" Lungo i sentieri della follia"

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Chi è pazzo? (atto III, scena 5a)

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L’OPERA

La trama di Così è (se vi pare) è un perfetto meccanismo di suspense. L’arrivo in paese di una nuova famiglia suscita una morbosa curiosità: il signor Ponza, impiegato in prefettura, tiene con sé la moglie, ma non permette alla suocera, la signora Frola, di vederla. Quest’ultima è vicina di casa del consigliere Agazzi, capoufficio di Ponza: egli e la sua famiglia sono risentiti perché hanno cercato di fare una visita di cortesia alla nuova arrivata, ma sono stati respinti da Ponza. Solo in un secondo momento, esitante e timorosa, la signora Frola si è presentata: il genero, afflitto da una morbosa gelosia, le impedisce di vedere la figlia; ma, poiché è buono e malato, ella non gliene vuole.

 

IL TESTO

A questo punto si presenta dagli Agazzi lo stesso Ponza. Con un atteggiamento spesso convulso e a stento controllato, egli spiega che la signora Frola è pazza: madre della sua prima moglie, non ne ha saputo accettare la morte, tanto da credere che la nuova moglie di Ponza sia ancora sua figlia. Ponza la asseconda, per quanto possibile: ma crede anche opportuno tenerla lontana da altre frequentazioni.

 

da L. Pirandello, Così è (se vi pare), Biblioteca Economica Newton, Milano 1999

 

SCENA QUINTA

Cameriere, detti[1] poi il signor Ponza

 

Cameriere (presentandosi sulla soglia) Signor Commendatore, c’è il signor Ponza che chiede d’esser ricevuto.

Signora Sirelli Oh! lui!

Sorpresa generale e movimento di curiosità ansiosa, anzi quasi sbigottimento.

Agazzi Ricevuto da me?

Cameriere Sissignore. Ha detto così.

Signora Sirelli Per carità, lo riceva qua, Commendatore! - Ho quasi paura; ma una grande curiosità di vederlo da vicino, questo mostro![2]

Amalia Ma che vorrà?

Agazzi Sentiremo. Sedete, sedete. Bisogna star seduti.

Al cameriere:

Fallo passare.

Il cameriere s’inchinerà e andrà via. Entrerà poco dopo il signor Ponza. Tozzo, bruno, dall’aspetto quasi truce, tutto vestito di nero, capelli neri, fitti, fronte bassa, grossi baffi neri. Stringerà continuamente le pugna e parlerà con sforzo, anzi con violenza a stento contenuta. Di tratto in tratto si asciugherà il sudore con un fazzoletto listato di nero. Gli occhi, parlando, gli resteranno costantemente duri, fissi, tetri.[3]

Agazzi Venga, venga avanti, signor Ponza!

Presentandolo: Il nuovo segretario signor Ponza: la mia signora - la signora Sirelli - la signora Cini -la mia figliuola - il signor Sirelli - Laudisi mio Cognato. - S’accomodi.

Ponza Grazie. Un momento solo e tolgo l’incomodo.

Agazzi Vuol parlare a parte con me?

Ponza No, posso... posso anche davanti a tutti. Anzi... È... è una dichiarazione doverosa, da parte mia.

Agazzi Dice per la visita della sua signora suocera? Può farne a meno; perché -

Ponza - non per questo, signor Commendatore. Tengo anzi a far sapere che la signora Frola, mia suocera, sarebbe venuta senza dubbio prima che la sua signora e la signorina avessero la bontà di degnarla d’una loro visita, se io non avessi fatto di tutto per impedirglielo, non potendo permettere che ella faccia visite o ne riceva.

Agazzi (con fiero risentimento) Ma perché, scusi?

Ponza (alterandosi sempre più, nonostante gli sforzi per contenersi) Mia suocera avrà parlato a lor signori della sua figliuola; avrà detto che io le proibisco di vederla, di salire in casa mia?

Amalia Ma no! La signora è stata piena di riguardo e di bontà per lei!

Dina Non ha detto di lei altro che bene!

Agazzi E che s’astiene lei, di salire in casa della figliuola, per un riguardo a un suo sentimento,[4] che noi francamente le diciamo di non comprendere.

