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San Raimondo non nato 


Chiesa di San RaimondoNei secoli scorsi Bono vantava ben 16 chiese nel suo territorio e ancora oggi ne conserva 10, alcune piccole, altre di grandi dimensioni. Qualcuna ha mutato titolo: è il caso di San Raimondo. Verso il 700 sorgeva una chiesa dedicata alla vergine Assunta, un edificio cadente ed abbandonato.
Verso il 1737 il sacerdote Salvatore Deiana, allora parroco di Bono, ricostruì tale chiesa dedicandola a Nostra Signora della Mercede. Scelse questo titolo in omaggio ai Mercedari perché lo stesso anno erano arrivati a Bono, provenienti dal santuario di Bonaria ( Cagliari ) e si erano stabiliti nel convento attiguo alla chiesa ricostruita. Quando il rettore Deiana morì il 26 luglio 1738 per riconoscenza fu seppellito nella chiesa da lui ricostruita. L'arrivo dei religiosi chiudeva un lungo periodo di trattative in Bono una scuola per l'insegnamento delle lettere e del latino. Già nel 1716 il Sacerdote Antonio Rubattu di Bono, si era interessato per far  venire in paese i padri Scolopi offrendo loro come rendita una tanca in agro di Anela, la vigna di Molinu in agro di Bono e alcune centinaia di capi di bestiame. L'idea non potè essere realizzata perché i parenti del sacerdote si opposero, accampando diritti di famiglia su quei beni. Ebbe inizio una lunga lite, cui pose fine nel 1728 il vescovo di Alghero Monsignor Giovanni Battista Lomellini, annullando la donazione.
Il sacerdote non si rassegnò e pervenne ad un accordo con i parenti: ebbe così via libera e potè fondare nel suo paese la scuola desiderata. Incaricò P. Salvatore Moro di sbrigare le pratiche civili e religiose , e si rivolse ai mercedari, i quali arrivarono a Bono e iniziarono la loro opera educativa. Il convento e la chiesa di Nostra Signora della Mercede divenne dal quel momento luogo d'incontro per la preghiera e per lo studio.
Nel 1756 vi abitano 4 religiosi :" 3 Legos " e il superiore con il titolo di "ComanSan Raimondo, internodador" tale frate Agostino Melis. L'interno è spazioso e armonioso con 7 m di larghezza e 20 m di lunghezza. La navata, senza cappelle laterali e retta solo da due archi di sostegno è un perfetto rettangolo che accompagna l'accesso del fedele verso il presbiterio separato da una balaustra. Tre nicchie separate da quattro colonne espongono alla venerazione dei fedeli le statue di altri santi. In seguito il titolo della chiesa è nuovamente cambiato: prima in onore di N.S. del Rimedio e poi in onore di san Raimondo non nato. In un documento del 1765 si legge infatti " Chiesa di San Raimondo" già "Chiesa dell'Assunta.'' I diversi titoli della chiesa ricostruita dal Deiana sono tutti legati alla redenzione degli schiavi, opera alla quale si dedicarono in particolare i mercedari. San Raimondo fu poi un apostolo mercedario per la liberazione degli schiavi e lui stesso in una missione in Algeria, conobbe la schiavitù e le torture. Perciò la chiesa di San Raimondo è un richiamo, oltre all'istruzione scolastica, anche alla redenzione degli schiavi. Molta gioventù di Bono e del Goceano ricevette l'educazione e l'istruzione in tale scuola. Lo stesso G. Maria Angioy, per alcuni anni fu alunno dei mercedari.
Purtroppo la presenza di questi religiosi in San Raimondo fu breve (solo una trentina d'anni) perché il ministro Bogino nel 1759 riformò gli ordini religiosi e nel 1766 per mezzo del visitatore apostolico "Mons. Giuseppe Agostino Delbecchi," arcivescovo di Cagliari, decretò la chiusura del convento di San Raimondo di Bono. I mercedari continuarono ad insegnare a Bono per alcuni anni, fino al 1773,lasciando l'incarico ai preti locali, destinando i loro beni per la prosecuzione dell'opera istruttiva del paese. Secondo l'Angius infatti nel 1833 la scuola è frequentata da 25 fanciulli vi sono istituite anche le scuole di lingua latina e belle lettere che potranno numerare un'eguale numero di giovani. Con la partenza dei mercedari,il convento iniziò a decadere finchè non crollò del tutto. Al suo posto in una epoca moderna è sorto un altro edificio, destinato prima ad asilo poi ad orfanotrofio. Sul colle, però, la chiesa è rimasta intatta anche dopo gli avvenimenti del 1796.
Attualmente la chiesa di San Raimondo si presenta all'esterno semplice e povera, ma la facciata mostra tracce di antico splendore nel portale, incorniciato da blocchi di trachite scanalata nel rosone, anche esso armato della stessa pietra. L'intonaco copre tutta la chiesa, all'interno e all'esterno, e forse sarebbe meglio rimuoverlo con apposito restauro, poiché in qualche punto appaiono pietre ben lavorate, sempre di rossa trachite. Nella nicchia centrale c'è il simulacro di San Raimondo, titolare della chiesa, vestito di abiti cardinalizi e con l'ostensorio in mano. Nelle due nicchie laterali sono esposte le statue di S. Lucia e S. Francesco d'Assisi. Questa ultima statua secondo la tradizione proviene dal convento di M. Rasu. La festa di San Raimondo si svolge nei seguenti giorni: 30/31 Agosto ed il primo Settembre.

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