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Capitolo 2 - Usabilità

Cos’è l’usabilità per il Web?

Un sito Web è usabile quando ci permette di interagire con le proprie informazioni in modo semplice, efficace, facilmente memorizzabile, senza commettere molti e gravi errori e con soddisfazione.

Nelle interfacce utente Web, i compiti che gli utenti possono svolgere su di esse sono sempre legati al reperimento e la consultazione di informazioni. Sia che si lanci una ricerca su di un motore di ricerca, sia che si compilino dei campi (forms) con i propri dati personali, sia che si consulti un documento per stabilire se ci interessi o meno, l’informazione è sempre il centro delle nostre azioni.

Non assicurarsi che l’utente possa svolgere i propri compiti nel modo migliore significa:

  • Danneggiare in primo luogo l’utente stesso, il quale può sentirsi frustrato o inadeguato rispetto al sistema e quindi decidere di abbandonarlo.
  • Danneggiare in secondo luogo, si danneggia il committente del sito, il quale ha investito economicamente ed in risorse umane su di esso con il rischio, sicuramente elevato, di non poter raggiungere gli obiettivi sperati: un utente che abbandona un sito, infatti, perché non riesce ad usufruirne in modo adeguato, è un utente che molto difficilmente vi ritornerà. E, quindi, un utente non diventerà un cliente (ma un cliente di un altro citando una celebre frase di un manager).

Una possibile definizione di usabilità Web

Michele Visciola definisce l’usabilità di un sito Web nel seguente modo:

Un sito Web è usabile quando soddisfa i bisogni informativi dell'utente finale che lo sta visitando e interrogandolo, fornendogli facilità di accesso e navigabilità e consentendo un adeguato livello di comprensione dei contenuti. Nel caso non sia disponibile tutta l'informazione, un buon sito demanda ad altre fonti informative.

In questa definizione si amplia il requisito della facilità d’uso introducendo i concetti di navigabilità, comprensibilità e completezza dei contenuti ed è importante sottolineare come la facilità d’uso non è esclusivamente la caratteristica (la proprietà) dell’interfaccia. Cioè, una interfaccia facile da usare non comporta integralmente l’usabilità del sito Web.

Dunque, il sito affinché risulti usabile deve essere in grado di soddisfare i bisogni informativi dell'utente che naviga in Internet, il quale entra in un sito alla ricerca d'informazioni, che gli permetteranno di modificare o aggiornare la propria conoscenza, di prendere decisioni, di acquistare un bene o di avvalersi di un servizio.

Il punto sulle definizioni

Le definizioni (tutte), fornite in precedenza, oltre a sintetizzare i vari aspetti che le diverse definizioni di usabilità evidenziano, pongono l'accento su alcuni passi e attività da compiere durante lo sviluppo di un sito al fine di garantire l'usabilità del prodotto.

Il primo passo dello sviluppo di un sito deve essere la conoscenza dei potenziali utenti, quindi affinché un prodotto sia adeguato ai bisogni e alle aspettative degli utenti finali, occorre conoscere bene:

  • Le caratteristiche degli utenti e le attività che svolgono.
  • Il contesto organizzativo e sociale nel quale sono inseriti e operano.

Possiamo ora fornire una definizione di sviluppo orientato all’usabilità (o Web Usability Design).

Sviluppo orientato all’usabilità

Sviluppare soluzioni Web usabili significa mettere al centro del processo di analisi e sviluppo l'utente, valutarne le esigenze ed i comportamenti e verificare (iterativamente), attraverso adeguati test (tecniche di valutazione dell’usabilità), la risposta dello stesso alle soluzioni che si stanno sviluppando.

Questa centralità riduce la distanza tra il modello del progettista e il modello dell’utente.

Questa metodologia di sviluppo è definita “Partecipatory design”.

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Partecipatory design

Nel partecipatory design gli utenti vengono coinvolti nella progettazione ad ogni stadio e partecipano alle decisioni dei progettisti. Si parla di “progettazione con” e non di “progettazione per” gli utenti.
Tre sono le caratteristiche di questa metodologia:

  • Lo scopo della progettazione è quello di migliorare l’ambiente di lavoro degli utenti.
  • La progettazione è collaborativa.
  • L’attività è iterativa, e le idee sono provate e accomodate vedendole.

E’ dai secondi anni Novanta che emerge la progettazione partecipata: l’idea di base di questo approccio è che anche il miglior specialista di usabilità non può riuscire a dar conto delle "conoscenze situate" relative alle pratiche, alla cultura del lavoro, all’uso delle tecnologie nei diversi contesti lavorativi. Si passa perciò dal diretto coinvolgimento degli specialisti al diretto coinvolgimento degli utenti. "L’utente partecipa quindi a tutte le fasi definitorie del processo assumendo il ruolo di corresponsabile, insieme al progettista, del prodotto finito. La produzione del software non è più un processo lineare ma un processo iterativo in cui si perviene al risultato finale attraverso aggiustamenti successivi guidati dalla continua verifica delle esigenze e delle necessità dell’utente finale".

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Ultimo aggiornamento Domenica, 18 agosto 2002