Signora Sirelli Anzi, se dovessimo dire proprio ciò che ne pensiamo...

Agazzi Ma sì, ci è parsa una crudeltà, ecco! una vera crudeltà!

Ponza Sono qua appunto per chiarir questo, signor Commendatore. La condizione di questa donna è pietosissima. Ma non meno pietosa è la mia, anche per il fatto che mi obbliga a scusarmi, a dar loro conto e ragione d’una sventura, che soltanto... soltanto una violenza come questa poteva costringermi a svelare.

Si fermerà un momento a guardare tutti, poi dirà lento e staccato:

La signora Frola è pazza.

Tutti (con un sussulto) Pazza?

Ponza Da quattro anni.

Signora Sirelli (con un grido) Oh Dio, ma non pare affatto!

Agazzi (stordito) Come, pazza?

Ponza Non pare, ma è pazza. E la sua pazzia consiste appunto nel credere che io non voglia farle vedere la figliuola.

Con orgasmo d’atroce e quasi feroce commozione:

Quale figliuola, in nome di Dio, se è morta da quattro anni la sua figliuola?

Tutti (trasecolati) Morta? - Oh!... - Come? - Morta?

Ponza Da quattro anni. È impazzita proprio per questo.

Sirelli Ma dunque, quella che lei ha con sé? -

Ponza – l’ho sposata da due anni: è la mia seconda moglie.

Amltia E la signora crede che sia ancora la sua figliuola?

Ponza È stata la sua fortuna, se così può dirsi. Mi vide passare per via con questa mia seconda moglie, dalla finestra della stanza dove la tenevano custodita; credette di rivedere in lei, viva, la sua figliuola; e si mise a ridere, a tremar tutta; si sollevò d’un tratto dalla tetra disperazione in cui era caduta, per ritrovarsi in quest’altra follia, dapprima esultante, beata, poi a mano a mano più calma, ma angustiata così, in una rassegnazione a cui s’è piegata da sé; e tuttavia contenta, come han potuto vedere. S’ostina a credere che non è vero che sua figlia sia morta, ma che io voglia tenermela tutta per me, senza fargliela più vedere. È come guarita. Tanto che, a sentirla parlare, non sembra più pazza affatto.

Amalia Affatto! Affatto!

Signora Sirelli Eh sì, dice proprio che è contenta così.

Ponza Lo dice a tutti. E ha per me veramente affetto e gratitudine. Perché io cerco d’assecondarla quanto più posso, anche a costo di gravi sacrifizii. Mi tocca tener due case.[5] Obbligo mia moglie, che per fortuna si presta caritatevolmente, a raffermarla di continuo in quella illusione: che sia sua figlia. S’affaccia alla finestra, le parla, le scrive. Ma, carità, ecco, dovere, fino a un certo punto, signori! Non posso costringere mia moglie a convivere con lei. E intanto è come in carcere, quella disgraziata, chiusa a chiave, per paura che ella non le entri in casa. Sì, è tranquilla, e poi così mite d’indole; ma, capiranno, si sentirebbe raccapricciare[6] da capo a piedi, mia moglie, alle carezze ch’ella le farebbe.

Amalia (scattando, con orrore e pietà insieme) Ah, certo, povera signora, immaginiamoci!

Signora Sirelli (al marito e alla signora Cini) Ah, vuole dunque lei - sentite? - star chiusa a chiave!

Ponza (per troncare) Signor Commendatore, intenderà che io non potevo lasciar fare, se non forzato, questa visita.

Agazzi Ah, intendo, intendo, ora; sì, sì, e mi spiego tutto.

Ponza Chi ha una sventura come questa deve starsene appartato. Costretto a far venire qua mia suocera, era mio obbligo fare davanti a loro questa dichiarazione: dico, per rispetto al posto che occupo; perché a carico d’un pubblico ufficiale[7] non si creda in paese una tale enormità: che per gelosia o per altro io impedisca a una povera madre di veder la figliuola.

Si alzerà.

Chiedo scusa alle signore d’averle involontariamente turbate.

