola, Teresa, Antonio Oronzo Fig. e
Carniina Felice. Per premorienza del primogenito Leonardo il Cor palazzo,
passato nel 1704 a Giacinto, vide i sette figli del terzo duca di Casarano avuti
da Giulia Belli della nobiltà leccese e successivamente i cinque figli di
Emanuele, quinto duca di Casarano, non avendone avuti il fratello maggiore
Giacomo, quarto duca, malgrado i matrimoni con Giuseppina Mitrovich nel 1762 e
con Beatrice Sersale nel 1780. Passato il titolo da Emanuele al figlio primogenito
Antonio, sesto duca ed ultimo dei d’Aquino nati in Casarano, il palazzo si
chiuse nel ricordo dei suoi feudatari ormai passati a Napoli. |
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