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La Pasqua


Chiesa di San MicheleIl mercoledì delle ceneri iniziava il periodo di penitenza in preparazione della Pasqua. In questo giorno davanti alla chiesa venivano bruciate le palme benedette l’anno precedente e con la cenere ottenuta, il sacerdote durante la funzione religiosa, faceva un segno di croce sulla fronte dei fedeli ricordando il momento della morte.
Il mercoledì, in genere, veniva preparato “su trigu de su sepulcru”, grano fatto crescere al buio in apposite ciotole in modo da assumere il colore giallo.
Per la domenica delle Palme si preparavano “sas rughittas e sas murighessas”, palme e ramoscelli d’olivo intrecciati, in ricordo dell’ingresso glorioso di Gesù a Gerusalemme.
All’inizio della Settimana Santa si preparavano i dolci “sos papassinos”, “sas casadinas” e “su pane e simula”, pane di semola preparato in varie forme: “a melas” (mela), “a craboleddos”(capriolo), “a corona”.
Prima del Giovedì Santo si preparavano “sos pirichitos” che venivano messi nelle borsettine dei bambini vestiti da angioletti che sfilavano durante la processione.
Altro caratteristico dolce pasquale era “su pipiu de s’ou”, pane di semola a forma di pulcino che conteneva un uovo sodo, decorato con fiori di semola.
I riti della Settimana Santa sono in gran parte celebrati: come quelli di un tempo.
Il mercoledì si portano in chiesa “sos sepulcroso”, il grano cresciuto al buio.
Il giovedì mattino subito dopo la messa si procede alla denudazione degli altari, questa cerimonia vuole ricordare la spogliazione e la passione di Cristo.
Nel pomeriggio si svolge processione e viene rinnovata la promessa di fedeltà da parte delle confraternite: quella di Santa Croce e della Madonna Addolorata.
Segue il lavaggio dei piedi e la deposizione del Santissimo Sacramento in “su sepulcru” (una cappella appositamente addobbata).
La sera ha luogo anche il rito della crocefissione:(su incravamentu) effettuato da due confratelli vestiti con una tunica bianca.La chiesa di San Michele
In questi giorni di lutto le campane tacciono e vengono sostituite da caratteristici arnesi di legno e di ferro: “furrigaiolas”, “mandracas”, “taulittas”.
Il venerdì mattina, una processione fa il giro di tutte le chiese, la funzione è chiamata “sas chircas” (le ricerche) e sta a simboleggiare la ricerca di Gesù da parte della Madonna e degli apostoli; alla fine il sacerdote e i fedeli fanno ritorno nella chiesa parrocchiale dove trovano Gesù in croce. 
Di pomeriggio i sacerdoti, i confratelli e i fedeli si radunano nuovamente in chiesa per assistere alla funzione de “su iscravamentu”. Due confratelli liberano Gesù della corona di spine, dai chiodi e lo depongono in un letto per presentarlo al popolo portandolo in processione per le vie del paese. Alla processione partecipano le tre Marie ( Maddalena, Veronica e Maria ), le confraternite e numerosi fedeli. 
In passato quando vicino alla chiesa parrocchiale vi era la chiesetta di “Santa Croce”, Gesù veniva deposto in un caratteristico sepolcro rustico, presente in questa chiesa. 
Il sabato santo si riprendono i vasi col “sepolcro” e si riportano a casa. La sera sul sagrato della chiesa, il sacerdote consacra il fuoco, l’acqua, l’olio, il sale e “sas raigas”, i paletti che sostengono i tralci delle viti e si riportano in campagna come auspicio per un buon raccolto.
La domenica mattina i festosi rintocchi delle campane annunciano la Risurrezione di Gesù.
In questo giorno anticamente le mamme, facevano fare ai loro bambini le capriole sul letto matrimoniale ripetendo per tre volte : “Allegria allegria, mortu e torradu a biu, su fizzu de Maria”.
La domenica di Pasqua si svolge la processione “de s’incontru” che rievoca l’incontro di Cristo Risorto con la Madonna. La confraternita di Santa Croce e quella di Nostra Signora attraversano le vie principali del paese; la prima parte da San Raimondo con la statua di Gesù, la seconda dalla chiesa di San Michele con la statua della Madonna. Quando i due cortei s’incontrano, i confratelli si salutano inginocchiandosi per tre volte. Subito dopo alcuni uomini sparano a salve in segno di gioia e le campane suonano a festa.

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