S'inchinerà.

Signor Commendatore!

S’inchinerà; poi, davanti a Laudisi e Sirelli, chinando il capo:

Signori.

E andrà via per l’uscio comune.

Amalia (sbalordita) Uh... è pazza, dunque!

Signora Sirelli Povera signora! Pazza.

Dina Ecco perché! Si crede la madre, e quella non è la sua figliuola!

Si nasconde la faccia con le mani per orrore.

Oh Dio!

Signora Cini Ma chi l’avrebbe mai supposto!

Agazzi Eppure... eh! dal modo come parlava -

Laudisi - tu avevi già capito?

Agazzi No... ma, certo che... non sapeva lei stessa come dire!

Signora Sirelli Sfido, poverina: non ragiona!

Sirelli Però, scusate: è strano, per una pazza! Non ragionava, certo. Ma quel cercare di spiegarsi perché il genero non voglia farle vedere la figliuola; e scusarlo, e adattarsi alle scuse trovate da lei stessa...

Agazzi Oh bella! Appunto questa è la prova che è pazza! In questo cercar le scuse per il genero, senza poi riuscire a trovarne una ammissibile.

Amalia Eh sì! diceva; si disdiceva.[8]

Agazzi (a Sirelli) E ti pare che, se non fosse pazza, potrebbe accettare queste condizioni di non veder la figliuola se non da una finestra, con la scusa che adduce, di quel morboso amore del marito che vuol la moglie tutta per sé?

Sirelli Già! E da pazza le accetta? E vi si rassegna? Mi sembra strano, mi sembra strano.

A Laudisi:

Tu che ne dici?

Laudisi Io? Niente!

 

UN’INTERPRETAZIONE

La notizia della pazzia della signora Frola viene accolta con qualche perplessità. Davvero la donna, con il suo atteggiamento pacato e il suo ragionare cauto, è folle? Il dubbio che si insinua già da ora nello spettatore è che il folle sia Ponza: Pirandello, infatti, prescrive per il personaggio un atteggiamento teso, nervoso, a tratti inspiegabile. Nella scena seguente, del resto, ricomparirà la signora Frola, che ritrae il genera come una mente sconvolta, caduta in una «disperazione furiosa» alla morte della moglie. La scena quinta, insomma, è costruita sulla difficoltà - destinata a trasformarsi in impossibilità - nel distinguere fra salute e malattia di mente. Di conseguenza, non si riesce a capire cosa sia vero. In questa scena, infatti, il punto di vista è focalizzato non tanto sul signor Ponza, quanto su coloro che lo ascoltano, personaggi e spettatori. Ciò che conta non è la follia in sé, né i suoi contenuti: il caso della signora Frola, così come ci viene esposto, è volutamente di un patetismo generico e poco originale. Il centro sta piuttosto sugli effetti che la follia ha su una comunità di sani. Assistiamo così a un dramma dell’interpretazione più che dell’azione: il dramma non dei pazzi, ma dei sani che perdono le loro facili certezze. La battuta finale di Laudisi, che si rifiuta di dare una sua spiegazione, indica come la frattura portata dalla follia nel nostro mondo sia senza rimedi.



[1] I detti: cioé i personaggi nominati nella scena precedente: il commendatore Agazzi con la moglie Amalia e la figlia diciannovenne Dina; Lamberto Laudisi, fratello di Amalia; il signore e la signora Sirelli, amici degli Agazzi, con una loro conoscente, la signora Cini.

[2] questo mostro: perché terrebbe separate madre (la signora Frola) e figlia.

[3] Tozzo... tetri: questa didascalia, come le seguenti, dipinge Ponza come un uomo alle soglie della follia. Le pugna: i pugni.

[4] un suo sentimento: un sentimento di Ponza, cioè una morbosa gelosia.

[5] due case: una per sé e per la moglie, e una per la signora Frola.

[6] raccapricciare: rabbrividire di orrore.

[7] per rispetto... ufficiale: Ponza lavora in Prefettura, alle dipendenze di Agazzi.

[8] diceva... disdiceva: diceva prima una cosa, poi il contrario.

 

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