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Bacco

Tabacco e Venere

riducon l'uomo in cenere...

ma rendono la vita più felice

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Questo sito non vuol spiegare nulla, non ha scopi, esiste per caso,giusto per il gusto di farlo e per ricordare ai navigatori del Web alcuni dei pochi piaceri della vita impossibili da assaporare in modo virtuale. Se avrai la fortuna di visitarlo potrai riflettere rileggendo,  con rinnovato piacere,   versi che ai tempi della scuola non sopportavi ed altri che non avevi mai letto. Le ricette culinarie non potevano mancare in un sito di obesi, ci siamo limitati ad una cenetta che speriamo di poter assaporare presto; non aspettatevi diete dimagranti, tanto non funzionano. Ovviamente la nostra oralità non si limita al cibo, ma lo spazio web concessoci (e l'eventuale censura) non ci permettono di proporvi il nostro archivio xxx o il sottofondo musicale, rigorosamente blues, delle nostre cene; ma non disperate, forse riusciremo ad espanderci.

 

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Ci svegliamo al mattino  con un'invocazione a Venere  

   "O somma e graziosa intelligenza

             che muovi il terzo cielo, o santa dea,   

      metti nel petto mio la tua potenza".

Siamo sempre dietro alle donne, che ci sfuggono per il nostro aspetto di barbuti chierici" tondi e grossi"

" Ella lo vide prima che lui lei,

perché a fuggir nel campo ella prendea:

Africo la sentì gridare: - Omei! -

e poi guardando fuggir la vedea:

e infra sé disse:- Per certo costei

è Mensola:- e poi dietro le correa;

e sì la prega e per nome la chiama,

dicendo: - Aspetta quel che tanto t'ama."

 

Condannati nella selva cittadina, costretti a errare all'eterna ricerca di un posteggio, ci consoliamo

invocando le ninfe sacrate a Venere :

"Tu sei lucente e chiara più che il vetro

ed assai dolce più ch'uva matura;

nel cuor ti sento, ov'io sempre t'impetro."

Saremmo anche disposti a pagar qualcosa, pur di acchiaparne qualcuna...

    "Vienne, ch'io serbo a te giocondo dono,

che io ho còlti fiori in abbondanza,

agli occhi bei, d'odor soave e buono.

    E siccome suol essere mia usanza,

le ciliege ti serbo, e già per poco

non si riscaldan per la tua distanza.

    Con queste bianche e rosse come fuoco

ti serbo gelse, mandorle e susine,

fravole e bozzacchioni in questo loco.

    Belle peruzze e fichi senza fine,

e di tortole ho presa una nidiata,

le più belle del mondo e piccioline.."

La sera sconsolati, all'osteria, incontriamo l'amico Mercutio

Le sogniamo di notte, ma purtroppo ci si sveglia al mattino

"Tutto stordito mi riscossi allora,

e strinsi a me le braccia, e mi credea

infra esse madonna avervi ancora."

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Boccaccio

  1. foul play

  2. ebbro

  3. Dante ed Epicuro

  4. Poesie libertine del 400

 

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